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Gli unici a lottare contro l’ISIS sono i curdi. E qui la propaganda li infanga e criminalizza

I curdi sono gli unici a combattere l'ISIS (e ad averlo sconfitto!) ma per la propaganda main stream il PKK e l'ISIS pari sono...
 

Tiziano Terzani, nella conversazione con Federica Morrone riportata nel bel libro “Regaliamoci la Pace”, nel 2002 definì la “più grande perversione alla quale ho assistito” il comportamento di molti giornalisti in Cina durante i giorni della rivolta di Piazza Tien An Men: si trovavano a 200 metri dalla piazza ma raccontavano le immagini della CNN che vedevano dal televisore.

Il racconto di Tiziano Terzani, le considerazioni sulla “verità della televisione”, si adattano perfettamente al “racconto” di quanto successo in Turchia fatto dal main stream di queste parti. Un nuovo attentato ha colpito Istanbul, uccidendo 10 turisti. Le responsabilità dell’attentato portano all’ISIS, ed è il primo che non era rivolto contro i curdi (al contrario dei precedenti di Suruc e Ankara), gli unici finora ad averlo combattuto (e anche sconfitto). Il leader dell’HDP Demirtas ha immediatamente condannato l’azione terroristica e affermato che lotteranno “fino all’ultimo respiro” contro i colpevoli.

Questi sono i fatti. E poi c’è la narrazione dei media italici, nella quale ha brillato eccezionalmente la redazione definita più progressista dell’etere dalle Alpi alla Sicilia.

Ore e ore di trasmissione (nelle quali la “conoscenza dei fatti” portava ad oscillare il bilancio delle vittime da 10 tedeschi a 10 stranieri, di cui 8 tedeschi e uno di altra nazionalità …) in cui ogni "treperdue" i curdi, il PKK, i marxisti-leninisti (mancavano solo gli anarchici… ) sono stati nominati e messi in ballo. Ma della dichiarazione di Demirtas, dell’attentato a cui è recentemente scampato, dell’essere stati i curdi ad essere stati nel mirino dell’ISIS nel 2015, nessuna traccia.

Perché l’unico concetto che si è saputo esprimere è che forse (ma senza molta convinzione) l’attentato non è opera di terroristi curdi, del PKK o marxisti-leninisti e che sono tra i nemici della Turchia, alleato NATO a rischio destabilizzazione per colpa del “Califfato” ma anche dei curdi.

E’ la “verità della televisione”, la verità di chi da migliaia e migliaia di chilometri segue le verità di comodo. Quelle verità che fanno comodo ai Potentati e alla sua disciplina. Nell’Italia, che da decenni copre crimini e trame nere e di Potere criminalizzando e disprezzando ogni dissenso e voce libera, il 1999 dell’abbandono di Apo Ocalan è sempre attuale.

E’ accaduto dopo l’attentato di settembre, quando fu colpito un corteo che chiedeva la fine della repressione del popolo curdo, indigna ma non può stupire che sia accaduto adesso che l’obiettivo è stato tutt’altro.

E quindi continuiamo ad ascoltare e leggere la narrazione di un mondo ad immagine e somiglianza della propaganda del regime turco, facendo passare ossessivamente il messaggio che ISIS e PKK (in questo aiutati da quell’Occidente i cui affari hanno favorito la nascita e l’espandersi del “Califfato” e mantiene, in omaggio all’alleato NATO, il PKK nella lista nera del terrorismo internazionale) pari sono. La repressione di ogni dissidenza e opposizione, l’arresto dei giornalisti liberi, l’attacco in piazza delle “forze dell’ordine” turche ai manifestanti in piazza dopo le bombe (ostacolando i soccorsi) dopo l’attentato del settembre scorso, il massacro continuo e ripetuto del popolo curdo, sono per lor signori notizie trascurabili o neanche da fornire.

L’apparato mass mediatico main stream italiano e occidentale, con poche, lodevoli eccezioni, è parte della macchina da guerra imperialista. Una macchina della guerra e una propaganda che considerano “buoni” e “moderati” solo i popoli che si lasciano massacrare senza fiatare, chinando il capo davanti alla roboante “comunità internazionale” col cappello in mano, attendendo dall’Impero del Bene “salvezza e avvenire”. Kobane, la città divenuta simbolo della resistenza all’ISIS, è ancora lì.

R-esiste e s’impegna ma non la ricordano più. La narrazione di tv e giornali italiani è stata a dir poco surreale: “dimenticandosi” dell’esistenza di YPG e YPJ (cioè coloro che hanno combattuto e respinto i terroristi) hanno raccontato due volte in sequenza la “caduta” della città, come se l’ISIS si divertisse ad assediare Kobane, andandosene e ritornando (una sorta di battaglia navale praticamente … oggi rimetti a posto la scatola e domani ricominci daccapo, come se ieri nulla fosse successo).

Buono è chi è funzionale e alleato dei Padroni del Mondo, chi acquista armi e regala petrolio ed altro da loro. E la repressione della libertà di pensiero, i massacri, la pena di morte, le atrocità quotidiane vanno tutte in terzo piano. Straparlano di lotta all’ISIS e al terrorismo ma in realtà sono la punta avanzata della propaganda contro chi lo combatte realmente. 

Alessio Di Florio

 

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