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Gotcha Botcha

Oggi, il presidente pro tempore di Confindustria, Vincenzo Boccia, giunto quasi all’epilogo della sua proficua stagione alla guida del sindacato delle partecipate statali imprese private, ha deciso di levare alta e forte la sua voce, e di regalare al paese ed all’Europa il suo lascito morale ed operativo.

 

Chi è un imprenditore, alla fine? È una persona dotata di non comune pragmatismo e realismo, ma al contempo capace di impressionante profondità di visione nel futuro. E, bisogna ammettere, se questi sono i requisiti, Confindustria ha scelto molto bene il proprio timoniere. Perché, vedete, occorre

Non usare l’Europa come alibi per non affrontare la questione italiana e non andare in Europa per chiedere più deficit per incrementare il debito pubblico del Paese.

 

ha detto Boccia, partecipando all’assemblea di Confindustria a Catania.

Dobbiamo invece essere protagonisti nella stagione riformista europea in cui andare a chiedere un piano transnazionale massivo di infrastrutture, che si aggiungono a quelle nazionali, da mille miliardi di euro per tutti i paesi d’Europa eventualmente finanziabili con Eurobond. Significherebbe un elemento di competitività tra tutti i Paesi d’Europa e l’attivazione di cantieri. Significherebbe una politica anticiclica insieme a una politica monetaria. Draghi sta facendo una bellissima operazione: una politica monetaria anticiclica ma manca un pezzo ovvero una politica economica anticiclica.

Semplicemente perfetto. L’Italia smetta quindi di dare la colpa “all’Europa” e smetta di chiedere di far deficit e debito domestico. E che fare, allora? Semplice: occorre che quel deficit e quel debito li facciano altri, cioè “l’Europa”. Mille miliardi di Eurobond non sono debito, sapete? Sono la forma suprema di “scorporo”.

Ma finanziati come? Beh, a carico dei paesi europei; magari in proporzione della capital key, la quota di partecipazione di ogni paese al capitale della Banca centrale europea, oppure del Pil nazionale. Ma meglio ancora: non facciamoli a debito, facciamoli monetizzare direttamente dalla Bce, schnell! Ecco la soluzione, che ovviamente nessuno di noi miopi contabili aveva neppure intravisto, a partire dalla Germania. E figuriamoci, quelli. Un po’ come spianare il Turchino, lasciandolo in piedi.

Dovreste tutti apprezzare il conservatorismo fiscale del presidente di Confindustria, comunque, a prescindere dalla vostra idea. Egli non chiede più deficit italiano bensì direttamente più debito europeo. Che poi è quello che aveva indicato pochi giorni addietro, quando aveva detto che alla politica monetaria espansiva di Draghi

[…] dobbiamo integrare una politica economica per la crescita non espansiva, che significa non fare deficit, ma usare le risorse per avviare motori di sviluppo ovvero crescita e occupazione.

 

Una politica economica per la crescita non espansiva: un po’ come il tessuto non tessuto e l’acqua idrorepellente, in pratica. Ma fate attenzione: vuol dire “niente deficit aggiuntivo ma più moltiplicatore”! Eccolo, il nostro meraviglioso moltiplicatore, qui declinato in modo fiscalmente virtuoso. Niente deficit aggiuntivo ma più crescita. Anche qui, come non esserci arrivati prima?

A proposito di moltiplicatori, torniamo alla nostra triste quotidianità per segnalarvi che pare che anche la legge di bilancio 2020 vedrà il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro della crescita prodotta dallo “sminamento” degli aumenti Iva. Che, da soli, dovrebbero contribuire ad una crescita da “scampato pericolo” di 0,2-0,3%, i due terzi della probabile espansione totale. Come ogni anno, appunto. Ma quest’anno c’è il turbo, perché l’aumento Iva è il maggiore della storia (con la minuscola”), e quindi anche l’impatto espansivo della sua “neutralizzazione” sarebbe oversized.

Questa è la via sicura per precostituirsi delle scorte di crescita, ogni anno. Adelante, Giuseppe, con juicio. E il resto seguirà, su un orizzonte “almeno triennale”, perché non si può avere tutto il primo anno, come insegnano anche nelle scuole d’infanzia, che poi è l’età mentale della nostra classe politica e del nostro elettorato. Attendendo i mille miliardi di Eurobond di Boccia. E un trenino che traina un aeroplanino, altra magica sinergia che pochi erano riusciti ad intravvedere, tranne lui.

Foto: Università Campus Bio-Medico/Flickr

 

In caso vi fosse sfuggita questa notizia, che possiamo considerare epitome e cifra stilistica di questa leadership confindustriale (Messaggero)

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