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Gheddafi, l’Italia e le colonie...

Credo di poter dichiarare, a nome di quasi tutti gli italiani, che la parola “finanziamento” fa venire le bolle verdi. A tutti. Eh sì, perché solitamente alla parola “finanziamento” viene matematicamente collegata un’altra parola che è “taglio”. Per ottenere – invariabilmente – la frase composta “taglio al fimìnanziamento...” che di volta in volta vede protagonista questo e quel settore della vita pubblica. Dei cittadini.

 

Orbene. Esiste invece una parola “finanziamento” che è applicabile per altri versi, vede protagonisti in ogni caso i cittadini – che in varia misura contribuiscono attraverso le tasse e le imposte a crearlo, il finanziamento – ma che invariabilmente (anche stavolta) va a collocarsi in tasche altrui con ottimi profitti. A questa parola stavolta, l’altra pessima parola “taglio” non viene mai abbinata. Matematicamente.

Vi voglio parlare ora del maxi finanziamento che l’Eni sta per erogare alla Libia per la costruzione di un’autostrada che attraverserà la Libia dall’Egitto alla Tunisia. L’Eni si sa, ha per larga parte fondi pubblici nelle proprie casse. Cosicchè, ogni cittadino italiano verserà o ha già versato e continuerà a versare, una parte dei propri oboli per una impresa estera.

Non male, in considerazione del fatto che, sul nostro territorio, proprio alla voce “autostrade” possiamo trovare l’animalario di bestialità, aberrazioni e ruberie varie. Diamo ora 5 miliardi di dollari alle imprese costruttrici che – vi posso già assicurare – in breve tempo ed intascando somme ingenti, costruiranno qualcosa per cui l’Italia – attraverso il governo di turno – avrà di che vantarsi.

Fa niente se, nel frattempo, gli stessi governi dovrebbero andare a nascondersi nell’angolo più buio della terra per la vergogna delle troppe omissioni e dei troppi scandali perpetrati sul nostro territorio da sempre...

Ma non gridate “dagli al Governo Berlusconi!” perché come scrivo da tempo, in Italia ogni governo in carica ha fatto i suoi danni. Di destra, centro destra, centro, centro sinistra e sinistra che dir si voglia.

Infatti, questo progetto in Libia porta in realtà la firma di un Governo di centro sinistra, quello condotto da Dini col beneplacito dell’allora Ministro degli esteri D’Alema.

Una sorta di patto storico, che doveva in qualche modo rimediare "Ai disagi e le ingiustizie causate ai cittadini libici durante il periodo coloniale”. Di autostrade all’epoca – era il 1998 – non vi era cenno.


E’ dovuto arrivare Berlusconi per rendere omaggi a iosa ai nostri ex colonizzati, stringendo patti ancor più stretti con il solito Gheddafi di sempre, che oramai sul nostro territoriuo viene a far vacanza, spettacolo e pure un pò di “sano” colonialismo.

Peccato però, che nessuno fino ad oggi, parli di ciò che noi italiani subimmo ai tempi della famosa cacciata dalla Libia – era il 1970 - ad opera di un giovane Gheddafi che volle all’epoca essere tanto integralista da non tollerare sangue occidentale sul proprio territorio. Circa 20.000 italiani furono letteralmente rispedite a calci nel sedere in Italia e senza nemmeno poter portare con se denaro, proprietà o addirittura contributi previdenziali maturati col lavoro nelle terre di Libia.

Infatti, in queste ore di “giubilo e delizia” per un Gheddafi che ritorna sulle nostre terre in pompa magna, gli eredi dei cacciati da Tripoli, manifestano il loro sdegno: vai a mettere pace in certe situazioni...

Ma questo accordo, cui si aggiunge “grazie” a Berlusconi, la faraonica impresa di costruire un’autostrada così importante per la Libia, nasconde in verità un secondo scopo per l’Italia: l’annosa storia degli immigrati che sbarcano con ordinata frequenza sulle coste dell’Italia del Sud. Così da un lato l’Italia da decenni fa approdare volutamente i clandestini per procurare a molte imprese italiane lavoratori a nero. Poi, un po’ per propaganda un po’ per dare un guizzo di vivacità in più ad un Gheddafi invecchiato dagli anni, si chiede alla Libia di trattenere coloro che oggi vengono in qualche modo venduti o barattati al mercato della carne umana. Con molta probabilità, molti poveri disgraziati che saranno fatti scalare in Libia, li ritroveremo a fare lavori pesanti per la realizzazione dell’autostrada del secolo. A nero.

Ciliegina sopra ogni cosa: le centinaia di hostess “chiamate” a redimersi dopo le “lezioni di islamismo” tenute in queste ore da Gheddafi. Alcune hanno addirittura indossato il velo come da migliore copione islamico.

Ma i nostri Governi, e soprattutto l’attuale, non hanno fin qui lottato strenuamente contro ogni forma di islamismo sul nostro territorio?

Valli a capire i potenti, quando giocano coi soldi. Nostri.

As – salam – aleikum a tutti..

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.115) 1 settembre 2010 19:28

    FRATTINI ha sentenziato: "Chi critica (opposizione, vaticano, ecc) è gente che non conosce affatto nè la politica estera, nè gli interessi dell’Italia". Anzi vediamo di trovare 5 mld all’anno se non vogliamo che l’Europa diventi "nera". E visto che in Libia la donna è più rispettata, stiano tranquilli i Leghisti e le loro donne. Nel teatrino di Pantomima e Rimpiattino cambiano i personaggi, ma non cambia il copione ...

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