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Francesco Finucci

Studente di Master in International Relations (Terrorism and Political Violence) presso l'Università di Birmingham. Ricercatore presso Terrorism and Political Violence Association (TAPVA). Interessato in terrorismo, violenza politica, conflitti e politica internazionale.

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  • Primo articolo giovedì 02 Febbraio 2010
  • Moderatore da sabato 03 Marzo 2010
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Ultimi commenti

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.35) 4 settembre 2011 02:02
    Francesco Finucci

    Non resta che mandare via Berlusconi per rendere il Berlusconismo definitivo e non più eliminabile. Berlusconi è figlio (oltre che di una donnina allegra) della dialettica politica esasperata, di un popolo italiano inerte e mai realmente uscito dall’apatia politica del fascismo, e ciò non solo riguardo agli elettori di destra. L’italia, ad oggi, non è molto più democratica di quanto non lo fosse sotto mussolini. Con la leggera differenza che l’indifferenza e il degrado culturale ad oggi si rivela endemico anche nel più accanito antiberlusconiano. Il berlusconismo è così radicato proprio perché Berlusconi è stato per 20 anni il fulcro della dialettica parlamentare. Non esiste giusto e sbagliato, esiste il berlusconiano e l’antiberlusconiano, chi se ne frega dell’etica, si fanno due calcoli sulla percentuale tra i nostri conoscenti di destrorsi e sinistrorsi, si annusa l’aria, e si compra il pacchetto contenente vestiario, programmi preferiti, libri da esporre (più che da leggere), idee, simpatie, parole persino. Questo è il vero Totalitarismo, le leggi sono leggi fintanto ché gli individui le rispettano. Le leggi cadono facilmente, quello che rimane sono le consuetudini, il modus vivendi. Non c’è un grande fratello, in compenso ci sono le tre nazioni che ogni tanto si scambiano il ruolo, l’importante è che si continui a combattere. Berlusconi è l’ultimo dei problemi, a me preoccupano gli italiani.

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.35) 4 settembre 2011 01:13
    Francesco Finucci

    E’ la tecnica dell’infotainment. Ma l’intrattenimento serve a riferire lo stato d’animo dei cittadini, l’informazione a mettere in evidenza ciò che i cittadini non sanno ma dovrebbero sapere. Quando queste due professioni si scambiano e si fondono, tutto s’intorbidisce, e il sistema viene eroso dal di dentro. Credetemi se vi dico che se crolla l’informazione libera nulla rimarrà a proteggere la nostra democrazia.

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.35) 4 settembre 2011 00:55
    Francesco Finucci

    Per fare cosa, poi? Tornare agli staterelli ed essere ancora più in balia di paesi ben più potenti del nostro? Una vera politica di autonomia per le spinte indipendentiste (vere o presunte) non può che passare attraverso una vera e comprovata volontà popolare, ma dubito questo risolva il problema. In realtà, come molti che oggi si occupano di mafia dicono, da Turri a Umberto di Maggio, il problema vero è quello di considerare la Ndrangheta come una sorta di cancro nato nel sud da tagliare via con un bisturi. La differenza che il Diritto stesso ha sostenuto, tra associazione a delinquere e associazione a delinquere di stampo mafioso è l’endemica tendenza della seconda a creare legami con la politica. Finchè non si capisce che non esistono mafia calabrese, siciliana e campana ma solo una Mafia Italiana, non si va da nessuna parte. Senza un principio di responsabilità civile e politico questo paese non può cambiare. Il problema, come sottolinea lo stesso Truhn, è che non si cambia una società buttando lì qualche miliardo, ci vuole tempo. Aggiungo che per cambiare la classe politica ci sono tre modi: Si vota (ma il parlamento italiano non cambia da 20 anni) ci si fa eleggere (ma non si entra in un partito se non si viene eletti), si attua un colpo di stato (che porta inevitabilmente in parlamento individui peggiori di quelli oggi lì presenti). A questo punto, scartando queste tre ipotesi, quelli che veramente possono cambiare l’italia sono i cittadini stessi, sono i professori, gli scrittori, i giornalisti, gli attori, i registi, ma anche gli studenti, i lettori, i telespettatori, perché la coscienza non si esporta, né si educa, si può solo essere d’esempio, nel modo e non nelle idee. E’ chiaro che con Bassolino non si va avanti, ma prima o poi anche bassolino creperà, a meno che non si fanno l’ennesima legge ad castam e rendono illegale per la morte stare a meno di dieci metri dai politici. La decostruzione di questa cappa con cui ci stanno soffocando non può esistere senza una costruzione, e questa costuzione non può che partire dai cittadini

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.35) 4 settembre 2011 00:38
    Francesco Finucci

    I cables delle ambasciate riportano alla luce sempre i dati più rilevanti, perché si basano sull’analisi di personaggi esperti e, contrariamente a quanto si penserebbe, spesso decisamente "umani" nella loro analisi. E’ un ottimo punto di vista, perché unisce l’indagine giornalistica con la realtà delle persone che la vivono, da un punto di vista che solitamente non ha motivo di essere schierato. Merito di Agoravox l’aver puntato i riflettori su questa fonte. Per me è stato illuminante

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.230) 10 aprile 2011 18:59
    Francesco Finucci

    spregievole come una donna del genere porti il nome di un così grande uomo come il generale Dalla Chiesa. Ecco un’altra donna caduta nella miseria morale, ma stavolta non si tratta di miserabili naturali e conclamati come la D’Urso o Mike Bongiorno. Stavolta è proprio una carognata


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