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 Home page > Tribuna Libera > Franco Mastrogiovanni: la società disumana degli indifferenti

Franco Mastrogiovanni: la società disumana degli indifferenti

L’Espresso‘, con il consenso attivo dei familiari di Franco Mastrogiovanni e su iniziativa dell’associazione “A buon diritto” di Luigi Manconi ha trasmesso lo streaming dell’interminabile e omicida costrizione a cui Franco è stato sottoposto.

Una denuncia pubblica affinché sia fatta piena luce e perché casi del genere non si ripetano mai più.

Dopo aver visionato solo i primi tre minuti del video qualcosa di atroce e di insopportabile mi trafigge il cuore. E’ quel senso di dolore e di impotenza che strazia l’anima e ti invita a chiederti se avrai o meno la forza di andare sino in fondo. Percepire il dolore altrui come se fosse tuo.

Come se tu fossi su quel letto di dolore, inerme ed inascoltato, nella cieca e sorda indifferenza che diviene totale abbandono.

Mi dico: devi continuare a guardare e vedere sino a che punto arriva la brutalità umana.
La banalità del male di chi proclama di volerti fare del bene e, in realtà, è il tuo carnefice.


Così vado avanti, cercando di contenere un dolore sempre più straziante che – certo – non è mio ma mi sconvolge, nella mente e nel profondo, e perciò mi appartiene.

Penso a quanta ingiustizia porti con sé questa sempre più disumana società degli indifferenti.
Una società, cosiddetta civile, sempre meno inclusiva, inospitale, nemica di qualsiasi ‘bizzarria’ o presunta anomalia, rispetto ad una conformità d’un sistema che vogliamo perfetto e ad un’apparente normalità che ci fanno sentire pienamente integrati.

Sento incombente l’indifferenza, l’apatia, il distacco e la freddezza di chi volta sempre la faccia dall’altra parte. Il peso del pensiero, inespresso ma manifesto, di chi vive e si muove pensando: ‘tutto quel che non mi tocca, non mi riguarda’.

Mi fermo, penso e mi dico: non ci sono parole efficaci per testimoniare e gridare tutto il dolore e la disperazione di un uomo e dei suoi congiunti.

Quella persona, non diversa dal nostro essere donne o uomini, sarebbe potuto essere ciascuno di noi.
Costretti a morire da soli, nell’assoluta indifferenza della nostra brutale società disumana e disumanizzante.

Medidate che questo è stato (o è Stato).

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