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Finalmente pensione (d’oro) per il compagno Nichi Vendola!

Dopo anni di "duro" lavoro Vendola riceve una "piccola" pensione di 5.600 euro!

Il leader di SEL se ne va in pensione a soli 57 anni ricevendo anche un assegno per fine mandato di circa 200.000 euro... si, a 57 anni Vendola nonostante la regione Puglia abbia abolito i vitalizi nel 2013, i crediti maturati fino al 31 dicembre 2012 restano validi e possono essere percepiti... che coincidenza!!

L'ex governatore della Puglia, asserisce di non essere ricco abbastanza e per questo non ha potuto rinunciare al vitalizio. Mentre chi non ha la fortuna di Intraprendere una carriera politica, deve sperare di lavorare per 40 anni per prendere meno di un quarto della pensione che riceverà il compagno Vendola! E se sei sfortunato e non ha tutti i contributi per aver diritto alla pensione contributiva ti devi accontentare di circa 400 euro al mese, anche se hai lavorato 20 anni!

Invece c'è gente che gli bastano pochi anni di attività politica per godersi il vitalizio e magari starsene tranquilli a godersi le meraviglie italiane, perché in Italia solo luoghi meravigliosi ci sono, che attendono di essere anche loro rovinati da questa politica becera e scandalosa.
Ma chi ha permesso tutto questo? Perché non si è cercato di abolire questo vitalizio?


Nel 2014 il Movimento Cinque Stelle propose di abolire da subito l'assegno di fine mandato e di destinarlo alle finanze statali, di ridurre i vitalizi per gli ex senatori, che ci costano fior fiori di quattrini, ma la proposta fu bocciata. I grillini chiesero anche di ridurre l'indennità dei senatori portandola a un massimo di 5.000 euro lordi. Stessa cosa per la diaria, che si chiedeva di non superare i 3.500 euro lordi e che venga erogata sulla base delle effettive presenze in Aula, ma anche li il governo disse no!

Ma, daltronde cosa si poteva aspettare da un governo che ha come parlamentari gente come Antonio Razzi? Con questi due no del PD, Forza Italia, NCD, Scelta Civica e la Lega salvarono il vitalizio a Marcello Dell'Utri che su nove procedimenti, due volte è stato assolto in cassazione (tentata estorsione e calunnia aggravata), una volta ha patteggiato (fatture false e frode fiscale); ha poi subito una condanna definitiva a 7 anni di reclusione (concorso esterno in associazione mafiosa), un'altra condanna a 8 mesi in appello (abusivismo), oltre a due procedimenti in cui è rinviato a giudizio (Trattativa tra Stato e mafia e P3) e infine in altre due le indagini sono ancora in corso (estorsione e tangente).

Il giorno che si svolsero le votazioni al Senato per abolire queste scandalosi leggi erano presenti 242 senatori, 47 erano favorevoli ad abolire il vitalizio ma 176 votarono no e il resto preferì astenersi. Nel 2010 ci provò anche l'IDV con Antonio Borghesi ma anche li il governo disse no. Ma Nichi Vendola si merita questo premio? 

Il 30 ottobre 2013, Vendola riceve un avviso di garanzia dalla Procura di Taranto per il reato di concussione nell'ambito dell'indagine sull'Ilva. Secondo gli inquirenti avrebbe fatto pressioni sul direttore dell'Arpa per chiudere un occhio sui rilevamenti dei veleni di Taranto. Il 6 marzo 2014 i giudici di Taranto ravvisano l'esistenza di elementi per sostenere l'accusa in giudizio nei suoi confronti: Vendola è imputato di concussione aggravata nell'ambito dell'inchiesta sul disastro ambientale causato dall'Ilva. Il 23 luglio 2015 è stato rinviato a giudizio.
Ma come direbbe il buon compagno Vendola: hasta la victoria, siempre! Hasta la jubilación, siempre!

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