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Evasione finisce nel sangue: 22 detenuti uccisi in Madagascar

L’evasione del 23 agosto da parte di 88 detenuti del carcere di Farafangana, nel sud-est del Madagascar, è finita in un bagno di sangue: 22 morti e almeno otto feriti in gravi condizioni.

Secondo la stampa locale, gli evasi erano tutti in attesa di giudizio per reati minori: uno addirittura per aver rubato uno spazzolino da denti!

La prigione di Farafangana è, come denunciato da Amnesty International nel corso di varie visite, sovraffollata (a maggio c’erano 453 detenuti a fronte di una capienza massima di 260) e le condizioni igienico-sanitarie sono pessime. All’interno vige un radicato regime di corruzione che obbliga a pagare tangenti per avere determinati servizi o prodotti. A causa della diffusione della pandemia da Covid-19, i detenuti non vedevano i loro parenti da mesi.

Le dichiarazioni a Radio France Internationale della direttrice regionale delle prigioni, Nadege Patricia Razafindrakala, rendono bene l’idea di cosa sia accaduto:

“Alcuni detenuti hanno tentato la fuga a bordo di una piroga. Quando abbiamo aperto il fuoco, la piroga è affondata”.

Amnesty International ha sollecitato l’immediata apertura di un’indagine su quello che è apparso in tutta evidenza un uso non necessario e illegale della forza.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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