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Governo: perché Mattarella ha ragione, ma sbaglia

Le cronache di queste ultime ore non abbisognano di preambolo. Tutti siamo consapevoli di che cosa si sta parlando. Altrettanto sappiamo di quali siano state le reazioni alle decisioni del Presidente Mattarella per il mancato accoglimento delle imposizioni del duo Salvini-Di Maio.

Gli eventi che seguono la decisione presidenziale di restituire al mittente l’intimazione all’accoglimento di Savona a Ministro per l’economia più volte ribadito da Salvini, e altrettante volte ciarlato dal suo succubo Di Maio, sono lì a dimostrare la pochezza del substrato di coloro che si apprestavano a governare il paese. Come conseguenza, la “rete” impregnata di ayatollah grillino-leghisti si è scatenata in un bombardamento indegno, tracotante, rozzo e incivile nei confronti di Mattarella. Si rimanda chi voglia sincerarsene a visitare quei luoghi “on line”, avvertendo loro di prepararsi alla serie “non c’è limite al peggio”.

Cialtroni e gaglioffi, di quelli che appropriatamente il giornalista Giuseppe Turani definì “manganellatori della rete”, si sono scatenati nel più indegno gergo mai visto (e letto) nei confronti di un Presidente della Repubblica, sino ad arrivare alle minacce di morte. Roba che neppure per Cossiga colto in odor di “Gladio”! Ovviamente, i grillini, quei signorini addobbati in giacca e cravatta, con lo zainetto in spalla e l’indice a forma di manganello, non possedendo “memoria storica”, ignorano di che cosa stiamo disquisendo. I leghisti, invece, fingeranno di non ricordare, almeno coloro che dispongono ancora di memoria.

Ma veniamo al titolo di questo articolo. Com’è che Mattarella ha ragione, però sbaglia? Ebbene, la ragione sta tutta nella Costituzione italiana. Mattarella non ha fatto altro che applicarne i principi. Anzi, possiamo affermare che ha persino tardato ad applicarli. Comunque, il suo intervento seguito alla rinuncia all’incarico di Conte può rientrare efficacemente in un trattato di diritto costituzionale. La lezione data agli scolari Salvini e Di Maio (forse non troppo svegli in aula) risulta esemplare.

D’altro canto, però, aver offerto a costoro un generoso “assist” per le future elezioni fa calare il Presidente di qualche casella. Il professor Savona, indicato per ricoprire la carica di Ministro dell’economia, è diventato per il duo Salvini-Di Maio, ma forse solo per Salvini con la complicità insipiente di Di Maio, un simbolo, forse un “oggetto del desiderio” volutamente irrealizzato. Per inciso, chi scrive ha avuto modo di valutare l’operato di Savona quando, presidente del CIS (Credito Industriale Sardo, miseramente assorbito in Banca Intesa) dimostrò la sua dubbia efficacia, pertanto non prova stupore circa la mutazione del “banchiere di regime” divenuto da pensionato un “anti-banchiere” in quota grillino-leghista.

Mattarella, però, con le sue mosse rischia di far apparire Salvini un “democratico” e persino uno stacanovista dato che costui dichiara ai quattro venti, anzi alle quattro e più telecamere, di aver “lavorato” giorno, sera e notte per stendere un programma di governo e una lista di ministri, dimostrando responsabilità e generosità (sic!). Macché, noi sappiamo bene che sbavava col solo fine di gestire un Governo nel quale i grillini sarebbero stati relegati a comparse al traino leghista, come avrebbero meritato, vedendosi poi attribuite a loro carico le inevitabili miserie!

A quel punto, gli italiani si sarebbero resi conto della qualità di coloro ai quali avevano espresso fiducia, (certo, istigati al voto di protesta dall’operato dei precedenti governi Berlusconian-Renziani). E a nulla sarebbero valsi, a questo punto, i proclami dei due “soci” Salvini & Di Maio. Ora quest’ultimo ha la faccia tosta di dichiarare persino, dopo la decisione di Mattarella: “Allora vuol dire che i Governi vengono decisi dalle lobby”.

Allora anche in Ungheria il governo Orban, tanto loro amico, è stato sponsorizzato dalle lobby? Allora la Brexit è stata decisa dalle lobby associate a Nigel Farage col quale i grillini condividono i banchi nel parlamento europeo? Allora Putin, amico e simpatizzante di entrambi i nostri “eroi”, è stato messo lì a scaldare lo scranno di zar dalle lobby? E possiamo continuare la serie (qualcuno prima o poi spiegherà perché in italiano il plurale di lobby non è lobbies). Con questo non si vuole minimizzare il pernicioso influsso delle lobby sui sistemi politico-finanziari ma, per cortesia, si evitino stupide generalizzazioni solo per giustificare i propri fallimenti.

Mattarella avrebbe dovuto dimostrare “cinismo” e affidare l’incarico di formare il governo prima a Di Maio, poi a Salvini, o viceversa a seconda che si voglia considerare il partito o la coalizione, e poi, acquisiti gli scontati fallimenti, mandare tutti a casa, o meglio, di fronte agli elettori. Altro che nominare un Cottarelli il quale, guarda un po’, in fatto di Euro ha espresso (della serie scripta manent) concetti non più rassicuranti di quelli dell’economista Savona il quale è arrivato, però, a un livello difficilmente accettabile d’ipocrisia rimangiandosi qualche giorno addietro, a uso “poltrona”, quanto andava esprimendo da un po’ di tempo.

Ovviamente ciò spiega la ragione del gradimento di Savona da parte di Salvini e Di Maio per i quali il trasformismo e la mistificazione sono la spina dorsale del loro “credo” politico. Ne consegue che Mattarella ha perso l’occasione di far sbattere il loro muso contro il muro della democrazia. I baldanzosi Salvini e Di Maio si sono visti offrire, così, un inatteso vantaggio. E visto che costoro non mancano d’improntitudine, assistiti in ciò dalla rediviva fratellina d’Italia Giorgia Meloni, arrivano persino a ipotizzare (a dire il vero con un Salvini non troppo convinto) l’impeachment nei confronti di un Presidente dimostratosi fin troppo accondiscendente.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.118) 29 maggio 2018 19:58

    Breve nota >

    Se Mattarella, con “cinismo”, avesse dato il via al governo giallo-verde, a pagarne più che dure conseguenze (inflazione, tassi, ecc) sarebbero stati gli italiani. Magari anche con sommosse di piazza.

    Uno strano modo di impartire una lezione.

    Mentre Di Maio e Salvini si sarebbero dileguati pur con la coda tra le gambe.


    In alternativa provare a leggere il mio post “Fazioni”.

    Vero “sbaglio” è dare fiato agli “Untori” della parola.

    Saluti  

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