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 Home page > Tribuna Libera > Euro sì, Euro no. Perché c’è chi discute di un Euro a due velocità

Euro sì, Euro no. Perché c’è chi discute di un Euro a due velocità

Il dibattito sull'Euro dura da 12 anni. Il referendum promosso dal Movimento 5stelle ha riacceso il dibattito. La differenza rispetto a 12 anni fa è che il consuntivo dell'effetto della transizione da Lira ad Euro si può oggi fare. Cosicché le opinioni sono tutte discutibili ma i fatti no.

È utile esaminare una semplice verità incontrovertibile. Un paese con una economia sana vede la propria valuta rinforzarsi. Mentre un paese con una economia debole vede la propria valuta indebolirsi. È ciò che è successo, per ventanni alla lira italiana nel cambio rispetto al dollaro USA, franco svizzero, marco tedesco, etc..: dagli anni 70 agli anni 90 la lira ha continuato a svalutarsi.

Quando un paese ha una valuta sottovalutata ha un notevole vantaggio competitivo per l'esportazione. Usa e Giappone per fare rilanciare la loro economia stanno svalutando la propria valuta stampando dollari e yen (sono il programma QE Usa e l'analogo appena introdotto dal Giappone). La Cina non ha bisogno di svalutare perché ha impedito a priori che il reminbi si rivalutasse.

Se l'Italia avesse mantenuto la propria moneta oggi essa sarebbe svalutata. Per contro il marco tedesco si sarebbe rivalutato. Nei confronti del marco tedesco, ciò è vero anche per Grecia, Portogallo, Spagna ed, in misura minore, anche per la Francia. 

Invece tutti questi paesi hanno la stessa moneta. La moneta unica cioè l'Euro. Il risultato è che l'Euro è una moneta sopravvalutata per i paesi deboli, mentre la Germania ha nell'Euro una moneta sottovalutata. Cosicché quando la Merkel dice che l'Euro non è sopravvalutato dice la verità perché per la Germania ciò è vero. Analogamente quando Italia, Spagna ed anche la Francia dicono che l'Euro è troppo forte, anche essi hanno ragione. Perché i paesi deboli economicamente avrebbero di per sé una valuta ben più debole se non ci fossero le economie tedesca e nordiche. 

Il risultato è che Italia ed i paesi deboli europei sono gli unici paesi che si ritrovano con una moneta sopravvalutata. E non possono agire neppure per impedirne una rivalutazione. La economia della Germania è favorita dalla moneta unica mentre i paesi del Sud Europa ne pagano il costo. A consuntivo si vede che, dalla costituzione dell'Euro ad oggi, la Germania non ha fatto che diventare sempre più forte mentre nei paesi del Sud Europa l'economia non fa che peggiorare.

Per l'Italia il problema dell'Euro è semplice: prima esce e meno è condannato ad una recessione economica non solo per le proprie debolezze ma anche per avere una monete troppo forte. 

Chi legge la stampa economica internazionale può trovare studi approfonditi la cui conclusione è lapidaria: o i paesi del Sud Europa escono dalla moneta unica o la loro crisi economica è inarrestabile. La soluzione meno traumatica è a loro parere la costituzione di un doppio Euro: uno per il Nord Europa ed uno, più debole, per il Sud Europa.

Quindi il dilemma della moneta unica che oggi appare essere una opzione, domani sarà una dura necessità. Peccato che nel frattempo la situazione sarà peggiore di adesso ed il trauma ben più forte. Non c'è fuga dalla realtà dell'economia mondiale.

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