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Homo Videns e Video Politici

Abbiamo visto, nel precedente post, che prima la televisione e poi il computer hanno modificato e influenzato, in modo profondo, il modo in cui funziona il cervello nelle sue normali funzioni preposte al ragionamento e in generale sulla capacità di astrazione, facendo abdicare l’homo sapiens in favore di una nuova specie l’homo videns.


L’homo sapiens, capace di decodificare segni ed elaborare concetti astratti è sul punto di essere soppiantato dall’homo videns che non è portatore di un pensiero, ma fruitore di immagini, con conseguente “impoverimento del capire” dovuto, secondo Giovanni Sartori (Homo videns. Televisione e post-pensiero, Laterza, 1998) all’incremento del consumo di televisione. E come è noto, una moltitudine che “non capisce” è il bene più prezioso di cui può disporre chi ha interesse a manipolare le folle. “Non ho letto il libro, ma ho visto il film”, così si giustifica la gente che non legge. La “fatica di leggere” non può competere con la “facilità di guardare”, e allora, rispetto al libro, la televisione sarà il medium più amichevole perché è quello che “dà meno da fare”. Oggi la scuola va male perché da trent’ anni a questa parte ha a che fare sempre meno con l’homo sapiens e sempre più con l’homo videns, la cui mente finisce con l’essere diversamente conformata.

La cosa più preoccupante di questo cambiamento è che è assolutamente inavvertito dai più.

L’homo videns dimora nello spettacolare, dominato da personaggi famosi.

La qualità principale del personaggio famoso è di essere un attore, per apparire, deve saper fingere, deve saper rivestire un ruolo, non importa quale e quale sia l’arena. Carisma, loquacità, il tocco istrionico, la magia di ipnotismo collettivo costituiscono la chiave del successo. Il valore principale, oggi, non è più la morale, la santità, l’altruismo, l’intelligenza o l’arte, ma la fama. In tempi precedenti, si doveva fare qualcosa per il bene pubblico, scoprire, inventare, o scrivere qualcosa di importante per diventare popolari, oggi basta andare in tv. Una persona non ha più bisogno di eccellenza, di intelligenza, di saggezza o anche denaro. E ‘sufficiente avere una figura attraente, per sedurre o esibire se stessi.

Ora fermatevi un attimo e pensate ad un politico molto popolare, e poi cercate di ricordare perché è popolare.

Il sociologo italiano, Giovanni Sartori, è particolarmente preoccupato dalla video politica, e della manipolazione del potere delle immagini, da parte di politici e dal governo. Egli osserva che la televisione“, condiziona fortemente il processo elettorale, sia per l’elezione dei candidati che nelle decisioni governative“, alterando il corretto funzionamento dei sistemi democratici.

Il politico di oggi cammina sul palcoscenico delle apparenze. E ‘un veicolo di lusso per il trasporto di estetica affascinante, ma con un vuoto etico. Relega la propria persona in un mondo di simulazione pieno di falsità, in una grande bugia. Dustin Hoffman, nel lancio di uno dei suoi film, ironicamente ha affermato che la politica e i film sono la stessa cosa, cercano di far credere ciò che non è vero, (personalmente amo dire che la politica è l’arte della dissimulazione del reale; i politici non risolvono i problemi, ti fanno credere che non ci sono problemi). Si tratta di un miraggio luccicante, un gioco di specchi, che esalta la figura e ne esalta l’ego di una persona che spesso ha un’istruzione o competenze ridicole.

Ecco perché, come dice Umberto Eco, “oggi più che mai abbiamo bisogno di riscoprire il senso di essere, al di là di ciò che è fallace e delle strategie di illusione e di trovare le certezze dei valori essenziali” (Las Estrtegias de la Ilusion).

E quali sono i beni più elevati che garantiscono la realizzazione autentica del proprio essere? Essi sono il coraggio di creare un’identità personale in base ai valori eterni di amore, fede, verità, integrità e giustizia. Essi consistono nella crescita spirituale per percepire il tocco sublime della bellezza, il misterioso richiamo ad una vita di servizio. Vivere in modo pieno, far fluire la propria energia vitale e prendersi i rischi della gioia di vivere. Sviluppare la moderazione, la pazienza, l’autenticità, riuscire a non essere trasportati via dalla rabbia. Imparare che c’è un posto per la tenerezza, per abbracci, per il tocco umano, anche nelle piccole cose. Aprire la porta verso la terra della speranza. Per sollevare in alto il vessillo di un nuovo ideale. E tante altre realtà tangibili e sostanziali del genere umano, al posto dei giochi artificiali e del fatuo splendore dei personaggi famosi che sono al servizio dell’ homo videns.

Con questi due ultimi post, voglio lanciare un appello per tornare ai libri, e coltivare l’abitudine di leggere e sviluppare un pensiero critico, e diventare non solamente dei rifrattori del contenuto dello schermo, ma sviluppare un pensiero proprio.

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