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Gambia, nuovo codice penale prevede l’ergastolo per gli omosessuali

Fermata in Uganda grazie a una sentenza della Corte costituzionale, l’omofobia di stato rischia di tornare in Africa col nuovo codice penale del Gambia, approvato dal parlamento a fine agosto, un cui articolo prevede il carcere a vita per il “reato” di “omosessualità aggravata”.

Secondo le organizzazioni per i diritti umani, se approvata, questa disposizione non farà altro che aumentare lo stigma e l’isolamento di persone che già vivono ai margini della società gambiana, in un clima di odio e paura.

Il presidente del Gambia, Yahya Jammeh (nella foto), già noto ai lettori e alle lettrici di questo blog e promotore, cinque anni fa, di una vera e propria “caccia alle streghe”, ha tempo fino al 25 settembre per approvare o respingere la misura.

Non c’è molto da sperare, purtroppo. Nel 2013, in piena Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente pronunciò queste parole:

“Coloro che propagandano l’omosessualità vogliono porre fine all’esistenza umana. Sta diventando un’epidemia e noi musulmani e africani dobbiamo combattere per fermare questo atteggiamento”.

Nel febbraio di quest’anno, è stato ancora più perentorio:

“Dobbiamo combattere questi vermi chiamati omosessuali allo stesso modo in cui combattiamo le zanzare che portano la malaria, forse dobbiamo essere ancora più aggressivi”.

“Se li prendo li uccido”, è stata l’ultima dichiarazione, rilasciata a maggio all’agenzia di stampa APA. Ce l’aveva coi rifugiati gay che, a suo dire, s’inventerebbero di essere perseguitati in Gambia per ottenere asilo politico in Europa.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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