Gentile lettore, mi permetto di ricordare che AgoraVox è un sito di giornalismo partecipativo dove chiunque può esprimere la sua opinione, nel rispetto delle regole. Tanto per la cronaca, nei giorni scorsi abbiamo pubblicato decine di articoli riguardo l’elezione di Renato Accorinti, TUTTI (se fai una ricerca puoi rendertene conto tu stesso) positivi. Come questo, ad esempio, che è stato pubblicato stamattina: http://www.agoravox.it/Con-Accorinti-Messina-corre-gia.html
Non possiamo tutti pensarla alla stessa maniera (grazie al cielo). Benvengano le critiche ed il dibattito. Ma da qui a dire che il nostro giornale è "diventato una porcheria" ne passa.
A nome mio e di tutta la Fondazione AgoraVox, un sentito grazie per questo articolo e per gli altri 194 che ha (hai?) pubblicato sulla nostra testata. Possiamo non essere d’accordo, possiamo discutere, polemizzare - anche animamente - sul merito di tutto, ma sempre con la philia ed il rispetto che distinguono la dialettica, nel senso greco del termine, dall’inutile eristica. Gli insulti invece li lasciamo alle scimmie dotate di tastiera e alle squadracce 2.0, per l’appunto.
"Ma i nostri problemi, ma buon dio, insomma! Che ci sia una sosta nelle preoccupazioni, nella tristezza, nella insoddisfazione! Ci sia un po’ di sosta, dopo 6 giorni di lavoro viene la domenica, no? Chi ha lavorato 6 giorni ha diritto alla domenica di andarsene con la famiglia a gioire sulla spiaggia, in montagna o altre robe. E gli si dovrebbe dire: "Come mai tu gioisci quando ti attende il lunedì?" Io penso a gioire la domenica, per il lunedì verrà il suo tempo."
(Sandro Pertini, alla domanda: "Ma non le pare esagerato esultare per una vittoria di calcio ai mondiali?)
Gentile Piero, il 29 maggio le chiedemmo cordialmente le fonti delle notizie riportate nel suo articolo "Fra terremoti "inventati" e segreti di Stato", che, come scritto nel nostro scambio di mail, ritenevamo "interessante". La sua risposta, corredata di una dozzina di link riguardanti l’argomento, recitava testualmente:
"A questo punto, sono io a esortarVi a NON PUBBLICARE quel mio scritto."
Se lei ritiene, ora, di aver cambiato idea e vorrebbe che l’articolo venga pubblicato, può farlo. Ma non è necessario straparlare di "censura" laddove non ve n’è stata, dato che ci siamo limitati fare quanto ci aveva chiesto.