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Gli USA valutarono la pianificazione di un Cyber Attacco alla Libia

Tra le opzioni vagliate dall’esercito USA per porre fine al regime di Gheddafi ci sarebbe anche stata quella di un attacco informatico su larga scala. A rivelarlo è il New York Times, che precisa che la discussione in merito da parte dell’amministrazione Obama venne affrontata lo scorso marzo, poco prima dell’inizio degli attacchi aerei. Non sono note le azioni specifiche che gli USA avrebbero messo in atto se la pianificazione fosse sfociata in un’operazione vera e propria, ma l’obiettivo sarebbe stato quello di distruggere le difese informatiche delle reti di computer governativi libici e penetrare in essi mandando in tilt le comunicazioni militari e i sistemi di difesa radar del Paese.

Il cyber attacco non sarebbe però stato messo in atto poiché sia funzionari dell’amministrazione Obama che alti ufficiali dell’esercito USA avrebbero esitato di fronte alle incerte prospettive di riuscita dell’operazione, dato il poco tempo a disposizione per la pianificazione e per il timore di creare un pericoloso precedente, che avrebbe potuto portare a tensioni con nazioni come la Cina e la Russia. Inoltre, vi era il dubbio se un attacco del genere potesse essere messo in atto senza che il Congresso USA fosse preventivamente informato dal Presidente americano.

Un funzionario dell’amministrazione Obama ha paragonato le attuali capacità militari USA di sferrare attacchi informatici a una Ferrari: “La tieni in garage e la tiri fuori solo per una grande corsa e non per fare un semplice giro in città, a meno che tu non abbia altro mezzo per arrivarci”.

Il generale Carter F. Ham, capo dell’Africa Command che ha guidato le due settimane di campagna aerea contro la Libia messa in atto insieme agli alleati della NATO, assumendo il controllo delle operazioni il 31 marzo, non ha voluto commentare sulla possibile archiviazione di un’opzione di un cyber attacco contro il Paese nordafricano: “Nessuna risorsa che io abbia domandato mi è stata negata” ha tagliato corto l’ufficiale.

“Non vogliamo essere coloro che danno il via a questo nuovo tipo di conflitti” ha invece dichiarato James Andrew Lewis, ricercatore del Center for Strategic and International Studies statunitense, specializzato in problemi informatici.

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