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Festival di Sanremo: il resoconto della quarta serata

Ieri sera, è andata in onda la quarta serata del Festival di Sanremo. Quella del venerdì è stata una puntata imprevedibile. D’altronde, l’avevamo già detto qualche giorno fa. Non è Sanremo senza polemiche. Concentriamoci sulla musica, l’unico e valido motivo per affrontare l’argomento che, da settant'anni, tiene banco nel cuore di tutti noi. 

Abbiamo assistito alla proclamazione del vincitore delle Nuove Proposte. Nell’ultima sfida, al televoto, tra Tecla e Leo Gassmann, ha prevalso quest’ultimo. La seconda in classifica si può consolare con il Premio della Sala Stampa, Lucio Dalla. Proseguono le ventiquattro esibizioni, fino a notte inoltrata, alle 2.15. Si può dire che è quasi mattina. Questo è uno dei tanti argomenti di discussione che hanno tenuto banco nelle quattro serate, e non è detto che non avvenga nella serata finale. Dalla conferenza stampa di oggi, Amadeus ha garantito che entro l'una e un quarto dovrebbe volgere tutto al termine. Aspettiamo, per vedere. 

Amadeus, ancora una volta, si è dimostrato il vero leader di questo Sanremo che, come abbiamo sottolineato nell’articolo di qualche giorno fa, ha saputo tenere testa e cuore a un evento che, da settant’anni, intrattiene il pubblico di Rai1. Affiancato da Antonella Clerici e Francesca Sofio Novello, il conduttore è riuscito a sfidare i pregiudizi e le malelingue che non lo vedevano adatto per una kermesse importante come questa. Possiamo dire che il vero vincitore di questo Festival è lui.

Grande emozione per l’ingresso di Vincenzo Mollica, accolto sul palco dell’Ariston con una standing ovation. L’amato conduttore ha ringraziato tutti quelli che lo hanno affiancato nella sua carriera. A fare da sfondo, i videomessaggi di saluto di Roberto Benigni, protagonista assoluto della serata del giovedì, Stefania Sandrelli e tanti altri. Insomma, un commiato per un conduttore che, dal 1981, ha intrattenuto e accolto, con grande garbo, educazione e professionalità, molti ospiti sul quel famoso balconcino in collegamento dal Tg1. Ci mancherà.

Nella serata, si registrano le ospitate di Dua Lipa, Gianna Nannini e Ghali. Quest’ultimo ha provocato un sussulto al palco dell’Ariston, perché, al suo ingresso, ha finto di cadere per introdurre il suo brano “Cara Italia”. Irriverente, come al solito, Fiorello, travestito da coniglio per emulare il programma di successo di Milly Carlucci, “Il Cantante Mascherato”. Allo svelamento, è apparso con la parrucca di Maria De Filippi che, tra l’altro, aveva proposto nella serata del mercoledì, con l’intervento telefonico in diretta della stessa conduttrice. Anche se il troppo stroppia. Va bene ironizzare, intrattenere il pubblico, ma a tutto c'è un limite. C'è una gara da mandare avanti. 

Una delle note positive di questo Festival è, senza ombra di dubbio, Tiziano Ferro, la vera ciliegina sulla torta. Archiviati i dissidi con Fiorello, l’artista di Latina ha emozionato il pubblico con i suoi più grandi successi, rendendo omaggio a Luca Barbarossa con “Portami a ballare”, che ha vinto il Festival nel 1992. Da sottolineare il duetto con Fiorello nel brano "Finalmente, tu", con tanto di bacio finale. 

La gara prosegue, fino a quando un colpo di scena fa mandare nello sconforto il pubblico dell’Ariston. All’esibizione di Bugo e Morgan avviene l’inaspettato o, quantomeno, l’orchestrato meccanismo di apparenza e di spocchia intellettuale. D’altronde, l’avevamo già preannunciato. Non c’è edizione in cui non avvengano delle polemiche o degli scandali. Ieri sera, è stato il turno di Morgan. Il cantante ha modificato il testo della canzone, con tanto di disappunto di Bugo che lascia il palco. Inevitabile la squalifica. “Uno in meno”, dice Fiorello, ma c’è poco da scherzare. Una vicenda che si sarebbe potuta chiarire dietro le quinte o, quantomeno, da evitare, visto che in tanti hanno seguito la puntata fino a notte fonda. 

Nel brano, Morgan ha lanciato una frecciatina a Bugo sulla pessima figura che, secondo lui, avrebbe fatto nella serata delle cover. Bugo, sentendosi umiliato, ha preferito lasciare il palco. Una scelta più che giustificabile e condivisibile. Rimanere sul palco, facendo finta di niente come se nulla fosse successo sarebbe stato difficile. L'atteggiamento di Morgan è a dir poco inqualificabile. È una mancanza di rispetto per il pubblico che, in sala e da casa, segue, fino alle due e un quarto di notte, uno spettacolo di musica. Questo dovrebbe essere l’argomento di discussione delle cinque serate e, invece, ci ritroviamo a commentare i look stravaganti e assurdi di Achille Lauro, che dimostra solo apparenza e poca concretezza, così come quest’ultima uscita. Un’immagine su cui converebbe stendere un velo pietoso. 

Ieri sera, speravamo di non assistere a cotanto scempio, frutto di una macchinosa e voluta organizzazione strutturale volta all’aumento dello share, solo per dare spettacolo. Il pubblico si aspetta altro. E poco importa se gli spettatori devono prepararsi la colazione, visto l’orario, un dato su cui converebbe riflettere. Non è colpa di Amadeus, anzi. Lui, più di altri, sta tenendo alta la bandiera della responsabilità. Meriterebbe la riconferma per quello che ha fatto. Portare avanti un Festival non era affatto facile, vista l’ingiustificabile e assurda critica per quella frase, secondo alcuni maliziosa, nei confronti di Francesca Sofio Novello. Amadeus ha sfidato e abbattuto le barriere dei pregiudizi e ha fatto capire a tutti che, con la professionalità, il garbo e l’educazione, ha saputo portare al successo il Festival, con piacevolezza e divertimento, con tanto di share e ascolti record da serata in serata.

Stasera, la finale. Almeno, speriamo che, nel momento in cui Amadeus decreterà il vincitore, non ci sia qualche spettatore in pigiama a fare la colazione. Scherzi a parte. A conti fatti, trarremmo delle conclusioni su questo Festival che tanto ha fatto parlare e discutere, ma anche divertire. 

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.55) 9 febbraio 2020 17:49

    Retrò > A fine anni ’60 dominarono il Festival le ‘Pietre’ e ‘La Tramontana’ del cantautore francofono ANTOINE. Erano una sorta di “schiaffo” alla tradizione melodica italiana. E veniamo alla 70ma edizione.

    Chi OGGI è autorizzato a parlare di “novità” nelle esibizioni dei finalisti deve avere non più di 30 anni. Altrimenti è di memoria caduca.

    Con buona pace di una Generazione senza Bussola che …

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