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Gli immigrati difendono il presepe, noi no

Strumentalizzazione e confusione. Ecco i condimenti di ogni polemica, portata principale del tavolo della politica travestita da società, gettata nella mischia come un osso per i cani, dove chi la spunta vince una manciata di voti.

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Il presepe in piazza della comunità srilankese a Messina

Una delle ultime, a seguito dei fatti (bufala) di Rozzano, è stato l’argomento “presepe”, il quale sembra essere diventato l’oggetto imprescindibile per ricordarci di essere occidentali, di non essere estremisti dell’Isis, di essere cattolici (a parole). L’oggetto da difendere a tutti i costi. Già, ma da chi? Ma come da chi? Dagli anti-cattolici islamici-arabi-immigrati che vogliono distruggere ogni presepe vivente e non!

Sarà, eppure i fatti sembrano raccontare un’altra storia, almeno prendendo ad esempio piccoli esempi da parte di persone comuni.

Anzitutto che la maggior parte dei migranti provenienti dall’Africa in realtà sono perlopiù cristiani (circa due terzi complessivamente). E, ciò che dicono in pochi, sono migranti proprio in quanto cristiani (come i nigeriani in fuga da Boko Haram).

I fatti dicono che a Candela (provincia di Foggia) e a Bione (provincia di Lecco) i migranti musulmani hanno pensato bene di comporre dei presepi fatti in casa, per ringraziare gli italiani per l’ospitalità e per ricordare che nel Corano è sancita la fratellanza con i cristiani.

A Messina invece è stata la comunità dello Sri Lanka (paese in cui i cristiani rappresentano una esigua minoranza) ad autotassarsi, pulire piazza Del Popolo (detta anche piazza Lo Sardo) e regalare alla cittadinanza un piccolo ma suggestivo presepe, uno dei più bei presepi all’aperto della città.

E non è tutto. Sono diversi i migranti che hanno partecipato ai presepi viventi in Italia. A Pescara, a Pescia, a Teano sono stati proprio i musulmani a proporsi volontari per la realizzazione del progetto. Addirittura nel primo caso, Maria è interpretata da una studentessa islamica di 17 anni.

Ma di questo parlano veramente in pochi, se non nella cronaca di qualche giornale locale, facendo passare l’idea che le nostre tradizioni siano difese da chi ci rappresenta davvero. E infatti i nostri politici…

Matteo Salvini alla recita dell’asilo della figlia (nota di colore: è separato dalla moglie) pensa bene di interpretare in Re Magio Baldassarre (iraniano e di colore), anche se sembra più un venditore di tappeti.

Ma ancora peggio riesce a fare Giorgia Meloni, che pensa di mettere nel presepe le statuette dei Marò, sprofondando ancor di più nel cattivo gusto e sfiorando decisamente la blasfemia. Speriamo che il prossimo anno non decida di riabilitare Erode.

Tirando le somme e conoscendo tutti i fatti (piccoli, come i presepi) emergono dei dati di fatto. Anzitutto la grande bufala del disprezzo da parte degli stranieri nei confronti del presepe. Bufala a cui hanno creduto sia (pseudo)cattolici che laici.

E’ come se gli italiani si fossero spaccati in due: da una parte quelli che usano il presepe come un feticcio, manco fosse un crocifisso o una collana d’aglio da sbattere in faccia a dei presunti vampiri, che magari non sanno neppure cosa sia un presepe. Persone che si dicono cattoliche e che usano il nome di Dio per spargere il proprio odio (esattamente come fa l’Isis), infrangendo peraltro il 2° comandamento.

Dall’altra i menefreghisti, che ignorano che il presepe può racchiudere dentro di sé un grande senso artistico, ma soprattutto umano.

Comunque la si possa pensare (sia religiosamente che politicamente), Gesù, Giuseppe e Maria erano dei migranti che nessuno voleva accogliere. Da questo punto di vista si può definire come una delle rappresentazioni più attuali e fedeli dei nostri giorni. Di sicuro più dei giornali e dei politici.

Se continua così, saranno i migranti a difendere le nostre tradizioni dagli italiani.

Buone feste!

 

Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 44Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 45Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. 46E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

Dal Vangelo secondo Matteo (25: 41-46)

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