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Genova paralizzata dalla mobilitazione dei lavoratori del trasporto pubblico

Anche in questi giorni Genova è paralizzata dallo sciopero dei lavoratori dell'AMT, l'azienda di trasporto pubblico locale, 2500 dipendenti, un processo di privatizzazione in corso. A spingere i lavoratori in Piazza è stata la volontà del Comune di non ritirare la delibera sulla privatizzazione, che dovrebbe consegnare nelle mani dei privati tanto il trasporto pubblico (AMT), quanto la manutenzione stradale (ASTER), l'igiene pubblica (AMIU), le farmacie e le spiagge comunali.

Un po' come avvenuto a Firenze e in altre città d'Italia, la manovra per la privatizzazione, in questo caso fortemente sostenuta dal PD, è stata preceduta da un accordo siglato a maggio da CGIL-CISL-UIL-FAISA che chiedeva grossi sacrifici salariali ai lavoratori in cambio di una ri-patrimonializzazione dell'azienda da parte del comune, che però non avrebbe scongiurato affatto l'ipotesi di (s)vendita al privato. Il referendum-ricatto alla Marchionne è poi passato tra i lavoratori per un pugno di voti, a testimoniare una forte opposizione interna al processo in corso. A luglio, un nuovo sciopero dei lavoratori ha costretto il Consiglio a rimandare la seduta in cui si sarebbe dovuta votare la delibera di svendita; allora l'occupazione dell'aula è stata sventata da un cordone di Carabinieri in assetto anti-sommossa.

La lotta si è poi manifestata con la convocazione di un presidio permanente in Piazza De Ferrari, che ha preceduto di una settimana lo sciopero attuale, permettendo ai lavoratori di informare altri cittadini sui pericoli incombenti, tanto sui lavoratori quanto sugli utenti delle partecipate pubbliche genovesi. Lunedì 18, una volta fallita la trattativa tra comune e sindacati, i lavoratori si sono riuniti nelle rimesse ed hanno votato lo sciopero selvaggio per le successive 24 ore, nonostante la legge 146 del 1990 impedisca gli scioperi selvaggi nei servizi i pubblica utilità, prevedendo delle clausole di raffreddamento e la garanzia minima del servizio, in modo da attutire il danno generato al datore di lavoro. Una clausola utilizzata recentemente anche in settori che pubblici non sono, ad esempio contro lo sciopero dei dipendenti dei magazzini Granarolo di Bologna, a dimostrazione del ruolo repressivo di questa norma.

Martedì 19 non un autobus ha lasciato le rimesse. Nel pomeriggio, i lavoratori AMT, accompagnati da delegazioni di AMIU, ASTER, farmacie e spiagge comunali, si sono mossi in corteo verso Palazzo Tursi dove era in corso il Consiglio Comunale. Il corteo ha invaso l'aula del consiglio, decidendo per l'occupazione dello stesso quando né il sindaco Doria né l'incontro in prefettura con i vertici aziendali hanno dato il minimo segno di voler tornare indietro sulle loro decisioni. Lo stesso Renzi, che a causa delle proteste ha dovuto rinunciare ad una conferenza stampa in città, è stato contestato per come ha gestito il processo di privatizzazione della partecipata ATAF a Firenze: un segnale importante di unità da parte dei lavoratori. Dopo le 19.00 i dipendenti riuniti in assemblea dentro il Consiglio Comunale hanno deliberato la continuazione dello sciopero per il giorno successivo.

ascolta l'intervista a Giacomo del collettivo Noi saremo tutto di Genova (Martedì 19)
 

Mercoledì 20, la città era paralizzata, anche i dipendenti ASPER hanno indetto uno sciopero di 4 ore, a sottolineare l'unità della lotta. I lavoratori hanno bloccato i caselli di Genova est e Genova ovest, poi un corteo si è diretto in centro, tagliando per ore la città in due parti. Il sindaco ha indetto una conferenza stampa, nel tentativo di rassicurare gli scioperanti, annunciando che AMT resterà pubblica “ancora nei prossimi 13 mesi”.

Una beffa contro la quale l'assemblea dei dipendenti ha deciso di continuare lo sciopero. Un dato positivo della giornata è stato l'alto numero di militanti e lavoratori che hanno sostenuto il blocco della circolazione in città, segno che intorno ad un genuino movimento di classe si stanno raggruppando forze in grado di fare un bilancio reale di queste giornate e di estendere tanto la solidarietà quanto la consapevolezza in altri settori di classe lavoratrice.

Proprio in questo senso sono previsti per sabato dei volantinaggi itineranti a Genova ed in altre città, che hanno intelligentemente preso come obiettivo non le sole vicende di AMT, ma la lotta contro la privatizzazione nel suo complesso.

A Genova, nel frattempo, lo sciopero continua. 

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