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 Home page > Attualità > Politica > Fini contro la mafia. Le parole si traducano in fatti

Fini contro la mafia. Le parole si traducano in fatti

Nel giorno in cui leggiamo che Pino Maniaci, giornalista antimafia con la sua TeleJato è stato denunciato perché non ha il tesserino dei giornalisti ecco che dalla sua terra, quella Sicilia ancora martoriata dalla mafia, il Presidente della Camera Gianfranco Fini, parla proprio della mafia davanti a una platea di studenti, davanti al Parlamento della Legalità, riunitosi oggi a Bagheria a conclusione dell’anno accademico.
 
“La mafia è una dittatura, può togliere la vita, la libertà, e può cancellare la dignità delle persone e dei popoli. Come si fa contro le dittature, bisogna ribellarsi contro la mafia” dice Fini, che sempre più studia da statista a tutto tondo e come più volte ripetuto su queste pagine cerca di scrollarsi di dosso la patina di ex fascista che tanto gli sta stretta. E così dopo il discorso spiazzante dal palco del congresso del Pdl – spiazzante per l’ex fascista e non per il Presidente della Camera, che ha ricevuto anche l’onore delle armi da parte di uno come Eugenio Scalfari – dopo il discorso, dicevamo, ecco che torna a recitare parole che da sempre in terra siciliana sono state appannaggio delle sinistre.
 
Ormai Fini ha deciso di prendere possesso delle prime pagine dei giornali e lo fa con affermazioni senza dubbio condivisibili almeno in parte. In parte perché ovviamente il discorso fatto contro la mafia non può che avere il nostro appoggio, ma il ripulisti che ha paventato dovrebbe partire proprio da quelle poltrone del transatlantico spesso troppo chiacchierate. E sbaglia Fini quando sottovaluta questo e afferma che “alla Camera non ci sono mafiosi e non ci sono coloro che li difendono. Non ci sono neanche coloro che hanno compiacenza per loro”. Questo non possiamo accettarlo. Seduto su quelle poltrone c’è gente condannata per averla favorita la mafia, e non lo diciamo noi, bensì l’ha detto la magistratura
 
Vorremmo anche che il Presidente della Camera spiegasse bene che la mafia non è solo quella delle coppole, vecchia iconografia ormai in evidente disuso. La mafia, la camorra, la ’ndrangheta, la sacra corona unita non sono solo nei morti ammazzati, o nel pizzo e nello spaccio di droga. La criminalità è negli atteggiamenti, nei comportamenti, in quelle cose che non sono visibili. Il malaffare è nello spregio dell’altro, della persona e della cosa pubblica. Quelli sono atteggiamenti mafiosi, che ai morti si aggiungono. Vorremmo che però lo spiegasse con i fatti.
 
Fini dovrebbe spingere quella frase importante: “Non votate mai chi dice ’datemi il voto che poi ti trovo il posto di lavoro’: questo è un comportamento che ha la mentalità mafiosa”, che troppo stride con le parole sul Parlamento. Avessero (destra e sinistra) il coraggio di non candidare chi è in odore di malaffare, così da non dover poi dire che non sapevano. Troppi indagati per ipotetici (che tali rimarranno fino alla condanna definitiva) rapporti con le organizzazioni criminali non avrebbero dovuto stare seduti in Parlamento. E dire che “il popolo li ha votati” non li giustifica. Anzi non Vi giustifica. 
 
Chiediamo al presidente della Camera che dice cose giuste come: “La lotta alla mafia non è soltanto nell’esprimere la solidarietà a coloro che si ribellano e soprattutto a chi lo fa a proprio rischio, ma è nella volontà che un popolo deve avere di rompere alcuni legami, che ci sono stati, con coloro che dovrebbero rappresentare l’antimafia. Non voglio scomodare Sciascia, ma la mafia in molti casi è nel comportamento di chi dice ’ci penso io, ma tu deve fare qualcosa per me’”, chiediamo di non far finta di non vedere. Chiediamo di darci un segno da subito, dalle candidature al parlamento europeo.
 
Non è demagogia, non è antipolitica, termine che personalmente trovo non giusto, la nostra, la mia, ma la richiesta di una presa di responsabilità da parte di un Governo e di una Politica in generale che deve far seguire i fatti alle proprie parole, senza guardare in faccia a nessuno.

Commenti all'articolo

  • Di mauro bonaccorso (---.---.---.62) 30 marzo 2009 20:30
     
    Parafrasando la celebre trasmissione televisiva, si potrebbe dire “Non è mai troppo tardi”. E’ proprio quello che penso delle ultime esternazioni di Gianfranco Fini che per la quasi totalità della sua carriera politica ha detto e propagandato cose ben diverse.
    Su quale brodo di coltura si sia mosso il suo partito di origine lo sanno ormai anche i muri, ma è inutile rivangare il passato. Sarebbe però necessario ricordare che il suo schieramento non ha certo brillato nel contrasto alla mafia e sfido chiunque a provare il contrario, anzi alcuni appartenenti al suo vecchio schieramento hanno in molte occasioni difeso proprio quegli elementi che lui , adesso dice di voler avversare. E quanti voti hanno fatto confluire in quell’ampio bacino meridionale che ha rimpinguato le casse del consenso governativo.
    Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammoce o’ passato, come direbbero a Napoli, e la tendenza all’oblio è ormai generalizzata.
    Se Fini aspira al premierato alle spalle del capo, futuro presidente della repubblica, Auguri, io non lo voterò, perché la memoria ancora mi assiste.
    Un saluto
    Mauro
     
  • Di Frattaglia (---.---.---.127) 31 marzo 2009 00:45

    Il suo nuovo collega di partito (che è anche la seconda carica dello stato), ha avuto molti rapporti con importanti mafiosi per cui ha gestito anche una società. Cominci da lui...

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