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Eurozona: la guerra al contante e il flop mai dichiarato

Le radici dell’Euro come moneta unica europea, affondano nel lontano 1957, esattamente dopo la creazione della Comunità Economica Europea con il comune obiettivo prioritario di armonizzare le economie degli stati che ne facevano parte. Da qui il naturale conseguente progetto di una moneta unica comune. 

Molteplici le proposte per attribuire un nome che accontentasse tutte le parti, alla nuova moneta: euronit, euron, etalon, eurogulden, Europa-frank, eurodollaro, comar comunque un numero davvero considerevole. Di questi fantasiosi nomi, alcuni erano politicamente scorretti, altri molto lunghi, altri ancora suonavano male così si scelse l’acronimo di “Unità Monetaria Inglese Europea” che tradotta prende il nome di ECU, ovvero European Currency Unit. Dal 1979 al 1998 l’ECU era diventata anche moneta circolante nella CEE e nonostante questo le polemiche sul nome attribuito non tardarono a farsi sentire. Molte erano le varianti ortografiche, poteva essere associato alla moneta d’oro francese, quindi una serie di micro spaccature finché il ministro dell’economia tedesco Theo Weigl suggerì il nome Euro evidenziandone l’apoliticità e la totale assenza di relazione con altre monete nazionali. Encomiabile e chiarissimo, lo sforzo collettivo svolto dalla comunità europea e fin qui va tutto bene.

Il primo gennaio 2002 inizia il change over e viene introdotto nel circuito monetario europeo l’Euro mentre contestualmente viene ritirata in modo graduale l’amata e ormai vecchia lira. Per la gestione del nuovo segno europeo sono stati necessari cambiamenti epocali con un esborso economico a carico dell’utenza molto importante. Parliamo ad esempio degli accettatori di banconote nei distributori vari: benzina, sigarette, macchine per il coffee break, cambia moneta ecc.

Il Governatore della Banca D’Italia ha emesso il primo Provvedimento il 14 febbraio 2012 per mezzo del quale ha indicato le linee guida per i gestori del contante riferito all’Euro, riconoscendo ufficialmente i cash center correlati al Trasporto Valori. Nel frattempo tutti gli stati membri dell’Eurozona sono stati alimentati costantemente ed in modo incrementale ogni anno. Al Provvedimento del Governatore della Banca d’Italia, si sono affiancati degli aggiornamenti fino ad arrivare al nuovo Provvedimento il 22 giugno 2016. Dal 2 maggio 2013 la BCE ha iniziato a stampare il restyling di tutti i biglietti sostenendo un costo importantissimo di stampa, stoccaggio e distribuzione.

Con la legge 231/2007 si sono ottimizzate anche le discipline circa l’antiriciclaggio, coinvolgendo banche, cash center, operatori commerciali con una miriade di incombenze pesantemente onerose che hanno visto la creazione di uffici ad hoc all’interno delle azienda imponendo l’adeguata verifica alla clientela e con l’obbligo di segnalazioni antiriciclaggio agli organi competenti. Già da un paio di anni a questa parte la BCN ha dato disposizione di ritirare le banconote da 500€ ma di non sovvenzionarle più e come noto la BCE, con il 27 gennaio 2019 termina la stampa della banconota da 500€ per combattere il riciclaggio di danaro sporco, finanziamento al terrorismo internazionale, pagamenti di armi e droga. In netta controtendenza con la vicina Svizzera che allo stato attuale stampa il biglietto da 1000 franchi svizzeri (CHF).

Calandosi nei panni di un malfattore, dovendo rinunciare alla banconota apicale dell’Euro per i pagamenti cercherei soluzioni più idonee come ad esempio un pagamento in dollari americani (USD) oppure i già citati franchi svizzeri (CHF) o meglio ancora resto nei pagamenti euro utilizzando il taglio da 50€ o il 100€. Di fatto le statistiche evidenziano già negli ultimi due anni un incremento importante di circolo di banconote da 50 e 100€.

La maggior parte dei paesi europei, soprattutto quelli del nord con particolare riferimento alla Svezia utilizzano una percentuale altissima di pagamenti con le carte e di contante ne circola veramente poco. Particolarità anche dovuta alla scarsa densità di abitanti per chilometro quadrato. Oggi la BCE sta spingendo moltissimo per agevolare i pagamenti con le carte di credito e carte bancomat per il fatto che sono tracciati quindi con maggiore monitoraggio sull’antiriciclaggio. In Italia, per fortuna di Dio, la densità di popolazione è altissima e nonostante gli abitanti francesi siano quasi lo stesso numero che nel nostro paese, risultano essere più concentrati attorno alle grandi città o comunque ai grossi centri urbani. Ci manca davvero che ci impiantino un microchip in fronte a tutti così poi saremo degli schiavi a tutto tondo.

La naturale riflessione da svolgere adesso è la seguente: ma perché abbiamo speso l’inverosimile per avere una moneta unica europea e riempire il mondo di banconote in Euro quando adesso la BCE fa marcia indietro promovendo all’interno dell’Eurozona un alternativo metodo di pagamento, per altro costosissimo. Tracciare i pagamenti del normale cittadino, in modo elettronico a mio modo di vedere le cose rappresenta una privazione della libertà personale.

Perché lo Stato e la BCE devono e vogliono a tutti i costi sapere dove e come spende i soldi il cittadino normale? Non sarà che dietro a questo sistema di tracciatura si nasconde un progetto molto più ampio a livello sociale e globale per avere il controllo su tutto? Non sarà che l’incapacità di gestire il riciclaggio di danaro e il finanziamento al terrorismo internazionale siano una scusa per mettere un giogo pesante sulla testa dei cittadini? Il traffico delle armi, finanziamenti illeciti a guerre o sommosse che nel tempo si sono tramutate anche in terrorismo internazionale è esistito da sempre e non vedo il motivo di dover tracciare tutti per scoprire pagamenti faraonici di poche persone.

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