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Elisa Lai

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  • Primo articolo giovedì 11 Novembre 2009
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Ultimi commenti

  • Di Elisa Lai (---.---.---.128) 22 gennaio 2011 12:21

    Io l’ho trovato un tentativo ( che personalmente direi mal riuscito, ma non voglio sottovalutare il pubblico che pende dalle labbra dei teleimbonitori) di "mercificare" l’oggetto di scandalo, trasformandolo da patata bollente in carta vincente. Hanno proprio scavato per portare alla luce la Ruby umana "vendibile" come personaggio da fiction, per insinuare il tarlo del dubbio nell’opinione pubblica. Come se volessero giocare a braccio di ferro con la morale cattolica: sì, è una prostituta e capisco che tu ti indigni, ma attenzione a non perdere di vista la sua sofferenza. Hanno cercato di spostare il problema dal giudiziario all’umano per suscitare compassione, nel vero senso del termine. 

  • Di Elisa Lai (---.---.---.128) 21 gennaio 2011 20:27

    Esiste la legge per la privacy che, in questo caso, mi sembra che sia stata violata. I fatti privati delle persone socialmente e politicamente rilevanti possono essere divulgate solo se di pubblico interesse. Dubito che conoscere il numero di cellulare di Berlusconi abbia per noi qualche utilità. Per i magistrati, sicuramente. Per tutta Italia, no. 
    Sì, come dice l’autore è vergognoso che gli italiani scoprano il numero del presidente del Consiglio tramite due prostitute. Ma divulgare le cifre non era necessario.

    Mi sembra un’inutile caduta di stile.
  • Di Elisa Lai (---.---.---.128) 17 gennaio 2011 11:16

    I libri e i romanzi che non c’entrano un tubo con l’opinione politica personale dell’autore vanno vietati, l’opera omnia del duce e la rivalutazione storica della sua figura ( "Era un uomo troppo buono, i suoi uomini hanno falsato il fascismo vero", come ci ha insegnato Dell’Utri) vanno benissimo invece! Parola d’ordine: tenere due pesi e due misure, sempre, con tenacia infinita.


    E’ bello vedere come il rispetto della Costituzione sgorghi con tanta naturalezza dai nostri rappresentanti, fa sempre piacere vedere che è un libro sempre letto e amato. Ah, ma forse vieteranno anche quello, per via del fastidiosissimo articolo 21. D’altronde, anche quello l’hanno scritto i comunisti.
  • Di Elisa Lai (---.---.---.70) 8 novembre 2010 13:54

    La presunzione del signor Califano e del suo amico onorevole è raccapricciante. Già pensare di essere indigente con un reddito annuale di 20000 euro è un esempio del tipico pensiero da arraffatutto alle spalle dello Stato. Con quale candore e istigazione alla lacrimuccia vorrebbe farci impietosire aggiungendo che deve ANCHE pagare l’affitto!

    Eroe popolare? L’onorevole si legga i commenti all’articolo. Quanti ce ne saranno, due forse, che spezzano una lancia in suo favore? Gli altri si lasciano andare a commenti non proprio da fans.

  • Di Elisa Lai (---.---.---.171) 25 ottobre 2010 08:35

    Perché non dovrei riuscire a rispondere? La scienza dice, e credo sia innegabile, che tutto questo fa parte del normale ciclo vitale. Tutto ciò che vive in natura va incontro alla morte. Sono sulla Terra perché un giorno i miei genitori hanno avuto un rapporto sessuale e uno spermatozoo di mio padre ha fecondato un ovulo di mia madre, un giorno morirò e mi decomporrò come tutti quanti. Non ci leggo alcun collegamento con Dio, non credo che dall’alto dei cieli faccia una selezione all’ingresso smistando i bambini nelle varie pance come con gli alunni il primo giorno di scuola elementare, né che come le Parche tagli il filo della vita secondo il suo capriccio. Morirò, quindi deve esistere un’altra vita dopo questa? Mi scusi ma mi sembra più un comportamento di comodo per non rassegnarsi alla realtà.
     
    Il versante migliore dell’esistenza fino a prova contraria per ora è questo, nessuno ci ha mai mandato una cartolina dalla presunta altra parte (tralasciando i vari "vedo una luce bianca"). Se lei crede che ci sia un altro porto, allora buon per lei. Io penso, e al credere non do fiducia.


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