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I 1000 giorni di Osman Kavala nelle carceri turche

In occasione dei 1000 giorni dall’arresto del difensore dei diritti umani turco Osman Kavala, detenuto per accuse fabbricate dal 1° novembre 2017 nella prigione di massima sicurezza di Silivri, la campagna globale “Free Osman Kavala” ha rilanciato le iniziative per mobilitare le opinione pubbliche e le istituzioni nazionali e internazionali.

Nato a Parigi nel 1957, Kavala è il co-fondatore di Iletisim Yayinlari, una delle più grandi case editrici turche e presiede l’istituto Anadolu Kültür, da lui fondato e divenuto un punto di riferimento prezioso per comprendere la società civile turca.

Kavala rimane in carcere nonostante la sentenza emessa lo scorso 10 dicembre dalla Corte europea dei diritti umani che ha chiesto il suo rilascio immediato, valutando che la sua detenzione e l’inchiesta ai suoi danni siano mosse dall’obiettivo di ridurre al silenzio lui e la società civile turca.

Inizialmente sotto inchiesta per tre accuse infondate relative al “tentativo di rovesciare il governo o l’ordine costituzionale con la violenza o con la forza” e che lo vedono persino coinvolto nel tentato colpo di stato del luglio 2016, nel febbraio di quest’anno Kavala è stato prosciolto da una di esse per essere accusato di “spionaggio” appena un mese dopo, con l’evidente scopo di aggirare la sentenza della Corte europea sull’illegalità della sua detenzione.

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