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Eliana Iuorio

Eliana Iuorio

Nata a Napoli nel 1978.
Avvocato, iscritta all'Ordine di Napoli.
Responsabile della comunicazione/ufficio stampa dell'Associazione inrosa Napoli (per la tutela dei diritti di donne e minori vittime di violenze, abusi e maltrattamenti) ed "apprendista giornalista" per passione. Ha collaborato per la rivista mensile "Fresco di Stampa", pubblicazione d'inchiesta, distribuita nella provincia di Caserta e Napoli nord e per "Terra". Attualmente, è tra i collaboratori di "Quarta Parete" (giornale on-line sul teatro a Napoli) e di "RoadTv Italia": webtv di notizie, approfondimenti, inchieste (per la quale segue la rubrica "Lady in the city").
Tra i fondatori del Movimento giuglianese "Contro le mafie". 
Vive e lavora a Giugliano in Campania (Na).
 
La "Vie en rose", nella versione di Grace Jones; "L'opera da tre soldi" di Brecht e un calice di Chardonnay, ascoltando il battito del proprio cuore, quando alla luce delle stelle, tutti i sogni prendono forma, accarezzandoti l'anima..
Fantasìa, Libertà, Passione, gli scatti di Cartier-Bresson: irrinunciabili.
Come gli Amici. Quelli veri, che senti pulsare nella carne, ad ogni respiro.
E per i quali, daresti la vita.


Statistiche

  • Primo articolo sabato 06 Giugno 2011
  • Moderatore da lunedì 06 Giugno 2011
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Ultimi commenti

  • Di Eliana Iuorio (---.---.---.106) 3 agosto 2011 18:41
    Eliana Iuorio

    Seguirò il processo, che avrà certamente i suoi tempi, considerato il rito. Provvederò ad informare qui, su AgoraVox, di ogni udienza e di tutti gli sviluppi processuali della vicenda, fino alla sua conclusione giudiziaria. Condivido la speranza di una pena giusta e certa, nei confronti dei colpevoli. E spero che la città reagisca, intervenendo ed assicurando il proprio abbraccio, ai familiari tutti di Teresa, come alla piccola. Più delle lungaggini processuali, fa paura il silenzio dei media (attratti molto spesso dal clamore iniziale, della notizia) e l’indifferenza dei cittadini... Vorrei ricredermi.

  • Di Eliana Iuorio (---.---.---.77) 27 giugno 2011 15:35
    Eliana Iuorio

    Preciso che Pietro Nardiello, giornalista di punta, nel panorama italiano; scrittore e coautore di "Strozzateci tutti", è ideatore, del Festival dell’Impegno Civile.

    Voglio segnalarvi un’importante iniziativa della casa editrice Marotta & Cafiero: "Il Festival a casa del boss": retroscena, interviste, riflessioni sulla rassegna de quo ed i temi oggetto di discussione delle quattro edizioni del Festival.
    A cura di Pietro Nardiello, è corredato dalle interviste (ai tanti intervenuti, durante le edizioni della manifestazione), di grandi "firme", del calibro di: Annateresa Damiano e Francesca Ghidini (TGR Rai Campania); Vito Faenza e Chiara Marasca (Corriere del Mezzogiorno); Conchita Sannino (Repubblica); Armida Parisi e Mariagrazia Poggiagliolmi (Il Roma); Toni Mira (Avvenire); Stefano Corradino (Articolo 21).

    Questo libro, sarà realizzato in coproduzione ( http://www.produzionidalbasso.com/pdb_650.html), consentendo a ciascuno di noi, di acquistarne una quota, tale da consentirne la pubblicazione.
    Mirabile iniziativa, dunque, che spinge alla partecipazione di tutti, trasformando l’impegno delle parole in quello dei fatti; i diritti d’autore dell’opera, saranno destinati ad un’iniziativa di Libera Terra e devoluti per la realizzazione di un’attività, in un bene confiscato in Piemonte: "Cascina caccia". 

  • Di Eliana Iuorio (---.---.---.243) 25 giugno 2011 10:09
    Eliana Iuorio

    Pina Picierno è nel video (l’accaduto ad Agorà), nella foto c’è Polledri..........

  • Di Eliana Iuorio (---.---.---.213) 15 giugno 2011 10:28
    Eliana Iuorio

    E.C.: Il giornalista minacciato è Michele Mignogna, "reo" di aver compiuto il suo dovere di cronista, in terra molisana.

