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Ergastolo: dialogo tra un ergastolano e Papa Francesco

Sono un “Senza Dio”. Ormai è da tanti anni che mi sono strappato di dosso Dio. Tanto tempo fa l’ho mandato via da me. E lui se n’è andato. Tu Papa Francesco lo stai facendo tornare. (Diario di un ergastolano: www.carmelomusumeci.com). 

Sono un uomo ombra (così si chiamano fra loro gli ergastolani ostativi) prigioniero nell’Assassino dei Sogni (così i prigionieri chiamano il carcere) di Padova, condannato alla “Pena di Morte Viva” (così è chiamato l’ergastolo ostativo, che ti esclude qualsiasi possibilità di morire un giorno da uomo libero).

Mi hanno molto colpito alcune frasi di Papa Francesco nel suo discorso all’Associazione Internazionale di Diritto Penale del 23 ottobre 2014 ed ho deciso di scrivere alcune mie considerazioni.

Papa Francesco: Viviamo in tempi nei quali, tanto da alcuni settori della politica come da parte di alcuni mezzi di comunicazione, si incita talvolta alla violenza e alla vendetta, pubblica e privata.

Un uomo ombra: Penso di non conoscere a fondo l’amore di Dio, ma conosco bene l’odio degli uomini che mi tengono prigioniero come un animale in gabbia.

Papa Francesco: Populismo penale, in questo contesto negli ultimi decenni si è diffusa la convinzione che attraverso la pena pubblica si possano risolvere i più disparati problemi sociali, come se per le più diverse malattie ci venisse raccomandata la medesima medicina.

Un uomo ombra: Le prigioni, così come sono, sono fabbriche di odio ed è difficile migliorare le persone con la violenza e la sofferenza. Il carcere in questo modo ci trasforma in mostri perché qui non esiste l’amore, esistono solo i dislavori. Se siamo uomini non possiamo stare solo anni e anni chiusi in una cella, dovremmo stare insieme ad altri uomini migliori di noi.

Papa Francesco: Molti giudici e operatori del sistema penale devono svolgere la loro mansione sotto la pressione dei mezzi di comunicazione di massa, di alcuni politici senza scrupoli e delle pulsione di vendetta che serpeggiano nella società.

Un uomo ombra: Sono fortemente convinto che perdonare è più facile di essere perdonato. Il perdono ti fa amare il mondo, la vendetta te lo fa odiare. Il perdono è la migliore vendetta che una società può dare, perché fa incredibilmente tirare fuori il senso di colpa per il male fatto. Molti non sanno amare perché non sono amati, altri hanno l’amore nel cuore e non lo sanno. Una persona che ha infranto la legge di Dio e degli uomini per essere recuperato non dovrebbe avere bisogno di sbarre, ma di essere amato come una persona libera, se non di più. E una persona perbene per smettere di essere disonesta deve imparare ad amare tutto e tutti, perché chi ama fa innanzi tutto bene a se stesso, perché solo l’amore ti fa diventare felice.

Papa Francesco: Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà sono dunque chiamati oggi a lottare non solo per l’abolizione della pena di morte, legale o illegale che sia, e in tutte le sue forme, ma anche al fine di migliorare le condizioni carcerarie, nel rispetto della dignità umana delle persone private della libertà. E questo, io lo collego con l’ergastolo. In Vaticano, poco tempo fa, nel Codice penale del Vaticano, non c’è più, l’ergastolo. L’ergastolo è una pena di morte nascosta.

Un uomo ombra: L’ergastolo è una pena di morte a gocce. È sbagliato dire che assomiglia alla pena di morte perché è molto peggio, dato che la pena di morte si sconta da morto e la pena dell’ergastolo si sconta da vivo. Con la pena di morte finisce la punizione e la vita… invece con la pena dell’ergastolo inizia un’agonia che durerà per tutta la vita. Gli ergastolani vivono distaccati ed estraniati da tutti gli altri prigionieri, nel nostro mondo di solitudine e ombra. Per noi morire è la cosa più facile, invece vivere è la cosa più difficile. Sogno spesso di avere un fine pena per avere un calendario in cella per segnare i giorni, i mesi e gli anni che passano.

Papa Francesco: La forma di tortura è a volte quella che si applica mediante la reclusione in carcere di massima sicurezza. Come dimostrano gli studi realizzati da diversi organismi di difesa dei diritti umani, la mancanza di stimoli sensoriali, la completa impossibilità di comunicazione e la mancanza di contatti con altri esseri umani, provocano sofferenze psichiche come la paranoia, l’ansietà, la depressione e la perdita di peso e incrementano sensibilmente la tendenza al suicidio.

(…) Le torture ormai non sono somministrate solamente come mezzo per ottenere un determinato fine, come la confessione o la delazione -pratiche caratteristiche della dottrina della sicurezza nazionale- ma costituiscono un autentico plus di dolore che si aggiunge ai mali propri della detenzione.

Un uomo ombra: Spesso sono stanco di fare battere il mio cuore fra quattro mura… prigioniero in fondo agli abissi, ferito da uomini dal cuore sporco e la fedina penale pulita. Sono stanco di essere chiuso e solo senza speranza… seguendo sogni con occhi aperti e spenti. Sono stanco di essere solo un’ ombra che vive al buio e spera nella morte ma continua a cercare la vita e la luce. Sono stanco di esistere… di ascoltare i miei lamenti… che mi penetrano… mi lacerano… mi distruggono.

Papa Francesco: Molte di tali forme di criminalità non potrebbero mai essere commesse senza la complicità, attiva od ommissiva, delle pubbliche autorità.

Un uomo ombra: La grande criminalità organizzata, finanziaria e politica non potrebbe esistere senza la complicità di una parte dei poteri forti.

Papa Francesco: Il corrotto attraversa la vita con le scorciatoie dell’opportunismo, con l’aria di chi dice: “Non sono stato io”, arrivando a interiorizzare la sua maschera di uomo onesto. La corruzione è un male più grande del peccato. La sanzione penale è selettiva. È come una rete che cattura solo i pesci piccoli, mentre lascia i grandi liberi nel mare.

Un uomo ombra: Spesso i buoni si sentono cattivi per cercare di diventare buoni. Invece i cattivi fingono di essere buoni per cercare di diventare ancora più cattivi.

Papa Francesco: La cautela nell’applicazione della pena dev’essere il principio che regge i sistemi penali, e la piena vigenza e operatività del principio pro homine deve garantire che gli Stati non vengano abilitati, giuridicamente o in via di fatto, a subordinare il rispetto della dignità della persona umana a qualsiasi altra finalità, anche quando si riesca a raggiungere una qualche sorta di utilità sociale.

Un uomo ombra: Il carcere è l’inferno, una terra di nessuno dove spesso sei da solo contro tutti.

Un luogo pieno di conflitti, di odio, silenzi, delatori, sofferenza e ingiustizia, ma anche di tanta umanità, forse molto di più di quella che c’è fuori o che un giorno potrai trovare in paradiso. E quando un detenuto si suicida, è un po’ come se morissi anch’io. Molti dicono che togliersi la vita è una scelta sbagliata, ma io non sarò sicuro fin quando non ci proverò. Spesso in carcere ci si toglie la vita solo per smettere di soffrire perché per molti la vita in carcere è peggiore della morte. 

Papa Francesco, presto, se non l’hanno già fatto, i nostri politici, governanti e le persone con la fedina penale pulita che vanno a messa alla domenica ingannando Dio e se stessi, si dimenticheranno delle tue umane e illuminate parole, del tuo bellissimo intervento, ma non le dimenticheranno mai gli uomini ombra e i detenuti di tutto il mondo.

Papa Francesco, la Comunità Papa Giovanni XXIII mi ha inserito nella lista del gruppo di persone che il 20 dicembre 2014 nella Città del Vaticano t’incontrerà per l’inizio della causa di beatificazione di Don Oreste Benzi (che ho conosciuto personalmente nel carcere di Spoleto e mi ha lasciato un suo angelo). Non credo che mi lasceranno venire da te, ed io non credo neppure ai miracoli, ma ci spero. Intanto ti mando un abbraccio fra le sbarre.

 

Carmelo Musumeci

Carcere di Padova, novembre 2014

 

Foto: Aapo Haapanen/Flickr

 

Commenti all'articolo

  • Di Salvatore Baiano (---.---.---.226) 23 novembre 2014 09:50
    Salvatore Baiano

    ...per carità: ogni parola è molto profonda, molto toccante e -soprattutto- molto VERA!...ma non posso fare a meno di chiedermi (pur nel tentare di perseguire gli insegnamenti -di Cristiana memoria- del "porgere l’altra guancia" e del "perdonare settantasette volte sette"): per esser stato condannato all’ergastolo, quante persone hai ferito, percosso, straziato nei loro affetti più cari? Quante anime hai dilaniato e con quale ferocia?...Non so di quali crimini si sia macchiato quest’uomo, come tanti uomini, ma -se davvero il suo percorso di crescita culturale lo ha portato anche ad una evoluzione della propria sensibilità ed autocoscienza- dovrebbe egli stesso, fronteggiando la nuova consapevolezza, chiedere l’espiazione quanto più dura possibile...Io sono padre, marito e figlio ma -che Dio mi perdoni- non so se riuscirei a perdonare chi estirpasse dalla mia vita, all’improvviso, brutalmente ed irrazionalmente, figlio, moglie o genitore... Forse, caro Carmelo, è il momento che tu faccia il salto e ti ponga in empatia con coloro per i quali fosti cagione di immensi dolori...

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