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 Home page > Tribuna Libera > Gent. Signora Camusso, ma da quando essere benestanti è un reato?

Gent. Signora Camusso, ma da quando essere benestanti è un reato?

Una patrimoniale per sanare il debito pubblico, richiesta a gran voce in nome della giustizia sociale da sindacati e alcuni politici, punirà ancora i cittadini onesti salvaguardando sprechi ed evasione. Il trionfo del populismo e della dietrologia dei “diritti”.

La Banca d’Italia stima che il 10% delle famiglie detiene il 45% del patrimonio del Paese. In media ognuna di queste famiglie possiede 1,7 milioni di Euro fra beni immobili e finanziari. Ma una cosa è altrettanto certa. In Italia essere appena benestanti è un reato grave, una cosa di cui vergognarsi. Dico questo perché, nonostante siano state ultimamente varate misure volte a tassare i patrimoni, perlomeno immobiliari, da più parti si pretende a gran voce che venga introdotta una ulteriore tassa per rincarare la dose. Punire i ricchi insomma per una sorta di accanimento come se non bastasse la ruberia di una pressione fiscale ormai al 55%, dice Confcommercio, un record planetario ottenuto soprattutto sui redditi da lavoro. A me pare piuttosto che questa aria sia frutto di demagogia e populismo più che vera giustizia sociale, almeno per molti che, come me, sentono forte la convinzione di aver meritato interamente ciò che hanno dal momento che il successo è stato costruito giorno per giorno con tanto lavoro, sacrificio, studio, non certo solo con la fortuna. E, udite udite, senza mai rubare una lira, mai, né a privati né allo Stato, nonostante il già menzionato “saccheggio” di un fisco che mi ha tolto molto e dato poco per destinare la differenza, ahimè, in buona parte a sprechi e privilegi. E, oltretutto, non ho mai neppure posseduto un Suv.

Abbiamo il doppio dei pensionati di Francia e Germania, il triplo dell’Inghilterra, degli USA e dei paesi del Nord Europa. Detta in altro modo circa la metà dei nostri pensionati, se fossero vissuti in qualunque altro paese europeo, sarebbe ancora al lavoro, sarebbe cioè a produrre valore anziché consumarne. Resta da capire come mai il sacrosanto “diritto alla pensione” in quei paesi sia meno diritto che da noi. E parliamo di svariati milioni di persone che oggi godono una pensione che non si sono guadagnata, messi cioè allegramente a riposo con la regola dei 35 anni di contributi se non meno. Per non parlare dei prepensionati, degli invalidi, dei lavoratori usuranti, degli esodati, delle pensioni di reversibilità, delle minime e chi più ne ha più ne metta. Il tutto caricato sulle spalle del debito pubblico, un vero e proprio saccheggio del bene comune, un autentico abuso nei confronti della collettività e delle generazioni future. Chi mi può spiegare perché col mio lavoro dovrei ulteriormente finanziare questi privilegi? Ma dov’è la giustizia sociale dietro a tutto ciò, signora Camusso?

Anche un cieco può vedere che la pubblica amministrazione è da noi un concentrato di burocrazia, assenteismo, inefficienze che ricadono sul cittadino, un sistema insomma dove il “diritto al lavoro” ha trasformato la macchina statale in uno “stipendificio”. I 3,4 milioni di dipendenti pubblici costano 170 miliardi di euro l’anno, dice la Banca d’Italia, ovvero un decimo dell’intero debito pubblico. Regioni, Provincie, Comuni ed Enti di tutti i generi alimentano una burocrazia faraonica dove, specialmente al Sud, gli emolumenti degli amministratori, delle guardie forestali, dei netturbini, dei sottosegretari, dei medici, degli infermieri, dei maestri e di tutti gli amici degli amici sono di gran lunga la prima voce di spesa. Il caso Sicilia non ha bisogno di commenti, altro che Grecia. L’incidenza dei dipendenti pubblici è dieci volte quella della regione Lombardia. La Trinacria dovrebbe essere il luogo con i migliori servizi del mondo mentre invece affoga nell’inefficienza, nel clientelismo, nell’immondizia, nella malasanità. Altro che la “Baviera del Governatore Lombardo”. E poi ci sono la Calabria, la Campania, la Basilicata, la Puglia, il Lazio, e mi fermo qui perché credo sia più che sufficiente. Chi mi può spiegare perché col mio lavoro dovrei ulteriormente finanziare questi privilegi? Ma dov’è la giustizia sociale dietro a tutto ciò, signora Camusso?