  • Di Eliana Iuorio (---.---.---.238) 14 giugno 2011 13:10
    Eliana Iuorio

    Gentilissimo sig. Pere Duchesne,

    apprezzo molto il suo intervento, anche perchè sono dell’idea che dialogo e confronto siano alla base di una crescita personale e perchè no, reciproca.
    Degli episodi che mi ha citato, purtroppo, non posso esprimere la mia opinione, dovendo fondarla sulle sue sole parole, inaudita altera parte.
    Mi ha portato con la memoria al luogo dove credo Lei abiti, che trovo particolarmente bello e dove ho sempre pensato regnasse ancora quella magìa, persa in altri posti.
    Portare alla Sua conoscenza e così, a quella di coloro che ci leggeranno poi, le radici della mia famiglia, mi sembrerebbe inopportuno, in questa sede, anche per una questione di privacy; ma Le assicuro che nel mio sangue orgogliosamente campano, dimorano globuli rossi e bianchi dall’accento napoletano, sardo e andando indietro nel tempo (devo confessarLe), anche lombardo.
    La parola razzismo, pur evocando ancora un sentimento di disprezzo misto a violenza ben presente, nella realtà, per quella che potrei definire un’ostinazione ottusa, continua a vivere lontana dalla mia comprensione e pertanto dal mio agìre.
    Demagogico, forse da libro "Cuore", dirLe che non credo nelle differenze, ma apprezzo le diversità. Fondamento del nostro arricchimento socio-culturale.
    Per tornare ai "fatti", Lei ha sottolineato la presenza delle mafie al nord, attribuendone la responsabilità ai meridionali, in un’ottica di riferimento territoriale/concettuale/operativa del sistema "mafia".
    Ed è qui, che vorrei soffermarmi.
    Senza minimamente volermi addentrare in spiegazioni lunghe e tortuose, richiamando studi e trattati d’ogni sorta, circa l’origine di questo "male", voglio ricordarLe che chi combatte le mafie, paradossalmente è sempre un meridionale, ci faccia caso. La Direzione nazionale Antimafia è nata con Giovanni Falcone, non con altri personaggi; i successi, negli ultimi arresti, li dobbiamo a pool di magistrati, che unitamente all’alacre lavoro delle Forze dell’Ordine, sono riusciti ad assicurare alcuni tra i più pericolosi criminali alla Giustizia.
    Ma torno alle responsabilità, circa la presenza dimostrata da inchieste come quella della DDA di Napoli (che portò all’arresto dell’imprenditore Bazzini a Parma - un cognome nordico, come vede, legato al cartello casalese), delle mafie al nord.
    Oggi, e ce lo spiegano superbamente Raffaele Cantone e Gianluca Di Feo, in un libro che Le consiglio, edito da Mondadori: "I Gattopardi" , le mafie non sono più (e non solo), rappresentate da uomini in gessato con le ghette, che se ne vanno in giro a seminare terrore e violenza, per affermare la propria volontà; oggi assistiamo ad una evoluzione, del sistema criminale camorra e mafia in genere, dove le tre "C", indicate dagli autori di questo libro che Le ho citato, sono emblematiche, per descriverne il mutamento: "Connivenza", "Convenienza", "Convivenza".
    Le mafie "servono"; fungono da agenzia di servizi: per ottenere vantaggi, fare affari, ottenere facili guadagni, lavoro.
    Le mafie attecchiscono a nord, sig. Duchesne.
    Si chiama connivenza; e chi aderisce, cerca o presta consenso a questo sistema, non è meno responsabile di chi lo offre, mi perdoni!
    Ecco perchè, oggi, è necessaria una spinta che parta dal basso, dalla società civile tutta, indignata, che non si "giri dall’altro lato", ma si esprima in modo netto e chiaro, dicendo NO.
    Qui nel suo e mio sud, tanta gente, attraverso movimenti, associazioni, ogni giorno compie scelte di Legalità, per un cambiamento di mentalità, che dev’essere la base, per costruire.
    C’è sempre l’altra faccia della medaglia, in ogni posto del mondo.
    E sono e saranno le nostre azioni, ad aiutare questo Paese a rinascere, insieme all’opera di amministratori capaci e sinceramente interessati al Bene comune.
    Ma anche questa, è una responsabilità che incombe sul capo di ciascuno di noi: si chiama scelta.

    La saluto e così tutti i miei amici che vivono al "piano di sopra" del nostro condominio!!!

     


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