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Francia, bavaglio contro chi protesta contro la legge sulla sicurezza globale

“Le persone che protestano contro il pericoloso disegno di legge sulla sicurezza globale sono state arrestate e vengono detenute su basi pretestuose. La mano pesante con cui la polizia francese ha gestito queste proteste non fa altro che sottolineare perché sia così necessario tenere sotto osservazione l’operato della polizia. Questa legge potrebbe impedire ai giornalisti di raccontare eventuali violenze della polizia, creando un precedente estremamente pericoloso”.

Questo è quanto ha dichiarato Amnesty International sulle tattiche illegali cui fanno ricorso le autorità francesi per reprimere le proteste e mettere a tacere chi critica la proposta di una Legge sulla sicurezza globale che sarà votata a marzo dal Senato di Parigi, dopo l’approvazione dell’Assemblea nazionale del 24 novembre scorso.

La proposta di legge limiterebbe la possibilità delle persone di far circolare immagini relative a violenze della polizia, e allo stesso tempo, aumenterebbe i poteri di sorveglianza della polizia attraverso l’utilizzo di sistemi di monitoraggio a circuito chiuso e droni.

Decine di migliaia di persone, tra cui anche molti giornalisti, sono scese in strada in Francia dal novembre del 2020 per opporsi alla proposta di legge.

Il 12 dicembre solo a Parigi sono state arrestate 142 persone. Molti di questi manifestanti sono stati arrestati per reati non violenti definiti in maniera poco chiara dal diritto francese, tra i quali il reato di oltraggio a pubblico ufficiale e partecipazione a un gruppo con lo scopo di predisporre atti violenti.

Alla fine, circa l’80 per cento di questi manifestanti non ha subito alcun procedimento giudiziario.

Amnesty International aveva manifestato preoccupazioni simili in merito agli arresti arbitrari collegati alle proteste dei “gilet gialli” iniziate nel 2018 contro le riforme delle pensioni e anche durante le manifestazioni seguite al lockdown del 2020.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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