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Gotico americano di Robert Bloch

Ogni tanto è un vero piacere lanciarsi un classico della letteratura. E per me qualunque cosa scritta da Robert Bloch diventa (quasi) automaticamente un classico.

Lo è sicuramente Gotico americano, che ci riporta in un istante alle atmosfere del gotico più tradizionale e lo fa in pieno a partire dal castello che è il vero protagonista del romanzo.

Siamo nel 1893 e a Chcago è in corso la grande Fiera Mondiale Colombiana. Una sorta di Expo all’americana.

Per l’occasione G.G.Gordon ha fatto costruire un vero e proprio castello, sicuramente anacronistico ma decisamente affascinante.

E il castello è compreso di tunnel segreti, scale nascoste, cantine misteriose, botole e specchi che nascondono corridoi. Poi c’è l’adiacente farmacia di sua proprietà in cui esercita la sua professione di medico.

In questo bell’ambientino si sviluppa la vicenda, partendo dalla morte della moglie di Gordon e dall’arrivo dell’uomo dell’assicurazione.
Ma la protagonista sarà invece Cristal, la fidanzata dell’assicuratore, che al contrario dell’uomo capisce che qualcosa lì dentro non funziona. Troppe donne scomparse, troppi misteri, troppi segreti.

E allora architetta un modo per entrare nel castello e nelle grazie di Gordon e cercare di carpire i suoi segreti per farci un pezzo (lei è giornalista) memorabile.

Insomma avete capito la faccenda. Ora pensatela tutta raccontata sui toni del gotico, del mistero, del buio, del fumo, di strani intrugli e donne scomparse, di amori incomprensibili e di un uomo dal fascino estremo, che rischia di far capitolare anche la donna che vorrebbe sconfiggerlo.

Il finale poi è quanto di più gotico si possa immaginare, perfino con… vabbè non è che posso raccontarvi pure il finale!

Questo articolo è stato pubblicato qui

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