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Emilia Romagna: la vittoria delle sardine

La propaganda funziona sempre, spesso è determinante, ma questa volta no, non ha funzionato, e non è stata determinante.

Nella contesa tra la realtà e gli spot ,tra i risultati ottenuti e le paure fomentate, ha vinto la politica del reale. E così Bonaccini ha vinto, con voti nettamente superiori a quelli ottenuti nelle precedenti elezioni, il PD è diventato il primo partito della regione, ha perso la Lega: sette punti rispetto alle elezioni europee.

Su questo risultato, certamente ha influito il tradizionale buon governo emiliano romagnolo, ma soprattutto hanno influito le sardine, che hanno preso per il bavero gli emiliani romagnoli, li hanno svegliati dal torpore del linguaggio propagandistico, li hanno costretti a ragionare a guardare i dati reali.

Un'azione che si è tradotta nell'abbandono delle lusinghe astensionistiche, e nella sconfitta della lega che perde sette punti centomila voti, rispetto alle europee che non sono una bazzecola.

Ma l’Emilia Romagna non è l'Italia e i problemi del centrosinistra restano sempre in piedi, con l’egemonia culturale della destra ancora salda, mentre il ripristino di quella delle forze democratiche costituzionali è ancora lontana.

La trasformazione della politica dell'informazione, da fabbriche di voti e di share, a strumenti al servizio del cittadino, la traduzione in norme dell'antifacismo e dei principi fondamentali della costituzione sono obiettivi non ancora conseguiti.

E tuttavia è questo il sentiero difficile ed impervio, che le sardine devono ancora percorrere se vogliono salvare la democrazia nel nostro Paese ed in Europa.

 

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