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Francesca Immacolata Chaouqui: quando l’arroganza non paga...

Lobbista. Un termine che ad alcuni fa venire in mente oscure pratiche, mai chiaramente delineate, riconducibili a persone che si muovono nell’ombra, al pari di chi opera nei servizi segreti. Per altri, la parola “lobbista” non significa un fico secco, l’ignoranza sulla materia, regna ancora sovrana.

Diciamo che, l’immagine del personaggio oscuro, che si muove nell’oscurità per fare pressioni su gruppi di potere, al fine di far ottenere decisioni che sostengano le attività professionali, politiche ed economiche di chi si avvale dei servigi di un lobbista, è coerente con la realtà, anche se oggi la professione di lobbing, sta venendo sempre più allo scoperto.

Il lobbing, non è altro che una serie di attività, espletate da professionisti, tese a fare pressioni nei confronti – principalmente – delle istituzioni, per ottenere vantaggi di vario genere. Per far questo, si può utilizzare denaro oppure la promessa si un maggior prestigio personale.

Un nome per tutti? Luigi Bisignani. Ex giornalista (radiato dall’Albo nel 2000) è ancor oggi considerato l’uomo più potente d’Italia. Il motivo? La sua capacità nell’intessere relazioni con personaggi di potere che riesce a sua volta a far entrare in relazione. Professione che comunque, gli è costata una condanna a due anni e sei mesi per “violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti nell'inchiesta Enimont”. L’Ordine dei Giornalisti lo radiò dall’Albo a causa di questa condanna.

Bisignani, si è sempre vantato di non aver mai preso denaro dalla sua attività di lobbing. E’ possibile, considerando che, in certi ambienti, certi favori vengono spesso ripagati con altra moneta: case, ville, yacht di lusso, gioielli, conti bancari nei cosiddetti “paradisi fiscali”…

Insomma, l’idea del lobbista che possiamo avere in mente, è quella del professionista sicuro di sé, con altissime capacità di leadership e con una vasta conoscenza di persone di alto livello, oltre che in possesso di una robusta conoscenza del mondo politico, finanziario e in ambito Comunicazione.

Invece…A quanto pare, il mondo sta cambiando davvero, e anche molto velocemente.

Scoppia il caso “Vatileacks 2”. In sintesi, un nuovo caso di trafugamento di documenti sensibili interni al Vaticano. Reato grave. A chi sarebbero stati consegnati questi documenti? A Gianluigi Nuzzi, giornalista d’inchiesta, autore di due libri bomba sul Vaticano, “Vaticano s.p.a.” e “Sua santità”, entrambi pubblicati con Chiarelettere, e che fecero esplodere il caso “Vatileacks1”. Ora, a firma di Nuzzi, il nuovissimo “Via Crucis” appena pubblicato, sempre con la stessa casa editrice.

Contemporaneamente, Emiliano Fittipaldi, giornalista di L’Espresso, pubblica un altro libro inchiesta sul Vaticano dal titolo: “Avarizia”.

I temi dei due volumi, sono ormai noti a tutti. Singolare la decisione di mettere in vendita i due libri lo stesso giorno. Una sorta di avanzata militare sul fronte della guerra contro gli scandali che, diciamolo, da sempre affliggono la Chiesa e la Citta del Vaticano. Almeno prima dell’avvento di Papa Bergoglio.

E’ subito polemica, scandalo e riprovazione. In poche ore accade di tutto. Le cronache sciorinano nomi e cognomi, dubbi e certezze. Chi si è azzardato a trafugare documenti privati del Papa? Salta fuori il nome di monsignor Lucio Vallejo Baldafuori, arrestato con un’altra persona, Francesca Immacolata Chaouqui, una 33enne di origini calabro egiziane, assurta nel 2013 agli onori delle cronache grazie ad alcune interviste pubblicate su varie testate, fra cui una su L’Espresso datata 17 Settembre 2013, in cui spiega il motivo per cui pubblicò una serie di Tweet su Tremonti “Aveva un conto allo IOR, ufficializzato che è gay” (Tweet del 29 Febbraio 2012) e ancora, un tweet del primo Marzo 2012: “Bertone corrotto. Pare ci sia di mezzo l’archivio segreto e un’azienda veneta”…

A questo link, potete visionare i tweet in questione.

Ma chi è costei, e perché fanno tanto scalpore i suoi cinguettii?

E’ presto detto: Francesca Immacolata Chaouqui, proprio nel 2013, viene nominata come dirigente del comitato referente sui dicasteri economici della Santa Sede. Un’esperta? Macché. Una galoppina che nel corso dell’esistenza è riuscita – a ben vedere non se ne comprende la ragione – a entrare nelle grazie delle persone giuste, al momento giusto.

