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Francesco Finucci

Studente di Master in International Relations (Terrorism and Political Violence) presso l'Università di Birmingham. Ricercatore presso Terrorism and Political Violence Association (TAPVA). Interessato in terrorismo, violenza politica, conflitti e politica internazionale.

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  • Primo articolo giovedì 02 Febbraio 2010
  • Moderatore da sabato 03 Marzo 2010
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Ultimi commenti

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.169) 31 ottobre 2011 22:16
    Francesco Finucci

    E’ incoraggiante sentire che c’è qualche altro strambo essere umano che la pensa come me. Grazie, sul serio.

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.94) 21 settembre 2011 17:21
    Francesco Finucci

    Come si è detto dell’italia, è fatta l’europa ma mancano da fare gli europei. E manca ancora molto, un lungo processo che probabilmente passerà per una forte crisi. L’italia stessa è stata declassata, e secondo il FMI non riuscirà ad ottenere il pareggio di bilancio, cosa che farà irritare non poco l’onnipotente Merkel, che ormai sembra la padrona dei destini economici e quindi politici di tutta l’europa. L’europa impone solidarietà e collaborazione, e queste due parole non solo non sono ancora rispettate, semplicemente NON ESISTONO tra i paesi europei, né tra i loro rappresentanti. La spaccatura sulla politica energetica (con l’italia aggrappata a russia, e fino a poco tempo fa, alla libia); la scelta unilaterale dell’inghilterra e degli usa di intervenire in libia; l’abbandono di paesi come la grecia; l’egemonia di pochi paesi (germania, francia, inghilterra); la mancanza di comunicazione tra i leader europei (erdogan aveva detto di non far percepire l’intervento in libia come un’invasione, ed è stato bellamente ignorato); tutti questi sono segnali di un’europa che non esiste, se non nelle belle parole e in qualche palazzo molto ben edificato, ma fondamentalmente inutile. Se non ci comportiamo da europei non esisterà mai l’europa. O peggio, ci porterà in una crisi sistemica, una vera e propria crisi del 29 circoscritta all’europa, con più mostri economici pronti a metterci le mani sopra (cina, russia, usa e india).

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.107) 19 settembre 2011 04:48
    Francesco Finucci

    tutto questo ovviamente portato al passato, dato che si tratta di 3 anni fa, ma non mi sembra la situazione sia cambiata nel tempo, anzi, la russia se possibile è ancora più isolata, venuto a mancare il legame russia-italia-libia.

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.107) 19 settembre 2011 04:45
    Francesco Finucci

    Finalmente un buon articolo sulla politica estera russa, su cui credo ci sia parecchia confusione e ignoranza (la mia per primo). Quello che non capisco è però una questione. Perché la russia dovrebbe avere interessi economici nel caucaso? Certo, ovviamente la regione ha dei grandi giacimenti di petrolio, ma non sembra che la russia abbia esattamente problemi di questo genere. Anche l’ostilità di Saakhasvili può rivelarsi un problema nel lungo periodo (come lo sono state le dissidenze di altri piccoli paesi come l’ungheria prima della caduta del muro). Però sembra piuttosto strano che la russia, già politicamente isolata, tenti una sortita così azzardata (dal punto di vista della diplomazia internazionale, e non militare, ovviamente) solo per due cose che già di fatto possiede: l’egemonia sulla maggior parte dei paesi dell’ex-urss e il petrolio. E’ forse una questione di rivalità e di "politica di potenza" nei confronti della Cina?

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.107) 19 settembre 2011 04:11
    Francesco Finucci

    Non posso che essere daccordo con quanto hai detto. Ma uno dei pregi di vivere in un piccolo paese, o forse l’unico, certamente l’unico è quello di avere davanti agli occhi con chiarezza le dinamiche della politica. Il problema della castizzazione di una nazione non è solo nel suo effetto più evidente, quella specie di reggia di versailles che è diventato il nostro parlamento; è nella completa impermeabilità del sistema di turn-over nei palazzi del potere. Votare è un dovere, qualcosa che sinceramente non faccio abbastanza, ma i cui difensori stimo molto, anche perché ci vuole almeno parecchio stomaco, visto chi abbiamo come rappresentanti. ma l’alternativa è farsi eleggere? Alcuni ce l’hanno fatta (non in italia ovviamente), sono nati onesti e lo sono rimasti, e nonostante tutto sono riusciti a cambiare il loro paese (prima di essere ammazzati). E’ una delle più belle frasi di Salman Rushdie, la scelta di essere un’idea che si piega, o una ostinata, che novantanove volte su cento verrà spezzata, ma una volta e una volta sola, cambierà il mondo. Quello che hanno fatto alcuni personaggi, da Martin luther king a gandhi (in verità più il secondo che il primo) lo hanno fatto anche perché i tempi erano cambiati. In questo sinceramente vedo una contraddizione nel tuo discorso. E’ un dovere votare, possiamo farci eleggere, ma il problema è sistemico. Qui, mi spiace dirlo, ogni popolo ha il governo che si merita. Perché i politici non dovrebbero evadere le tasse, se quando qualcuno ci fa notare che non abbiamo messo tutto il nostro reddito reale nell’isee, ci viene risposto in malo modo (almeno a me, forse a voi no): "perché, non paghiamo abbastanza? che c’è, vuoi pagare di più?". E’ chiaramente un diritto quello di avere un governo democratico, libero e giusto. Ma credo che prima di pretendere qualcosa, esiste una sola domanda che dovremmo porci: "meritiamo di essere liberi?"


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