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Gli attacchi a Conte e la notizia dei finanziamenti di Maduro ai 5Stelle

Il motto "non c'è trippa per gatti" è di origine romanesca e sta a significare che è perfettamente inutile continuare a provarci. Risale ai primi del '900 qando l'allora sindaco di Roma, alle prese con una pesante crisi di bilancio (tanto per cambiare) proibi' l'acquisto delle scatolette di trippa che servivano a sfamare i gatti randagi della città.

Calza a pennello per descrivere il quotidiano disperato tentativo posto in atto dalla peggior destra postfascista di sempre, quella della premiata ditta Salvini -Meloni, tanto per essere chiari, di far saltare il governo Conte. Non sanno più a che santo votarsi. Malgrado il massiccio supporto dei media nazionali, di confindustria, dei sindacati, delle corporazioni lobbiste di ogni genere e di tutte le anime belle che hanno tradizionalmente spolpato questo paese, non riescono a cavare un ragno dal buco. Ogni alba che sorge, un lamento di federico si alza alto al cielo sulla quasi totalità delle testate giornalistiche di questo paese, tutte saldamente nelle mani di gruppi editoriali che confermano vieppiù la pessima reputazione internazionale di cui gode il "giornalismo nostrano".

Sia chiaro, la critica anche feroce nei confronti di chi sta al timone del paese, seppure in un contesto della crisi drammatica indotta dalla pandemia di Coronavirus, non solo è legittima ma direi pure necessaria per esercitare una azione di controllo su chi ci amministra; che poi come esercizio è il sale della democrazia. E finché si sputa sul piatto dei decreti che il governo mette in campo per fronteggiare, prima l'emergenza sanitaria e poi quella economica che sarà la peggiore dal dopoguerra, nessuna obiezione, fa parte del gioco delle parti anche se Conte viene dipinto come un re Mida al contrario, tutto quello che fa è sbagliato. Quando invece si attacca direttamente la persona, magari con il contraltare di nota stampa tanto al chilo, allora la cosa assume una certa gravità. Conte viene maramaldeggiato da accuse di doppiezza, di essere attaccato alla poltrona con la colla americana, da accuse infamanti su trame ordite alle spalle degli italiani (Salvini su vicenda Mes), di autoritarismo che viola la Costituzione con esproprio del Parlamento, di essere la causa della diffusione dell'epidemia (vedi Meloni); per non dire di chi lo descrive come un cinico cicisbeo che replica alle sofferenze economiche del popolo (vere e presunte) in stile Maria Antonietta " se non hanno più pane mangino le brioche" (sempre Meloni).

Ma in realtà Conte è preso di mira solo e soltanto perché espressione del M5S, se fosse referente del PD, la sua posizione sarebbe molto meno bersagliata. E questo perché, per quanto fondamentale coattore del governo, il PD è percepito come una entità con la quale si può sempre trovare un'intesa. E siccome stanno per piovere un mare di miliardi (molti a debito ma anche molti a fondo perduto) per rimettere questo paese in carreggiata, i soliti "prenditori nostrani", adusi allo spolpaggio delle risorse pubbliche per riempire le loro tasche, debbono assolutamente far fuori l'ostacolo M5S. Questo e solo questo è il loro vero bersaglio, sul quale sparare a palle incatenate, costi quel che costi. E cosi' dopo averle provate tutte per far passare l'idea che i grillini sono come tutti gli altri nell'arte della ruberia, ovvero tutti colpevoli nessun colpevole, ecco finalmente la genialata del dossier di origine esotica, che infanga Grillo, Casaleggio padre e figlio e tutto il resto della truppa pentastellata.

Come nelle peggiori trame, ecco infatti spuntare, con un tempismo degno di nota, la notizia pubblicata dal quotidiano spagnolo Abc, testata dichiaratamente di destra, su un un presunto finanziamente occulto pari a 3,5 milioni di euro erogato, con tanto di mazzette in una valigetta, dal governo venezuelano al M5S, direttamente nelle mani di Casaleggio padre. Stiamo parlando dell'anno 2010, quando il M5S si era appena strutturato in movimento politico. A supporto di questa notizia, che manco a dirlo rimbalza come una bomba sui nostri pregiati e smaniosi media, viene riportato un documento a firma Maduro (allora vice del presidente Chavez). Un documento con tanto di timbro di stato. E però fin da subito l'odore della bufala prefabbricata a tavolino, probabilmente architettata in sintonia con complottisti nostrani, si alza alto e forte nell'aria. Sembra che il timbro riportato sul documento sia un falso conclamato. Ovvero fin dal 2006 il governo venezuelano adottava un timbro differente da quello riportato nel documento, che era stato totalmente dismesso. Inoltre le autorità venezuelane hanno tassativamente smentito ogni finanziamento al M5S, mentre i vertici del M5S preannunciano querele a chi diffonde la notizia come fosse fatto certo e cerca di farne una speculazione politica.

Su questo "fatto", che odora di fakenews lontano un miglio, subito si è fiondato Matteo Salvini, un nome una garanzia. Con eroico sprezzo del ridicolo ha affermato" Conte deve immediatamente venire a riferire in Parlamento". Proprio lui che di cose da dire su varie vicende poco chiare che riguardano lui e la Lega ne avrebbe parecchie da riferire in Parlamento, vedi Russiagate e d'intorni, ma che ben si guarda dal farlo al punto che ormai è dato per latitante.

Sui media di riferimento, ovvero quasi tutti, che conducono il tentativo di annientamento del M5S, alle quotidiane sparate su presunti dissidi interni, descritti come feroci corpo a corpo tra Grillo e Di Battista, Di Maio contro Fico, Buffagni contro Casaleggio e tutti contro tutti, si innestano gustosi e surreali talk show, in stile La 7, dove esperti del nulla prevedono l'imminente esplosione della galassia M5S. Riguardo alla notizia "bomba", riescono persino ad elaborare ragionamenti dietrologici del tipo " ecco perché il M5S è stato l'unico partito a non condannare Maduro nella sua battaglia contro Guaidò ", perché erano a libro paga?. E poi non è forse questa vicenda simile a quella che vede la Lega impelagata nella storia di tangenti petrolifere russe?. Con il piccolo particolare che sulla Lega oltre alle intercettazioni esiste una corposa mole di prove al vaglio degli inquirenti, mentre su questa vicenda che piove sul M5S, almeno per ora, siamo di fronte solo ad un documento truccato.

Adesso aspettiamo una probabile puntata full immersion di Mentana, montata ad hoc sul caso, per saperne di più, si fa per dire, dal momento che la Barbara Durso al maschile , ovvero Massimo Giletti ha concluso la sua stagione di " Non è l'arena : è Salvini (secondo ridefinizione di Travaglio) con l'inchiesta Nino Di Matteo, che ha messo al centro del mirino il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, ovviamente del M5S.

E si, perché tutte le strade vanno battute e l'ipotesi realistica che questo governo possa andare a fine legislatura sta facendo montare una vera disperazione, non degli italiani che sono alle prese con i gravi problemi di tutti i giorni, ma di tutti coloro che, stando fuori della porta del potere e più passa il tempo, temono di essere scoperti per quello che realmente sono. Ed è una prospettiva da far perdere il sonno.

Foto: Wikipedia

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