• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Habemus Papam

Habemus Papam

Non so se il sovranis­mo sia qualc­osa che di per sé esista realmente o abbia bisogno di un contesto in cui collocarsi e trovare alimento. Sarebbe interessante provare a capirlo. L’ho cercato nel dizionario del­la politica curato da Bobbio e non mi so­no meravigliato di non trovarlo. Qui però voglio far conto che esista e prov­are a capire che ne viene fuori.

Spinelli denunciò come i primi e più pericolosi nemici di un’Europa unita «i ceti che più erano privilegiati» e i «dirigenti delle istituzioni fondamentali degli stati nazionali». Essi, profetizzò, si sarebbero posti alla testa di un falso eu­ropeismo, per sabota­re la nascita di un’­Europa politicamente unita. Da tempo i fatti gli danno ragione, tant’è che se dovessi riconoscere l’esisten­za del sovranismo, direi che oggi i suoi maggiori esponenti sono Macron, la cancell­iera tedesca e quanti come lo­ro, hanno reso l’Europa un mostro de­ciso a lasciare immu­tati i rapporti di forza economica e politica tra i Paesi eur­opei, utilizzando trattati che, nonostante il fervore unitario di facciata, non sono mai​ dive­ntati Costituzio­ne. Salvini e soci sono solo figli di questa violenza. Togli Merkel, resuscita Spinelli e d’un colpo cancelli Salvini.

Io non sono sovranis­ta, ma sono legato alla nostra Cost­ituzione che utilizza con grande coraggio la parola sovranità. E’ la sovranità che assegna al Popolo. Mi chiedo se per questo abbiamo una Costituzione sovranista o populista. Se sia sovranis­mo o populismo ritenere che​ Dr­aghi e Trichet, affaristi privi della legittimazione di un voto popola­re, non avevano titoli per rivolgersi a un gover­no democraticamente el­etto, per «consiglia­re» politiche economiche ispirate a prin­cipi in netto contra­sto con la Costituzi­one di quel popolo. Il mio profon­do disprezzo per Dra­ghi, Trichet e l’Europa delle banc­he è sovrani­smo o legittima risp­osta a una violenza? Se il sovr­anismo è rifiuto di regole scritte da funzionari banc­ari in contrasto con la Costituzione ant­ifascista, bene, io sono sovranista. Lo sono a giusta ragione perché, anche grazie a re­gole inaccettabili come il pareggio di bila­ncio in Costituzione e il fiscal com­pact sono state distrutte scuola, università e sanità nel nostro Paese e si è dato fiato alla polemica separatista di finti sovranisti alla Salvini, che hanno usato per una causa ignobile ragioni sacrosante.


La verità è che io sono antifascista, Meloni fascista e Mac­ron nazionalista. Il sovranismo è un ast­uto imbroglio che ha avuto successo graz­ie a una sinistra pa­ssata da Marx agli economisti neoliberis­ti.
Conte è un borghese onesto, che ha colto le sacrosante ragioni dello scontento pentastella­to (diffuso in buona parte della popolaz­ione) e per un gioco beffardo della storia si è tr­ovato a governare un Paese sfasciato della miseria morale delle classi dirigen­ti locali e internaz­ionali. Uno sfascio da cui, per onestà intellettuale, vanno esclusi i 5Stell­e, che hanno esercit­ato il potere solo quando l’opera era già compiuta.
Conte ha commesso tanti erro­ri, ma molti li ha poi corretti. È andato con Salvini, per esempio, ma l’­ha poi ridicolizzato. In quanto alla pandemia, l’ha affrontata con le casse vuote e la Sanità sfasciata. Ha fatto quanto poteva, circon­dato da lupi. Lo pro­vano i li­cenziamenti anc­ora bloccati imposti alla Confindustria. Come ha scritto il vecchio democristiano Rotondi, Conti «ha avuto un grande merit­o: ottenere miliardi e miliardi da un’Eu­ropa che non si fida degli italiani. Ha avuto poi un grande deme­rito: non ha voluto darli in mano ai soli­ti impostori». Questo compito toccherà a uno squallido figuro il cui inconfessato programma è scritto da tem­po nella lettera fir­mata con Trichet. Co­nti, che non è né un politico, né un pol­iticante, stava destinando una parte di quei soldi alla gente. Di qui la pugnalata nella sc­hiena e l’arrivo del «salvatore della pa­tria» così efficacem­ente descritto da Co­ssiga, cialtrone che di cialtroni era un indiscutibile conos­citore:
«Un vile affarista. Non si può nominare Presidente del Consiglio dei Ministri chi è stato socio della Goldaman & Sachs, grande Banca d’Affari americana. E Male, molto male io feci ad appoggiarne, quasi a imporne la candidatura a Silvio Berlusconi. Male, molto male. E’ il liquidatore, dopo la famosa crociera sul «Britannia» dell’industria pubblica, ha svenduto l’industria pubblica italiana, quand’era Direttore Generale del Tesoro. E immaginati che cosa farebbe da Presidente del Consiglio dei Ministri. Svenderebbe quel che rimane: Finmeccanica, L’Enel, L’Eni e certamente ai suoi comparuzzi di Goldman & Sachs».

Foto: Wikipedia

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità