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 Home page > Tribuna Libera > Hanno perdonato Alain Turing. Ma per cosa?

Hanno perdonato Alain Turing. Ma per cosa?

Avendo studiato informatica, ho incontrato il pensiero di Alan Turing, matematico inglese reso celebre soprattutto dall'attività di crittoanalista durante la Seconda Guerra Mondiale, quando riuscì a decifrare i messaggi in codice dei nazisti.
 

Alain Turing morì probabilmente suicida, addentando una mela avvelenata, quella che dà il simbolo alla Apple, nel 1954. Era caduto in una grave depressione dopo la condanna alla castrazione chimica, nel '52, perché ritenuto colpevole di "grande indecenza" per aver avuto rapporti sessuali con un altro uomo.

La notizia è che il Parlamento inglese ha deciso di perdonarlo ufficialmente, annullandone la condanna ("Alan, puoi tornare a scopà, ti hanno dato la grazia!"); la sua figura sarà riabilitata ed inserita nel pantheon di coloro che contribuirono a sconfiggere la Germania nazista.

Ora, sicuramente ha un grande valore simbolico annullare la condanna inflitta a Turing dopo oltre 60 anni, ma vorrei capire meglio il motivo. Se lo fate perché oggi l'omosessualità è, giustamente, riconosciuta come normale caratteristica della personalità umana, allora la vostra è una mossa ipocrita e senza senso, perché se la legge al tempo era quella, più che correggerla non puoi fare; e comunque non puoi perdonare solo lui, devi farlo anche per le migliaia di gay che in quegli anni furono castrati chimicamente.

Se invece lo fate, badate bene, perché rese un grande servigio alla Nazione (ed al mondo), è ancora peggio: Turing non aveva niente da farsi perdonare, non aveva colpe da espiare. Dire "sei finocchio, però hai contribuito a sconfiggere Hitler, allora ti perdono" significa calpestare decenni di lotte sociali e civili.
"Però" cosa?! Deve forse compensare qualche mancanza? Cos'è, un bilancino, dove su un piatto metti le cose buone e dall'altra quelle cattive e vedi da che parte pende e si fa il saldo?

 

Foto: Wikimedia

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Osvaldo Duilio Rossi (---.---.---.95) 7 agosto 2013 20:08
    Osvaldo Duilio Rossi

    Comprendo e apprezzo il senso dell’articolo: la discriminazione è orribile, ma "perdonare" la differenza per un merito è anche peggio perché rivela l’ipocrisia e la spietatezza di chi condanna, benché dica di perdonare. Vi invito a leggere questo mio recente articolo su AgoraVox al riguardo.
    Avrei apprezzato qualche piccola accortezza da parte dell’autore: Turing si chiamava Alan, non Alain. Il turpiloquio poi poteva essere evtiato, benché sfruttato per fare sarcasmo.
    Attendo il prossimo articolo!
    Osvaldo.

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