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Europa: il cambiamento necessario

Sentenzia Salvini (sempre con quel tono da “fine del mondo” del dottor Stranamore): le elezioni europee saranno un referendum. Caro Matteo due, ti consiglierei di non evocare la parola Referendum che ha segnato la dipartita di Matteo uno, però la questione da chiarire è che le elezioni del 26 maggio riguardano il rinnovo del Parlamento europeo.

 Sarebbe logico che uno statista tenesse separata la politica interna e quella europea e si impegnasse a chiarire quali proposte di riforme suggerisce, quali alleanze vuole stringere, visto che oltre a vice premier e ministro dell’Interno, è anche capo del partito denominato Lega. Eppure sarebbe molto giusto discutere e cercare di capire perché la Comunità economica europea (CEE), nata nel 1957, non sia mai diventata una comunità politica, con un Parlamento che delibera a maggioranza semplice, con una politica estera comune, con un esercito integrato europeo al posto della Nato e delle basi americane, con centri di ricerca che offrono ai giovani cervelli europei strutture e risorse per non farli scappare dall’Europa, una unificazione delle leggi che diventi un nuovo codice penale e civile europeo, una politica sulla immigrazione comune che stabilisce accordi con i paesi da cui partono i clandestini, finanziandone il ritorno in tali paesi d’origine.

L’Europa oggi, dopo 62 anni, esiste solo nella moneta unica e anche a livello finanziario la misura che sarebbe essenziale per evitare la concorrenza tra partner europei non è stata presa, e parlo della unificazione del debito degli stati comunitari con l’emanazione di Bond europei da parte della BCE per evitare la speculazione sul debito, regolarmente avvenuta. L’Europa, intesa come Stati Uniti d’Europa, non esiste, potrebbe essere il polo più importante di un mondo ormai multipolare (Cina, USA, India, Russia), ma è ancora bloccata da egoismi, nazionalismo, servitù e alleanze militari, che la bloccano e ne fanno un nano politico. Forse l’emergenza dei cambiamenti climatici con giovani e giovanissimi che si muovono in tutta Europa e il loro auspicato ingresso in politica potrà smuovere questo gigante addormentato, perché per avere un futuro bisogna muoversi presto e tutti insieme. Paolo De Gregorio

Commenti all'articolo

  • Di vittorio (---.---.---.120) 17 maggio 2019 17:29

    D’accordo per non confondere, come fa strumentalmente Salvini, elezioni europee con politica interna.

    Lei però sminuisce i risultati dell’UE alla sola unione finanziaria dimenticando, si direbbe masochisticamente poiché pare pro-europa, i tanti successi e conquiste dell’Europa fra i quali solo per esempio l’ESA (che fa concorrenza alla NASA), il CERN (il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle .. e non solo, che attrae 3.000 scienziati, ha scoperto il bosone di Higgins, inventato Internet, ecc,ecc.), le eccellenti norme europee su qualità e sicurezza dei prodotti che hanno favorito una crescita socialmente equa e rispettosa dell’ambiente creando anche un filtro lungimirante alle importazioni da USA (di fitofarmaci) e da Cina (di prodotti e giocattoli low-cost ma insicuri), le leggi europee antitrust che hanno consentito di multare Microsoft, Google, Intel ecc. per circa 10 miliardi di euro, ERASMUS che ha consentito a 5 milioni di studenti di perfezionarsi all’estero diventando cittadini europei, la libertà di circolazione di beni,capitale e persone per cui,p.e., i professionisti (medici, infermieri, avvocati) possono esercitare anche in paesi UE diversi dal loro, ecc.ecc. ...: La lista è infinita e sarebbe ora che, noi europei giustamente lamentandoci delle cose ancora incompiute, ci dicessimo fieri di essere europei unici ad aver costituito un’ECONOMIA SOCIALE DI MERCATO di 500 mil. di cittadini (p.e. con un sistema sanitario gratuito per tutti ... quando negli USA ancora bisogna essere ricchi per essere curati adeguatamente !)

  • Di pv21 (---.---.---.196) 18 maggio 2019 19:18

    FOLE > Da calcoli anche di Bankitalia, con l’attuale spread intorno ai 280 punti il nostro DEBITO ci costa più di 60 miliardi di euro di interessi da pagare all’anno.

    Diverrebbero oltre 65 a quota 300 punti.

    Degli ulteriori aggravi riprodurrebbero per il paese la crisi di tenuta di fine 2011 e le conseguenti pesanti misure di austerità


    Doveroso distinguo.

    Aumentare la SPESA e/o ridurre le ENTRATE con il varo di appetibili provvedimenti porta ad un noto e subitaneo incremento del Debito.

    Per contro. Quale Paese “trasformatore” il tasso di crescita del nostro PIL in larga parte dipende dal contestuale andamento proattivo dell’economia internazionale.

    Ossia. L’efficacia, la continuità e la reale valenza di un “pacchetto” di misure adottate (sgravi, benefici, facilitazioni, ..) per rilanciare la crescita si quantificano/registrano solo nell’arco di parecchi mesi.

    A PRIORI nessuno ne ha la certezza e neppure può darne garanzia.


    Ergo. Aumentare ANCORA il Debito e quindi il Deficit significa accrescere da subito la nostra “inaffidabilità” finanziaria nei confronti degli operatori esteri

    Scantonare le “raccomandazioni” della UE significa rinunciare ad ogni forma di sostegno e tutela da possibili e prevedibili speculazioni.


    Morale. Specie in campagna elettorale si lanciano slogan e fole.

    La storia insegna che La “Febbre” del Tribuno non conosce remore, limiti …

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