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 Home page > Attualità > Ambiente > Foodblogger sì, ma green

Foodblogger sì, ma green

Adesso non so come oggi vada a voi: ma per quelli come me, che hanno fatto le scuole a cavallo degli anni ’80 e ’90, il tema sull’inquinamento era un must. Ti capitava almeno due volte l’anno… o meglio te lo facevi capitare. La traccia stava lì, e ti ci aggrappavi quando, ammettiamolo, la preparazione sulla traccia di letteratura non era delle migliori. Io ne faccio pubblica ammissione. È stato così che tema dopo tema, ho sviluppato la mia coscienza ecologica: capirete bene, il periodo del liceo, i primi amori, non è che una poteva stare sempre a studiare il Foscolo, suvvia.

La questione è che, secondo me, i professori lo sapevano e te la mettevano apposta la scappatoia! Così, ok che non avevi studiato, ma almeno qualche riflessione di buon senso eri costretto a farla, e falla oggi e falla domani alla fine te ne convincevi purePer me, almeno, è andata così.

Dopo le scuole, la questione ecologica era ormai diventata una questione privata, un modus operandi. Mai e poi mai avrei pensato che ne avrei scritto o che ne avrei pubblicamente parlato, insomma che mi sarei trovata nuovamente ad affrontare il “tema”. Poi un bel giorno sono stata coinvolta da Food140 nel progetto della carta dei foodblogger, e sono pure stata tra i primi firmatari.

Ebbene sì: io che credevo che con raccolta differenziata e col consumo consapevole avevo la coscienza più o meno a posto, sono stata di nuovo invitata a una riflessione sulla necessaria cura da riservare all’ambiente che ci circonda. L’occasione per la riflessione è stato l’Eco Food Day dove durante tutta la giornata alla maniera delle food blogger si sono affrontati i vari temi ambientali legati al mondo del blogging e del cibo. Qui sul mio blog la cronaca della giornata. Ma parliamo della carta. Si tratta in tutto di dieci principi orientati a perseguire la tutela ambientale, che spaziano dall’impegno di migrare il proprio blog su server ad energia pulita allo scrivere post che promuovano le pratiche di sostenibilità in ambito food, fino ad arrivare alla divulgazione di ricette orientate a diminuire il consumo di carne rossa, per dirne giusto alcuni.

La questione è sempre la stessa, come concludevo all’epoca ogni tema sull’inquinamento: ognuno di noi può fare qualcosa. O meglio si può fare di più e soprattutto senza essere eroi, come guarda caso si cantava proprio in quegli anni. Quindi, che voi siate foodblogger o meno, andate qua e leggete la carta, ma soprattutto: meditate gente, meditate, che fa solo bene. A me, a voi, a tutti.

Di Amarituda

Nella foto: La carta dei Foodblogger (Si ringraziano Ramona Pizzano e Laura Casaldi di Food140 per la fotografia gentilmente cocessa).

Questo articolo è stato pubblicato qui

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