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Golan: ONU, paesi arabi e alleati europei condannano il regalo di Trump a Israele

La decisione di Donald Trump di riconoscere l’annessione israeliana delle alture del Golan siriano è stata condannata dalla comunità internazionale. ONU, paesi arabi e alleati europei hanno bollato quella mossa.

di RT

Il presidente degli USA ha firmato oggi una dichiarazione che riconosce la sovranità di Israele sulle contese alture del Golan. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che era presente alla cerimonia della firma, ha elogiato la mossa unilaterale di Trump, paragonando il presidente agli eroi biblici e sionisti. Ma le reazioni tra la comunità internazionale – compresi gli stati del Golfo più vicini a Washington e gli alleati europei – sono state molto meno entusiaste.

L’ ONU, avendo sempre sostenuto che l’occupazione israeliana del Golan è illegale secondo il diritto internazionale, ha segnalato che la sua posizione non è cambiata. Un portavoce delle Nazioni Unite ha detto che il segretario generale Antonio Guterres continuerà a onorare una risoluzione del dicembre 1981 che definì l’annessione israeliana delle alture del Golan “nulla e prive di effetti giuridici internazionali”.

La dichiarazione di Trump è altrettanto impopolare tra le nazioni che normalmente stanno agli ordini della politica estera di Washington.

Arabia Saudita, Bahrein, Qatar e Kuwait – gli alleati del Golfo che ospitano le basi militari statunitensi – hanno criticato la mossa di Trump. “Avrà significativi effetti negativi sul processo di pace in Medio Oriente e sulla sicurezza e la stabilità della regione”, ha dichiarato l’agenzia di stampa di stato araba SPA. Il portavoce del parlamento saudita, Mishaal bin Fahm al-Salami, ha ribadito la “posizione di principio” di Riyadh secondo cui le alture del Golan sono terra siriana.

Anche la Turchia, alleata nella NATO, ha sferrato un attacco a Washington. Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha affermato che gli USA hanno “ignorato la legge internazionale” riconoscendo la sovranità di Israele sulle alture del Golan.

Il Canada, confinante a nord con gli USA, ha rilanciato preoccupazioni simili. In una dichiarazione, Ottawa ha detto che “non riconosce il controllo israeliano permanente sulle alture del Golan”.

Il ministro degli Esteri australiano, Marise Payne, si è spinta al punto da tirare una sottile stoccata sulla politica estera degli USA. “Le alture del Golan sono una questione che Israele e Siria dovranno determinare attraverso negoziati, nel contesto di un accordo di pace globale”, ha detto. “Le posizioni politiche degli USA sono materia per il governo degli USA”.

La dichiarazione di Trump probabilmente esacerberà anche le relazioni già tese con gli alleati europei di Washington. Sia la Germania che la Francia hanno rilasciato dichiarazioni la scorsa settimana nel tentativo di anticipare la decisione Golan del presidente. “Se i confini nazionali dovessero essere cambiati, ciò dovrebbe avvenire attraverso mezzi pacifici tra tutti coloro che sono coinvolti”, ha detto un portavoce del governo tedesco.
Il ministero degli Esteri francese ha twittato la sua opposizione alla proposta, descrivendola come “contraria al diritto internazionale”.

Non sorprende che la risoluzione del Golan di Trump abbia ricevuto un’accoglienza altrettanto fredda da parte di nazioni con rapporti meno cordiali con Washington.

Il governo siriano ha detto che la decisione è stata “uno schiaffo” per la comunità internazionale, sostenendo che la decisione di Trump sul Golan rende Washington “il principale nemico” degli arabi.

Seguendo l’esempio, il ministero degli Esteri libanese ha insistito che le alture del Golan sono territorio “arabo siriano” e che “nessun paese può falsificare la storia” conquistando la terra di un’altra nazione.

Teheran ha espresso sconcerto per la mossa “senza precedenti” di Trump. “Nessuno può immaginare che una persona vada in America e dia la terra di una nazione a un altro paese occupante, contro le leggi e le convenzioni internazionali… Tale azione non ha precedenti nel secolo attuale”, ha affermato il presidente iraniano Hassan Rouhani, come riferito dall’agenzia di stampa di stato IRNA. Ha aggiunto:

“Nei tempi in cui vigeva il colonialismo, alcune potenze coloniali facevano di queste cose, assegnando parte di un paese a un altro, ma questa mossa non ha precedenti nel secolo attuale”.

Da parte sua, Mosca ha dichiarato che la decisione di Trump segna un’altra violazione unilaterale del diritto internazionale. “Questa decisione avrà sicuramente conseguenze negative sia per il processo di stabilizzazione del Medio Oriente che per l’atmosfera complessiva nella stabilizzazione politica siriano, nessuno ne dubita”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov.

Come accaduto con la decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme quale capitale di Israele, la sua decisione sul Golan probabilmente affronterà un voto all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha già promesso di portare la questione davanti all’organismo internazionale.
La risoluzione del dicembre 2017 che condanna la decisione di Trump su Gerusalemme è stata sostenuta da 128 nazioni – quasi due terzi dei 193 stati membri delle Nazioni Unite. Solo nove paesi hanno sostenuto la posizione di Trump.

 

L’articolo originale del nostro Partner si trova qui

Traduzione dall’inglese di Leopoldo Salmaso

Foto: Israel Ministry of Foreign Affairs/Flickr

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