• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > Fermato e picchiato dalle forze antisommossa

Fermato e picchiato dalle forze antisommossa

Un ragazzo di 25 anni, il 5 maggio, viene fermato e subito picchiato dalle forze antisommossa dispiegate per la finale di coppa Italia.

È successo a Roma. Il ragazzo, dopo essere uscito di casa per andare al compleanno di un cugino, viene fermato perché scambiato con un ultrà che aveva scagliato oggetti contro gli antisommossa. Subito dopo essere stato fermato viene picchiato - e, a quanto pare, senza controlli da parte degli antisommossa ? e portato in caserma in cella di isolamento.

Fermato e picchiato dalle forze antisommossa

Innanzi tutto va specificato che se non ci fossero stati i cittadini che, con le loro telecamere, hanno ripreso l’evento, sicuramente oggi non ne saremmo a conoscenza; cittadini che, tra l’altro, si sono comportati in modo adeguato usando i filmati in termini “legali”.

Un episodio alquanto preoccupante; da questo episodio si può tranquillamente supporre che le forze dell’ordine, preposte a certi eventi che possono evolversi in azioni violente, invece di essere preparate ad affrontare l’evento in modo “democratico” ovvero, ad evitare che la violenza degli altri degeneri in guerriglia, vengano addestrate alla repressione, ma non tanto di chi crea gli “scontri” quanto di coloro che vi si trovano coinvolti loro malgrado per il semplice fatto di trovarsi nei dintorni. L’episodio dimostra che, una volta innescati gli scontri (da chi?), gli antisommossa li usino per mettere alla prova la loro in-capacità di gestirli creando una sorta di coprifuoco – vietato uscire in strada perché chi lo fa sarà ritenuto responsabile delle violenze. 

Inoltre, la risposta degli antisommossa in un contesto simile, è legale?

Da La Repubblica: “Secondo la questura Stefano Gugliotta ha partecipato agli scontri dei tifosi. Armato di un bastone - "ma era una stampella dell’amico infortunato che era con lui sul motorino, secondo il difensore Cesare Piraino - ha scagliato oggetti contro i poliziotti e sarebbe fuggito. Riconosciuto in viale del Pinturicchio è stato fermato. "La polizia cercava un ragazzo con una maglietta rossa, come quella di Stefano - osserva l’avvocato - Forse generato da questo lo scambio di persona". 

Dal video trasmesso sul Tg3, si può vedere chiaramente che l’approccio non è stato di controllo ma di aggressione. Gli antisommossa si difendono dicendo che il ragazzo aveva partecipato agli scontri e di averlo riconosciuto dalla maglietta, ma basta questo per infierire contro una persona indifesa? Non è questa un’azione in dispregio totale dei diritti universali dell’uomo?

All’articolo 5 si proclama: Nessun individuo potrà essere sottoposto a trattamento o punizioni crudeli, inumani o degradanti.

All’articolo 6 si proclama: Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.

All’articolo 30 si proclama: Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di qualsiasi Stato gruppo o persona di esercitare un’attività o di compiere un atto mirante alla distruzione dei diritti e delle libertà in essa enunciati.

Da ciò si deduce che, in Italia, ma anche altrove, le “forze dell’ordine” preposte alla sicurezza del cittadino, in realtà si stanno muovendo in senso opposto; la sicurezza del cittadino non implica che la repressione delle forze violente presenti nella società debba essere attuata con l’annullamento dei diritti, né tantomeno che vadano annullati i controlli per verificare l’effettiva partecipazione della persona sospetta.

Ogni comportamento che esula dai principi su cui si basano i diritti universali e la nostra costituzione, e chiunque li commetta, sia esso privato cittadino o forze dell’ordine, dovrebbe essere condannato a priori. Invece, il gip ha convalidato l’arresto del ragazzo per resistenza a pubblico ufficiale, vale a dire che, se un qualsiasi poliziotto ferma un cittadino e lo “tratta” in modo inadeguato e se, il cittadino, reagisce, quest’ultimo finisce in galera.

Per concludere, anche se forse è superfluo dirlo, la decisione del gip non fa altro che sancire un principio contrario a quello costituzionale e universale.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares