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Ergastolo: un compleanno tra le sbarre

Lacrime che cadono in un mare di silenzio, in una notte nera/eterna/piena di solitudine/ Buon compleanno Carmelo/La tua ombra.

 (Tratto da: “L’Assassino dei Sogni” di Carmelo Musumeci, Giuseppe Ferraro. “Stampa Alternativa” prezzo 1.00 euro ISBN 978-88-6222-417-8)

 

 Era la notte del 27 luglio 2010 quando la mia ombra scriveva sul suo diario:

Oggi compio cinquantacinque anni. Nel cielo ci sono le stelle e la luna. Afferro le sbarre con le mani. Le stringo con tutta la mia forza e urlo al mio cuore che è l’ora dei limoni neri, del buio e del dolore. 

Sono passati altri quattro anni. Ed eccomi ad affrontare un altro compleanno da uomo ombra. Un altro ancora. Stesso cielo. Stessa luna. Stessa pena. Stesse mani che stringono le sbarre. E la mia stessa ombra che continua a scrivere sullo stesso diario.

Un ergastolano non ha paura più del futuro o dei giorni a venire, perché non ha più nessun domani, giacché vivrà solo del passato. Molti uomini ombra non hanno nessuna speranza perché non si può sperare su un futuro che non si ha più.

E a volte credo che non ci sia rimasto più niente a parte la nostra ombra. La pena dell’ergastolo è una condanna irragionevole, sotto ogni punto di vista.

Credo che condannare una persona a essere cattiva e colpevole per sempre non solo dovrebbe essere un peccato per qualsiasi religione, ma dovrebbe essere considerato un reato per qualsiasi paese civile.

Penso che la pena dell’ergastolo sia un assassinio senza spargimento di sangue, una pena che non cambia la persona in meglio, ma piuttosto finisce per distruggerla, perché non siamo neppure ammazzati, però siamo eliminati per sempre dalla società.

Fra pochi mesi la mia ombra entrerà nel ventiquattresimo anno ininterrotto di carcere, ma continua a gridare fra le sbarre:

Datemi un fine pena, anche fra diecimila anni, ma datemelo, perché c’è davvero poca giustizia in una condanna che non finisce mai.

Foto: Destinee Weathers/Flickrhttps://www.flickr.com/photos/xdestineex/4723518616

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