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Follia Gheddafi

In un lungo discorso, a tratti incomprensibile, Gheddafi ha accusato USA e Italia di aver fornito i lanciarazzi ai rivoltosi. Rivoltosi che sarebbero drogati e stupidi che vogliono copiare l'Egitto e la Tunisia, consegnando il paese agli imperialisti occidentali. Poi si contraddice e afferma che vogliono uno stato islamico, trasformare la Libia in una base di al Qaeda.

Intima ai rivoltosi di restituire le armi e di buttare le droghe (dice che rovinano il cuore) e promette la morte per chi si è ribellato. Anche qui non è invisibile una contraddizione, dove non si capisce il senso di arrendersi per farzi ammazzare.

Promette confuse riforme e chiarissima repressione, dice che fino ad ora lui non ha ordinato la repressione, che potrebbe essere ancora più spietata e che comunque punirà i responsabili, non manca un minaccioso riferimento a Tien An Men. Dice che suo figlio rifarà la Libia, peccato solo che suo figlio abbia perso ogni credibilità (se mai l'ha avuta) con un discorso simile appena due giorni fa, compreso il riferimento alla rivolta dei drogati. Anche lui come il figlio ribadisce che combatterà fino all'ultimo e che è pronto a morire da martire.

Il tutto dalla sua residenza a suo tempo bombardata dagli americani, da dove dichiara di avere il sostegno del popolo, che però è in strada per cacciarlo e non per sostenerlo. Accanto a lui non ci sono folle plaudenti e nemmeno gli alti ufficiali dell'esercito, è solo davanti a una telecamera a tentare i miracolo di placare i libici con quattro bugie e qualche minaccia.

La realtà è quella di un leader che ormai controlla appena la capitale e che probabilmente vive blindato in un posto sicuro, abbandonato dai propri diplomatici e ormai privo del supporto politico dei clan libici e di parte dell'esercito.



Gheddafi abbaia ancora e probabilmente può ancora dare qualche morso, ma è chiaro che con discorsi del genere non guadagnerà consensi tra i rivoltosi e nemmeno tra quelli che stanno alla finestra, così com'è ormai chiaro che il suo futuro sarà quello comune ad altri leader di paesi del terzo mondo che si sono macchiati di crimini contro l'umanità. Resta solo da sperare che il numero e la qualità dei crimini non aumenti e che la rivolta riesca ad averne ragione prima che faccia stragi ancora più imponenti.

Dicono invece i libici

Dopo gli slogan e le bandiere bruciate, dai libici giunge un altro messaggio all'Italia, riferisce IlGiornale che:

In un messaggio pubblicato sul sito Internet del gruppo di opposizione "17 febbraio", si legge che rivolgendosi "all’Unione Europea, e in particolare all’Italia, la gente di Nalut ribadisce di far parte di un popolo libico libero e, dopo il vostro silenzio riguardo le stragi compiute da Gheddafi, ha deciso che interromperà dalla fonte l’afflusso di gas libico verso i vostri paesi, chiudendo il giacimento di al-Wafa che attraverso la nostra zona porta il gas verso l’Italia e il nord Europa, passando per il Mediterraneo". I manifestanti di Nalut sostengono di aver preso questa decisione "perché voi non avete fermato lo spargimento di sangue della nostra gente e del nostro caro paese avvenuto in tutte le città libiche. Per noi il sangue libico è più prezioso del petrolio o del gas". Il messaggio è firmato "la gente delle zone occidentali dalla regione di Nalut". 

Un messaggio da prendere sul serio almeno quanto il delirio del dittatore asserragliato nel suo bunker.

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