Costruire un’automobile a Detroit costa meno che a Torino. Negli Usa si lavora circa 1950 ore l’anno contro 1750 in Italia, la tassazione del lavoro è meno della metà a fronte di un costo aziendale complessivamente più basso. La conflittualità quasi nulla. Più salario in cambio di meno assistenzialismo e meno sprechi. Dall’altro lato la produttività del lavoro in Italia è la peggiore d’Europa, dice il rapporto di Bankitalia e in nome del sacrosanto “diritto al lavoro”, non cresce da oltre dieci anni contrariamente a tutto il resto del mondo, Germania in testa. Perché da noi gli stabilimenti non dovrebbero quindi chiudere? Come si può pensare che Volkswagen o Toyota vengano ad investire in Italia? Chi mi può spiegare perché col mio lavoro dovrei ulteriormente finanziare questi privilegi?Ma dov’è la giustizia sociale dietro a tutto ciò, signora Camusso?

Insomma, a guardarlo da fuori il nostro sembra proprio quel paese delle favole dove tutti hanno vinto il concorso di “turisti per sempre”. La sola differenza sta nel fatto che il gioco funziona se molti partecipano e pochi vincono. Qui è piuttosto il contrario, pochi lavorano, tutti vantano diritti e succhiano dallo Stato. Ma non sarebbe meglio investire le risorse nel produrre posti di lavoro piuttosto che sovvenzionare privilegi per molti? Ora, benché ormai sia difficile credere alla favoletta che - “avendo fatto i compiti a casa” come dice il Governo - la situazione migliorerà, sta di fatto che siamo frenati dai soliti problemi che hanno portato a questa crisi: non solo la speculazione, le banche, la finanza, l’Europa e tutte le scuse che ci fa comodo trovare. Sono i problemi reali che non sappiamo e non vogliamo accettare né tanto meno risolvere, proprio come quelle vecchie signore corpulente che non si guardano allo specchio per il terrore di vedersi rugose come bulldog. Ma il mondo è cambiato e gli slogan in bianco e nero degli anni settanta sono orami stantie giaculatorie piene di muffa buone solo per ingannare i cittadini con populismo da quattro soldi. E visto che da noi la parola “diritto” è tanto in voga, non è forse un mio diritto, così come di tutti gli altrilavoratori, oppormi a questo stupro della cosa pubblica? E si badi bene che queste non sono idee né di destra né di sinistra, è solo normale, banale, semplice buon senso. Ma allora Signora Camusso, ci dica, cos’altro aspetta a darci una mano?

Lettera firmata. L.P. Treviso.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.61) 24 luglio 2012 17:46

    ahhh... capire almeno un benamato c!!!! spero che toyota e volskwagen vengano a investire a casa tua (non in Italia... proprio a casa tua dove abiti), poi se ne riparla... ma come fai a proporre un diritto all’indebitamento con conseguente trasferimento de profitti all’estero per opera di industrie straniere in nome dell’inefficiente burocrazia? questo sarebbe un impoverimento ancora più grave... ma che te lo spiego a fare...

  • Di (---.---.---.28) 24 luglio 2012 18:06

    Su questo sito si leggono una serie di idiozie che fanno accapponare la pelle. Quelle dell’autore (si fa per dire) del presente scritto (si fa per dire) sembrano idiozie ancora più idiote. Ma non si vergognano queste persone a formulare questi pensieri senza né capo né coda? Il doppio dei pensionati di Francia e Germania? Ma che cazzata è questa? E se pure fosse (ma non è), che facciamo neghiamo la pensione a chi ha versato i contributi perché si sono superate le quote di Francia e Germania? Ma l’autore di queste idiozie si rende conto delle idiozie che formula?

