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God save the queen

Nonostante vittoria del "no" nel referendum scozzese ad uscirne indebolita è soprattutto Londra.
 
Alla fine ha vinto il "no", ma da oggi il Regno Unito è una nazione diversa. E’ stata evitata la secessione, ma non le conseguenze politiche, economiche e costituzionali. La Scozia da questo referendum ne esce comunque vincente e Londra invece molto indebolita. Gli equilibri all’interno del Regno sono ora molto diversi.
 
Le colpe di Downing Street sono evidenti: sia la maggioranza di governo di Cameron che l’opposizione guidata da Ed Miliband hanno sottovalutato la portata del referendum e solo alla fine, in tremendo ritardo, hanno cercato di recuperare. Dall’altra parte l’indipendentista Alex Salmond è stato molto bravo a convincere l’opinione pubblica scozzese, puntando con intelligenza soprattutto sui moderati, con argomentazioni credibili lontane dal populismo e innescando una onda di orgoglio nazionalista.
 
Londra ha vinto al fotofinish, ma Edimburgo presenterà ora il conto. Cameron, Miliband e Clegg hanno giurato ai quasi 4 milioni e mezzo di cittadini scozzesi più indipendenza soprattutto in ambito fiscale e sociale. E vista la scadenza elettorale prossima converrà a tutti mantenere le promesse. Ha vinto il "no" grazie proprio a queste promesse di deleghe più ampie.
 
Oltre a questo ci saranno le richieste sempre più pressanti di Galles e Irlanda del Nord che rivendicheranno anche loro maggiore autonomia e risorse. E così vorranno anche i cittadini di Londra e dintorni. 
 
Ci sarà una devolution e un Regno Unito con una forte connotazione federale. Un progetto di devolution a cui tanti altri potrebbero ispirarsi in Europa: Spagna, Belgio, Francia, Italia.
 
Il premier Cameron ha affermato che “come la Scozia voterà nel suo parlamento le proprie questioni fiscali, sociali e di spesa pubblica, così faranno anche Galles, Irlanda del Nord e Inghilterra”. Un progetto ambizioso che però troverà diversi ostacoli tra molti dei parlamentari dei tre partiti maggiori (conservatori, laburisti e socialdemocratici). Sarà un percorso difficile che rischierà di far saltare molte teste.
 
Intanto le borse festeggiano e la sterlina riprende fiato.
 
Il Regno è salvo, ma la piccola Scozia ha dimostrato all’Europa dei burocrati e delle banche che la determinazione e il cuore di un popolo possono mettere in seria difficoltà le grandi nazioni.
 
E’ arrivata l’ora che gli stati europei prendano consapevolezza di ciò e comincino a considerare con attenzione le istanze e i malumori della gente invece di preoccuparsi solo di parametri imposti dalla burocrazia europea.
 
Governanti avvisati.
 
God save the Queen.
 
Foto: David Kracht, Flickr
Questo articolo è stato pubblicato qui

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