Fresca di laurea in Giurisprudenza, ha la fortuna di incrociare Andreotti, a cui ha la capacità di chiedere consiglio su quale studio legale proporsi. Andreotti, raccontata così è davvero una barzelletta, le consiglia di contattare lo studio Pavia e Ansaldo che – ma guarda un po’ – la prende come giovane di studio. Non basta. La Chaouqui, fa un salto di estrema qualità. Riesce a trasferirsi dallo studio Pavia e Ansaldo, presso il potentissimo studio legale internazionale Orrick, con sedi a Roma e sparse per il mondo.

La fanno lavorare a fianco di uno dei legali dello studio, Patrizio Messina, un 45enne che dal paesello natio siciliano, è riuscito negli anni a scalare un bel poco la vetta dei grandi della finanza internazionale. Un lobbista, come tanti altri. La Chauqui da lui apprende i segreti del lobbing, e aggiunge conoscenze importanti alla sua agendina.

Senza voler ripercorrere la storia della scalata al successo della Chaouqui, che dal suo lungo curriculum denota una certa “fortuna” nell’incontrare sempre sulla sua strada qualche grosso personaggio che la sostenga nel suo desiderio ardente di potere e notorietà (ricordo anche quella Contessa Pinto Orioli del Poggio, aristocratica pugliese che, a quanto sembra, appena conosciuta la Chaouqui l’ha presa sotto la sua ala protettrice e l’ha portata con sé in molti ambienti importanti, fino a farla giungere addirittura ai vertici di una commissione vaticana tanto importante) la domanda da porsi è: ma questa Francesca Immacolata Chaouqui, che doti ha per esser riuscita a giungere a lavorare in certi ambienti, ad entrare in contatto con certi personaggi, a essere addirittura introdotta – dal portone principale – nell’entourage di Papa Francesco?

A ben guardare, nessuna. Doti comunicative? Pari allo zero. Vi basta seguire il video che trovate in questa pagina, per rendervi conto da soli chi sia davvero la Chaouqui, una persona che – anche a livello di immagine - quando non è sapientemente photoshoppata, è la massima esponente dell’insipienza.

Qui il racconto di se stessa, in un'intervista resa all'Espresso nel 2013. 

Eppure, persino la Stampa nazionale esce con titoloni tipo: “Chaouqui, la bomba sexy”. “Chaouqui: la lobbista del Papa”. Ok, ok. I titoli servono ad acchiappare l’attenzione dei lettori. Ma poi, bisogna anche fornire elementi validi.

Bomba sexy la Chaouqui? Ma per favore!

Tutto ciò, ci fa comprendere come, in questo periodo storico, non sia mai il merito a farla da padrone, quanto la capacità di essere sfacciati, arroganti, millantatori di titoli e conoscenze (la Chaouqui sembra essere molto dotata in fatto di millantazione).

Questa storia è una storiaccia. E non solo per i documenti trafugati – la magistratura verificherà ciò che è accaduto realmente – ma per questo andazzo che non prevede mai un minimo di coerenza e di verifica delle persone cui vengono affidati ruoli importanti non sulla base del pregresso professionale, ma sulla base dell’amico dell’amica del tizio che ti introduce nell’ambiente importante.

Ultima nota: sembra che la Chaouqui e suo marito, l’informatico Corrado Lanino, che è stato colui che ha collaborato a creare la rete intranet del Vaticano, siano indagati per un giro di mazzette ottenute per accelerare le pratiche di beatificazione.

Se verrà appurato che è vero, è proprio il caso di dire che Dio li fa e poi li accoppia...

Insomma: il messaggio sembra chiaro. Se vuoi diventare qualcuno nel nostro paese, basta avere sfacciataggine, un alto grado di arroganza, scarse capacità, un’immagine poco affine alla classe e all’eleganza e…Voilà, il gioco è fatto.

Selvaggia Lucarelli, ha scritto della Chaouqui, che è un’oca. Concordo, ma aggiungo, un’oca paracula, almeno fino al momento in cui, sono scattate le manette. Sapete che vi dico? E’ bello scoprire che chi si intrufola negli ambienti importanti senza avere alcuna capacità, non è detto che la faccia franca.

Per una volta almeno, una storia a cattivo fine. Era ora.

P.S. questo è il link alla pagina Linkedin della Chaouqui: a parte lo sciorinare le sue "altissime competenze" ha "dimenticato" di cancellare il suo incarico presso la Pontificia Commissione...Sviste...

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