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Genchi. Sospeso risponde su Facebook

Non si può continuare a far finta di non vedere. Non si può continuare a tacere. La legalità e lo Stato di diritto in Italia non esistono più. Siamo più vicini al Cile di Pinochet o al "Truman show" che non ad una democrazia occidentale compiuta.

Ogni giorno ci sono casi di abusi perpetrati attraverso sistemi legali. Si incarcerano persone per stupri mai commessi, si attua un genocidio contro i rom, ci si accanisce contro tutto e tutti quelli che non fanno parte di un sistema criminoso che infanga sempre di più il nostro Paese. Ora, dopo Luigi De Magistris, ci si accanisce contro Gioacchino Genchi, del quale non si capisce di quali reati sia accusato e, addirittura, lo si sospende dal suo lavoro senza motivi rilevanti.

L’ingiustizia del "caso Gioacchino Genchi" grida vendetta.

Questo signore, che io non conosco ma ho apprezzato nelle sue esternazioni, è stato sospeso dal suo lavoro per motivi che non stanno né in cielo, né in terra.

Da mesi, insieme, al magistrato Luigi De Magistris ed altri, c’è un accanimento ingiusto da parte dei poteri forti che condizionano negativamente il nostro paese, contro questo inerme signore, consulente giudiziario e poliziotto in aspettativa.

Si rimane esterefatti dalla prepotenza, le insinuazioni, la persecuzione per episodi che sfuggono alla nostra semplice comprensione. Oggi, in questo Stato, chiunque può perdere il lavoro, essere denigrato, calunniato e sbattuto in galera, in maniera assolutamente legale, solo per compiacere persone che rimangono nell’ombra.


Istituzioni, classe politica e forze dell’ordine sembrano al servizio di qualche gruppo di potere che cerca di far man bassa dell’Italia e dei suoi cittadini.

Ecco come Genchi ha annunciato la sua sospensione sul suo blog, con una rassegnazione che suscita tenerezza ed indignazione allo stesso tempo: "Cari amici, poco fa mi è stata notificata la sospensione dal servizio della Polizia di Stato. Col provvedimento di sospensione dal servizio mi sono stati ritirati il tesserino, la pistola e le manette. Il provvedimento è fondato sulla mia replica al giornalista Gianluigi Nuzzi di Panorama, che mi aveva dato del bugiardo su Facebook. Il mio amico Marco Bertelli ha ripreso la chat, pubblicandola sul mio blog “Legittima difesa”.

Il senso dello Stato ed il rispetto che ho per le istituzioni mi impongono di tacere e subire in silenzio. Sono vicino e solidale con chi in questo momento, probabilmente, è sottoposto a pressioni politiche assai maggiori delle violenze e delle mistificazioni che sto subendo io.

Confermo da cittadino e da poliziotto la mia assoluta stima e subordinazione al Capo della Polizia – Prefetto Antonio Manganelli – che ha adottato il provvedimento di sospensione.

Mi difenderò nelle sedi istituzionali senza mai perdere la mia fiducia nella Giustizia e nelle Istituzioni. Vi ringrazio di tutto e spero che le mie sofferenze servano al trionfo della Verità ed alla vittoria dei giusti. Un forte abbraccio per tutti quanti mi siete stati e mi sarete vicini!".

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