    • Di alfadixit (---.---.---.180) 24 luglio 2012 18:48
      alfadixit

      Egr. Sig. xxx.28
      Sono io l’autore dell’articolo. Che le piaccia o no, questa è la realtà, la quale, essendo scomoda, fa male. Se lei non è d’accordo contesti i dati alla Unione Europea, di cui il nostro ministero ha pubblicato il "libro bianco". L’ndirizzo della relazione è il seguente
      http://www.lavoro.gov.it/
      Per quanto riguarda la produttività del lavoro si diverta guardando il bollettino della Banca d’Italia ei dati dell’Istat . http://www.istat.it/it/files/2011/05/05_produttivita.swf
      Contesti i dati a loro, non a me.
      Le sue opinioni sono certamente importanti ma per fare dell’informazine e capire il perchè delle cose bisogna avere chiaro il fenomeno. Mi faccia sapere.
      Claudio Donini
       

  • Di antimoderno (---.---.---.183) 24 luglio 2012 19:35
    antimoderno

    hai perfettamente ragione.
    Ma esaminiamo da vicino cosa è successo.
    1) Un paese agricolo diventa un paese industriale.
    2) Un paese industriale diventa un paese di servizi.
    3) Per sopperire all’eccesso di manodopera lo stato si fa carico di assumere.
    4) La spesa è insostenibile, ma la vera insostenibilità è nel sistema.
    Conclusione: questo sistema alla lunga non regge.
    Ci sono solo due vie d’uscita:
    1) Riduzione degli stipendi con conseguente riduzione del tenore di vita.
    2) Economia pianificata.

  • Di (---.---.---.133) 24 luglio 2012 21:22

    Gli elementi ed i fatti qui elencati e cosi assemblati darebbero ragione all autore..ma sono un po parziali.
    Infatti basta consultare un qualsiasi archivio giornalistico e gia’ da alcuni anni le forze sindacali denunciano certi malaffari politici o i privilegi.Anche i sindacati hanno delle colpe , certo ,forse proprio quella di non essere stati incisivi e FORTI da opporsi fortemente ai vari soprusi.
    il fatto e’ che oggi dopo uno scellerato ventennio iperliberista non abbiamo miglioarto la nostra situazione ma l’ abbiamo solo peggiorata. E questa crisi , non avra’ soluzione, per iprossimi 10 anni,uscendone sicuramente impoveriti .
    La colpa e’ SOLO sindacale.... troppo semplice troppo poco...peraltro se e’ vero che i sindacati italino non hanno saputo reagire ed opporsi alla situzione odierna allora come si fa ad attribuirgli tutte ste responsabilita’??
    non e’ che le responsabilita’ sono da altra parte.... pensiamoci e non rincorriamo facili capri espiatori.

    da dove ripartire??

    indibbiamente RIORGANIZZARE la spesa pubblica, anche in quelle regioni a statuto autonomo come la sicilia.

    la principale voce di spesa delle regioni, (vale ben il 70% del bilancio di OGNI regione) e’ la spesa sanitaria ... baserebbe solo riorganizzarla (senza tagli lineari) e si recuperebbero parecchi punti di PIL!!

    Poi il numero maggiore di dipendenti pubblici sono quelli della scuola che hanno obbligo lavorativo a 18 hr settimanali e sono intorno al milione!!

    anche qui c’e’ da operare.

    poi ci sono le micro societa’ pubbliche (ricettacolo e parcheggio di trombati ..) che sarebbero da eliminare...

    poi c’e’ l’ INPS che sarebbe in attivo se non vi siscaricassero sopra i buchi altrui come quello del fondo pensioni(spesso super pensioni ingiustificate ) DIRIGENTI...

    poi,poi,poi,poi,...al fondo saranno anche da rivedere gli emolumenti di casta.

    non potremo che fare cosi’ ,basterebbe un mese e non avremmo + problemi di spread...

  • Di (---.---.---.133) 24 luglio 2012 21:32

    No Non ci siamo questo e’ il solito fumus la ricerca di un capro espiatorio .

    i problemi non sono generati dal sindacato che oramai ha solo funzione opinionistica, magari avessimo i sindacati forti alla Francese o tedesca e aberrazioni tipo marchinne non le avremo avute..

    i problemi sono culturali e strutturali

    Culturali:

    essere cittadini significa essere inanzi tutto civili e pagare TUTTI le tasse !
    e poi si vedra’ che si abbassano

    votare (chiunque sia destra ,sinistra , centro,..) ma persone ONESTE ,SERIE CAPACI (cosa che non si fa da decenni.

