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Francesco Raiola

Francesco Raiola

Ex direttore di AgoraVox Italia, capo area musica a Fanpage.it, redattore di Freakout, tra i fondatori del festival letterario "Un'altra galassia", appassionato di musica (indie), letteratura, politica e comunicazione. Scrive anche qui: mrjoneswords.wordpress.com e soprattutto qui: cosedimusica.tumblr.com. Napoletano. Twitter @mrjones1981













Ultimi commenti

  • Di Francesco Raiola (---.---.---.123) 18 novembre 2008 16:50
    Francesco Raiola

    E perché ci sono mai stati problemi : )

  • Di Francesco Raiola (---.---.---.123) 18 novembre 2008 16:14
    Francesco Raiola

    Caro DD, meno male che ci sono idee così contrastanti, altrimenti sai che noia? Scusa se ho frainteso, e comunque, credimi, non voglio e soprattutto non posso combattere nulla...
    Comunque sì, mi riferivo all’indie in generale, e come ho detto sicuramente avrò tralasciato una marea di gruppi (ad es. se vai sul funk, ascolta, se non l’hai già fatto, i Calibro 35 - cover d’autore :);: anche se è vero che manchiamo in alcuni generi).
    Ripeto, il concetto di indie è molto fallace, ma non credo che i Gerntlemen’s agreement si possano definire dello stesso genere del Teatro degli Orrori o dei Fitness Forever o di Don Turbolento. Ho provato a spiegarlo, ma ho anche detto che una certa linea (come dici tu) ho provato a seguirla; non ho seguito il jazz, il funk, "non c’è metal, non c’è hip hop, non c’è dance, non ci sono tanti gruppi che mi piacciono".
    Non potevo prendere in considerazione tutto l’alternativo (forse rende meglio l’idea) che c’è in Italia, ma tu potresti aiutarmi e postare un pezzo sul’alternativo che ti piace (se ne hai tempo e voglia).
    Sulle questioni tra te e cafenoir...beh io non ci metto bocca :)
    ciao

  • Di Francesco Raiola (---.---.---.123) 18 novembre 2008 15:09
    Francesco Raiola

    L’ho letto ora e come ho scritto...concordo in pieno

  • Di Francesco Raiola (---.---.---.123) 18 novembre 2008 15:08
    Francesco Raiola

    Beh insomma sul termine indie si discute tanto, quello che ho inteso con indie, io e solo io, l’ho scritto nel pezzo, tra le parentesi. Che col termine indie si tenda a generalizzare e ad associarlo al rock, è vero, ma è una tendenza e il fatto "che nella lingua parlata, e nel linguaggio dei media", si usi, beh è una di quelle cose che volevo combattere con questo articoletto, era proprio il succo del discorso, insomma. Io parto dal fatto che etichettare è utile solo per dare un riferimento generale, ma nella sostanza vale quanto il due di picche, il mio discorso andava oltre l’etichettatura, ma forse non sono riuscito a dare l’idea e mi spiace.
    Il pezzo è fallace dal principio e l’ho dichiarato in chiusura, ma era un tentativo di far capire che con indie, o alternativo o underground, insomma, non si possono racchiudere sempre le stesse cose, e non può/potrebbe farlo un giornalista nazionale che è esperto di musica (e lo è!).
    Sul fatto che oggi è tutto uguale, fa tutto schifo, beh questo lo trovo un discorso un po’ superficiale. Ho variato tra i gruppi (nel genere) proprio per dimostrare il contrario, ovvero che c’è molto fermento, ma bisogna perdere tempo, sporcarsi le mani e le orecchie, correre il rischio di ascoltare schifezze per arrivare a qualcosa di buono. è un rischio che io voglio correre.
    Tra l’altro nel mondo non mi sembra che si vada tanto meglio, che l’originalità la faccia da padrona, ma dei gruppi buoni ci sono, e non sono neanche pochi.
    Poi l’originalità, la ricerca dell’originalità a tutti i costi. io un gruppo lo ascolto anche se mi ricorda i Beatles, se si rifà ai Joy Division, basta che mi piaccia. Cosa vuol dire originale? Cosa intendi?
    I nuovi 99 o Alma non ci saranno più (per fortuna, perché, e ora ci vuole, ci bastano gli originali), un altro Sanacore non uscirà, ma usciranno ed escono tante cose buone. Cerchiamo di essere meno distruttivi.
    Nel frattempo anche all’estero cominciano a guardarci.
    Brian Ritchie dei Violente Femmes ha pubblicato un album con gli Zen Circus, Bonnie Prince Billy (all’epoca Will Oldham) ha collaborato con i Numero 6, abbiamo gruppi pubblicati da importanti case discografiche straniere e a gennaio uscirà l’album di un ragazzo napoletano con un’importante etichetta indipendente spagnola (la Elefant).
    Credimi sono il primo critico di quello che succede in Italia, ma a volte è bene anche guardare il bichiere mezzo pieno.
    Grazie per i commenti, comunque e la discussione.

  • Di Francesco Raiola (---.---.---.123) 18 novembre 2008 11:09
    Francesco Raiola

    E vabbè, se prendiamo gli 80, stiamo freschi, basterebbe dire Rettore - GRANDE!!!!!!!!!!!


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