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Gattaca, La porta dell’universo

Gattaca – La porta dell’universo è un film di Andrew Niccol. Nel film è rappresentata una società distopica dove viene effettuata una selezione tra coloro che nascono in modo naturale e coloro che nascono in modo artificiale con un patrimonio genetico programmato.

Tramite l’analisi del DNA ricavabile da qualsiasi fluido corporeo, nella società distopica suddetta, le aziende selezionano il loro personale. Vediamo, nel film, che la società è divisa in due categorie: validi, cioè individui con il patrimonio genetico perfetto, i quali sono scelti per ricoprire i ruoli più prestigiosi della comunità, e i non validi, individui che hanno una serie di problemi fisici, individui i quali sono scelti per i lavori più dequalificanti.

Vincent viene concepito dai suoi genitori in modo naturale e fin da piccolo risulta abbastanza diverso dal fratello Anthony, concepito, invece, in modo artificiale. Vincent, ad un certo punto della sua vita, scappa di casa e finisce a lavorare come addetto alle pulizie in un azienda aerospaziale che si occupa di missioni interplanetarie ossia Gattaca.

Il più grande sogno di Vincent è quello di diventare un astronauta e di viaggiare nell’universo. Ad un certo punto del film Vincent “compra” l’identità di Jerome Morrow, un uomo che è un “valido” ma non può vivere una vita normale perché è finito sulla sedia a rotelle dopo un incidente. Vincent per “essere visto” come Jerome deve fare quotidianamente una serie di esami al sangue e alle urine: egli, allora, si porta appresso il sangue e le urine di Jerome e, così, può essere visto come quest’ultimo.

Nell’azienda c’è un omicidio e tra i sospettati c’è un non valido di cui non si conosce l’identità: allora, vengono fatti degli esami a tutti i dipendenti validi ma Vincent riesce, grazie a uno stratagemma, a non farsi scoprire. Egli comincia a vedersi con una sua collega di lavoro, Irene, e i due finiscono col fare sesso. Tra coloro che indagano sull’omicidio c’è il fratello di Vincent, Anthony. Verso la fine del film, dopo una lunga serie di eventi, Vincent si fa scoprire dal fratello e insieme vanno a nuotare come facevano da ragazzi. Anche stavolta, come successo in precedenza nel film, Vincent salva suo fratello dall’annegamento. Il film finisce con Vincent che va nello spazio e Jerome che si suicida.

Il film parla di repressione e controllo sociale: Vincent per “diventare valido” deve sottoporsi a tutta una serie di azioni che gli permettono di “camuffarsi” e “imbrogliare” la sua azienda. Vincent soffre molto il fatto che deve portare avanti questo inganno ogni giorno: Vincent non si sente libero di essere semplicemente se stesso.

Il film sembra parlare, allora, anche di omologazione sociale: i validi rappresentano una sorta di comunità “perfetta” asettica, asettiche come sono anche le ambientazioni del film. Tali ambientazioni grige e oltremodo fredde e impersonali sembrano suggerire che l’omologazione sociale elimina e reprime tutto ciò che concerne ed implica originalità e stravaganza.

La vita di Vincent è un continuo calvario sia fisico che esistenziale: egli porta la “maschera” di un altro individuo completamente diverso da se stesso. Vincent è diverso anche dal fratello ed è questa sua diversità che lo porta ad avere una storia amorosa con Irene. Il rapporto tra Irene e Vincent è oltremodo passionale e si pone contro il mondo asettico nel quale i due personaggi vivono.

Il viaggio nello spazio per Vincent rappresenta una sorta di via di fuga dal mondoin cui vive. Il viaggio nello spazio rappresenta anche la “morte” per Vincent, morte che porta Vincent a liberarsi da una vita grigia e senza passione, “morte” che, nello stesso tempo, assume il valore della vita mentre la vita nel mondo distopico in cui Vincent vive assume il valore della morte.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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