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Governo PD-M5s | La manfrina dei Cinquestelle

Può darsi che il tentativo del M5S condotto da Roberto Fico sia vero.

Cioè un tentativo serio e onesto di provare a dare al paese un governo a prevalente guida Cinquestelle con il sostegno di PD e LeU. Un governo difficilmente definibile e dai margini risicati, ma tuttavia sufficienti per partire.

Ma è anche ipotizzabile che non sia affatto un tentativo vero. Forse anche a scapito della buona fede di Fico stesso. Cioè che sia semplicemente una manfrina decisa a tavolino dagli strateghi vicini a Casaleggio.

È lecito pensarlo ricordando semplicemente che fino al giorno prima del voto il nemico numero uno del Movimento di Grillo era il governo a guida PD. E ricordando che i fiori all’occhiello dei governi di questi anni - Jobs Act, Legge Fornero, Buona Scuola - sono stati tutti contestatissimi dai Cinquestelle (per non parlare del referendum sulla modifica costituzionale di cui i Cinquestelle sono stati i maggiori affossatori).

Facendo un governo insieme o gli uni dovranno accettare l’abrogazione di quanto fatto o gli altri dovranno dimenticarsi l’opposizione precedente. O, più pragmaticamente, dovranno trovare un accordicchio per apportare modifiche non troppo dolorose e niente più. Deludendo così gli elettori di entrambi gli schieramenti che con gli strumenti dei social già stanno comunicando la loro disapprovazione verso questo accordo di governo.

Inutile aggiungere che l’offensiva renziana, soprattutto in Senato, potrebbe far fallire ogni tentativo di costruire una maggioranza stabile.

Allora è più ipotizzabile che si tratti di manfrina.

Cioè che si tratti di un falso movimento dei Cinquestelle in una direzione che sanno già essere non percorribile, ma molto utile per poter dimostrare, atti alla mano, che la leadership grillina le ha provate proprio tutte per essere responsabilmente “governativa”. Ma purtroppo, prima Salvini e poi il PD si sarebbero macchiati dell’ignobile colpa di aver frustrato il suo tentativo, costringendola a gettare la spugna.

Innocente il M5S e colpevoli gli altri. Con questa immagine virginale rinnovata il Movimento potrebbe a cuor leggero - e nella più fulgida armatura da Cavaliere Solitario, tanto cara al suo elettorato - iniziare a scaldare i motori per una nuova campagna elettorale.

Il tentativo di Fico potrebbe quindi preludere non già a una ipotesi reale di governo, ma a un rilancio in grande stile delle elezioni a ottobre, ipotesi che sembrava tramontata solo una settimana fa quando Salvini e Berlusconi litigarono per le pesanti parole dell’ex Cavaliere all’indirizzo dei Cinquestelle; punto di rottura apparentemente irrimediabile nel centrodestra.

Le nuove elezioni, stando ai sondaggi più recenti (IndexResearch) sembrerebbero premiare non solo la strategia post voto dei 5s, dati in ulteriore crescita di un punto e mezzo al 34%, ma anche quella della Lega cui viene attribuito addirittura un balzo dal 17,34% del 4 marzo al 22,6% di oggi. L’idea che possa cannibalizzare tutto il centrodestra si sta facendo più corposa.

Si tornerebbe quindi a parlare di M5S-Lega come della coppia d’oro del momento, non più come possibili alleati di governo, ma come i due maggiori competitor del voto prossimo venturo. Con quali conseguenze ancora non è dato sapere.

 

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