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Honduras: violazioni dei diritti umani come dopo il golpe del 2009

Al termine di una visita in Honduras effettuata dopo le contestate elezioni presidenziali del 26 novembre, Amnesty International ha accusato le autorità del paese centramericano di aver attuato, di fronte a una delle peggiori crisi politiche degli ultimi 10 anni, tattiche illegali e pericolose per ridurre al silenzio chiunque osi dissentire, persino impedendo ad avvocati e difensori dei diritti umani di visitare i manifestanti imprigionati.

I livelli di violenza attuali sono comparabili a quelli che seguirono il colpo di stato del 28 giugno 2009, quando le forze di sicurezza si resero responsabili di gravi violazioni dei diritti umani favorite da vari stati d’emergenza e coprifuoco.

Almeno 14 persone sono morte, la maggior parte delle quali colpite da pallottole, e decine sono rimaste ferite durante le manifestazioni, in larga parte pacifiche, che si sono svolte dal 26 novembre.

Secondo informazioni fornite ad Amnesty International dalla Polizia nazionale, solo un agente è stato portato di fronte a un giudice per aver aperto il fuoco contro un manifestante.

Il 1° dicembre le autorità hanno imposto il coprifuoco, che consente alle forze di sicurezza di agire con la massima impunità.

Un difensore dei diritti umani ha riferito che da allora le aggressioni e i pestaggi da parte delle forze di sicurezza nel corso delle manifestazioni sono diventate prassi comune e che la situazione è diventata più pericolosa per chiunque si trovi in strada.

Il coprifuoco sta avendo un impatto su ogni aspetto della vita quotidiana. Molte persone sono costrette a cambiare i loro programmi, altre perdono ore di lavoro o non possono visitare parenti e amici. Se allo scattare del coprifuoco si trovano ancora in strada, rischiano di non poter tornare a casa o di subire atti di violenza da parte della polizia.

Le persone arrestate per aver violato il coprifuoco vengono trattenute nelle stazioni di polizia fino al termine, ovvero le 5 del mattino. Durante questo periodo viene loro negata ogni forma di assistenza legale, dato che i difensori dei diritti umani e gli avvocati non possono violare il coprifuoco per visitarli o presentare istanza di scarcerazione.

Il coprifuoco, modificato due volte dal punto di vista delle zone interessate e degli orari, non rispetta le previsioni del diritto internazionale e pare una misura sproporzionata a fronte di casi limitati di violenza.

Se il governo vorrà estendere ulteriormente il provvedimento, dovrà argomentare in modo adeguato la sua necessità e rispettare le procedure costituzionali e internazionali, compreso l’obbligo di darne notifica al segretario generale dell’Organizzazione degli stati americani e alle Nazioni Unite.

In ogni caso, secondo Amnesty International, dovrebbero essere urgentemente adottate salvaguardie efficaci per impedire ulteriori violazioni dei diritti umani e tutte le persone accusate di aver violato i diritti umani dovrebbero essere posti immediatamente sotto indagine.

L’Honduras è uno dei paesi più violenti al mondo, con alti livelli di omicidio e insicurezza. La sfiducia nei confronti delle istituzioni è elevata, anche a causa dell’impunità ricorrente nella maggior parte dei reati e dei ripetuti episodi di corruzione o di coinvolgimento delle forze dello stato in attività criminali.

L’Honduras è anche uno dei paesi più pericolosi di tutta l’America latina per i difensori dei diritti umani, soprattutto per coloro che si occupano della difesa della terra e dell’ambiente.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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