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Emergenza coronavirus: stiamo sottovalutando l’aspetto psicologico, urge un piano di aiuto

Gli scenari peggiori e forse prevedibili si stanno compiendo. Gli esperti iniziano a sostenere che i casi dei contagiati possono essere cento volte superiori a quelli noti, cosa che statisticamente abbasserebbe la percentuale di mortalità, di malati cronici, ma ciò è nell'insieme delle cose relativo, perché migliaia sono i contagiati, si sta andando nella direzione delle centinaia di vittime e di malati cronici. 

Gli ospedali sono sul punto di collassare, perché i posti in terapia intensiva sono pochi, e il vedere realizzato in Italia ospedali alla Wuhan, ne hanno fatti 16, per fronteggiare una situazione incredibile, è tutt'altro che fantascienza. Ancora oggi si sta discutendo sul ceppo italiano, se sia tutto nostro, se sia quello cinese, o quello che è. Si sta andando avanti alla giornata, alla settimana nella migliore delle ipotesi anche con gradi di improvvisazione grossolani. Emblematico quello che è successo in FVG. Si proclama lo stato d'emergenza senza che ci fosse un caso, e appena questo viene revocato per quanto riguarda la sospensione dell'attività didattica, e non solo, ecco che anche in FVG con un tempismo micidiale arrivano inevitabilmente i primi casi. E si ritorna sui propri passi. La fretta di ritornare alla normalità rischia di fare più danni. La situazione è seria e grave. C'è chi minimizza, dicendo che si sta esagerando, c'è chi è giustamente preoccupato, perché è difficile pensare che nel mondo siano impazziti tutti quanti.
 
Che poi si sospendano alcune attività, dagli scioperi, alle manifestazioni teatrali, ad altri eventi, non è una questione di complottismo ma una naturale conseguenza. L'economia è danneggiata, e andrebbero pensati piani economici anche per chi non può usufruire di cassa integrazione, e sono una platea enorme di lavoratori. Non eravamo preparati a questa situazione. E se c'è una cosa che va detta è che si sta sottovalutando forse uno degli aspetti più importanti. Quello psicologico. I media e la politica hanno delle enormi responsabilità, hanno prima esasperato, poi, in modo imbarazzante, fatto dietrofront, e ora non sanno più che pesci pigliare. Basta pensare il caso mascherine. Si è arrivati al punto che la protezione civile ne ha comprate 5 milioni. Mica per sfizio. Si dice che devono essere usate solo se sei malato e assisti una persona malata. Ma gli italiani le comprano perchè non sanno se chi ti è vicino sia malato o meno. Non ci si fida più del vicino.
 
E che dire della distanza di sicurezza? Prima un metro, poi due. Ma nessuno si chiede come fare per garantirla. Come fai a fare la spesa con quella distanza di sicurezza? E statene certi, una persona che presenta dei sintomi ci pensa cento volte prima di chiamare il numero di emergenza. Si ha timore di finire negli ospedali, luoghi da evitare in questo periodo. Si ha timore di essere etichettati come untori, di avere puntati i fari addosso. Si ha paura di finire in quarantena perché non si sa cosa significa, si ha timore di rimanere soli. Basta vedere quello che accade, ti mettono quasi in prima pagina quando scoprono un caso. Improvvisiamo, viviamo alla giornata, tra chi in modo scellerato ironizza e prende in giro sul coronavirus, quando c'è chi è morto con o per il covid2019, quando c'è chi è in terapia intensiva, quando c'è lutto e dolore e preoccupazione. Si sta sottovalutando l'aspetto psicologico, il Paese, dai più piccoli agli adulti va aiutato anche da questo punto di vista. Altrimenti saranno disastri. Dicono che non dobbiamo avere panico, ma non stanno facendo un bel niente per evitare che il panico avanzi. Urge un piano di emergenza, vanno realizzati dei punti di ascolto, di riferimento, per affrontare questa situazione anche a livello psicologico. E non lo stiamo facendo e la gente non sa più che pensare e come comportarsi!
mb
Foto di Gerd Altmann da Pixabay 

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