    Poi questioni Strutturali.

    la prima voce di spesa pubblica dei bilanci regionali e’ la sanita’ vale il 70% del BILANCIO!!
    qui una corretta riorganizzazione ( non puerili tagli lineari) portera’ ad una crescita importante del PIL

    Il numero maggiore di dipendenti pubblici e’ nella scuola,universita’.anche qui una razzionalizzazione

    poi l’ INPS ,che sarebbe in attivo , se non vi gravassero sopra i buchi di fondi pensione in passivo come quello dei dirigenti!!

    ecc ecc ecc poi e’ vero anche ridurre gli emolumenti di casta...

    ma se no partimo da questi fondamentali sara solo una lenta agonia

    buona serata.

     

  • Di (---.---.---.183) 24 luglio 2012 22:10

    Condivido appieno tutto quanto c’è da criticare e modificare su sprechi e privilegi; questi due enormi bubboni, forse, adombrano la SOLIDARIETA’.

    In tempi difficili ci si deve aiutare di più, ovviamente chi ha di più può dare meglio, soffre meno.
    La vita sociale ha senso quando ci si unisce nei pericoli e nelle situazioni difficili.

  • Di paolo (---.---.---.166) 25 luglio 2012 00:14

    Politica , sindacati , clero cattolico e mafia sono le quattro gambe di un tavolo che è inevitabilmente saltato e non poteva essere diversamente .Ognuno ha fatto la propria parte ,spesso intrecciandosi in connubi immondi ,con un unico scopo : difendere ciascuno i propri privilegi .

    Lo hanno fatto i politici che hanno praticato e consentito i peggiori istinti sociali in cambio del voto (specialmente al Sud) e chiuso un occhio (se non tutti e due) nel contrastare la criminalità organizzata e l’evasione fiscale,lo hanno fatto i sindacati difendendo cani e porci in spregio ai più elementari principi di giustizia ,lo ha fatto la Chiesa con una costante ingerenza nelle istituzioni ,lo ha fatto ovviamente la mafia che si è comportata come stato nello stato ,appropriandosi di intere parti del territorio nazionale .

    E i cittadini ,eufemisticamente parlando ,come si sono comportati?

    Esattamente in maniera complementare ,in spregio alle regole fondamentali di una società civile ,rubando tutto quello che era possibile rubare , accettando il voto clientelare come scambio di favori o raccomandazioni ,facendosi seghe di concetti come onestà ,rispetto delle leggi ecc..

    Il risultato è sotto gli occhi di tutti e l’articolo (sacrosanto) è una lapalissiana e documentata conferma di quanto sopra ,eppure c’è ancora qualcuno che chiude gli occhi per non vedere oppure è talmente rintronato da non capire una mazza .
    D’altra parte questo ci spiega anche perché questo paese si è permesso il lusso di un ventennio di follia aggrappato alla farsa di un pifferaio magico .
    E il rischio(concreto) è che non sia ancora finita (la farsa) ,mentre di sicuro è finito(il paese).

  • Di pv21 (---.---.---.232) 29 luglio 2012 19:04

    Appendice >

    Parlando di "ricchi" sarebbe il caso di ricordare che l’Italia ha anche il record dell’evasione fiscale. Sono almeno 150 miliardi all’anno che si aggiungono ai 60 frutto di corruzione tra pubblico e privato.

    Ma c’è una cosa che fa incaz ... di brutto.
    Monti, in pochi mesi, ci ha dato la riforma delle pensioni e del lavoro.
    Ora, con la spending review, intende in 2-3 mesi ripulire e "fare le pulci" alla macchina dello Stato.
    Lo stesso Monti che in merito alla mancata adozione di una patrimoniale sulle "grandi ricchezze" se l’è cavata rispondendo che i suoi "tecnici" avevano bisogno di ben 2 anni di preparazione.
    Non per niente siamo La penisola del tesoro ...

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