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 Home page > Tribuna Libera > Esiste una discriminazione sessuale delle donne?

Esiste una discriminazione sessuale delle donne?

Spiega il toma 2 della guida di sopravvivenza in ambito sessista. Diversi ne sono convinti: il capitalismo ed il patriarcato sono le migliore cose al mondo. Questa idea legittima un'organizzazione sociale che sarebbe ideale, che il modello sarebbe il più pertinente, che la maggioranza sarebbe soddisfatta, che la voglia di cambiare la società sarebbe un'utopia, che sarebbe nocivo volere cambiare le norme in corso.

E gli stereotipi affermano: è peggio altrove, quindi non possiamo lamentarci, è un po' facile dare la colpa alla società, le donne hanno raggiunto l'uguaglianza, cosa vogliono le donne in più, le donne a casa e tutto va meglio, meglio le donne a casa perché non c'è lavoro per tutti, le donne hanno un più grande assenteismo, ...

Bisogna decostruire il mito. Il capitalismo è rappresentato dalla proprietà privata dei mezzi di produzione e dall'accumulo del capitale produttivo. Alcuni vedono 4 fasi nel capitalismo: a) il capitalismo commerciale dal sec. XV, b) il capitalismo industriale del sec. XVII, c) quello dei grandi gruppi industriali e finanziari della fine del sec. XVIII, d) il capitalismo di Stato del sec. XIX. Il capitalismo moderno è diverso secondo le regioni del mondo.

Il patriarcato, in antropologia, è un'organizzazione sociale e giuridica basata sull'autorità degli uomini. Esiste una discriminazione sessuale delle donne. L'uomo deve portare cibo e soldi, proteggere la famiglia e le funzioni sociali. La prospettiva storica è stata difficile da fare fino alla metà del secolo XIX perché solo gli uomini si esprimevano per parlare dei fatti loro. Comunque il patriarcato risale a 2500 anni fa. Così nel Neolitico la donna è diventata una proprietà. Quelle dei popoli vinti diventavano schiavi. Gli uomini schiavi appariscono più tardi. Nelle religioni patriarcali, il primo dovere delle donne è la sottomissione agli uomini. La mancanza di solidarietà delle donne viene dalla loro dipendenza dagli uomini e la loro emancipazione, spesso, si limita a migliorare il sistema.

Parliamo della divisione sessuale del lavoro! Il patriarcato può apparire come l'esempio più antico di divisione forzata del lavoro. E' una relazione di potere degli uomini sulle donne secondo il principio di separazione tra i lavori e quello di gerarchizzazione che valorizza di più il lavoro di un uomo.

Il capitalismo ed il patriarcato partecipano all'oppressione delle donne. Lo sapete che, nel 2005, 48% degli uomini belgi facevano lavori di casa un'ora al giorno e che, nel 2015, questa ciffra era solo di 32,5%! Il capitalismo non ha mai voluto retribuire le donne casalinghe. Perché hanno una predisposizione naturale? E così si giustifica la disuguanglianza di stipendio, di dire che le donne si assentaressero di più per allattare, tenere i bambini, i parenti, ...

Allora una società più giusta e più uguale è possibile? Un'azione efficace deve essere adatta sul piano individuale e concettuale. Si deve fare delle scelte personale, acquisire competenze, rifiutare ingiunzioni integrati da secoli, ... e rivedere la ripartizione dei lavori e dei ruoli, interagire tra il privato ed il pubblico. E' molto importante rifiutare le discriminazioni. No al razzismo, all'omofobia! Dobbiamo sostenerlo insieme. Basta con le categorie sesso, genere, classe, etnia, età, handicap, sessualità. La realtà sociale, delle donne e degli uomini, ed anche le dinamiche sociale, culturale, economiche e politiche sono molteplici e simultaneamente determinate.

 

 

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