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Elezioni europee 2014–2019, da Matteo a Matteo

 Nel 2014 il PD guidato da Renzi superò il 40% dei consensi, oggi la Lega di Salvini va oltre il 34% dei voti. Allora come oggi lo sconfitto è il M5S. Nel 2014 il M5S prendeva il 21,16 dei voti oggi ha superato di poco il 17% dei consensi. La Lega si attestava nel 2014 al 6,15 % dei voti oggi ha superato il 34%. 

Di contro il PD ha superato il 22% poco al disotto del voto delle politiche. La vulgata comune vuole che la Lega stia assorbendo il M5S . E’ proprio così? Non credo. Rispetto alle ultime politiche le variazioni sono le seguenti: Lega + 3.441.000, PD – 121.000, M5S – 6.199.000, FI – 2.258.000, FdI + 292.000; di seguito riporto le variazioni rispetto alle elezioni europee del 2014: Lega +7.451.000, PD -6.028.000, M5S -1.252.000 FI -2.266.000, FDI +717.000. Per inquadrare il dato bisogna ragionare anche sul livello di partecipazione: nel 2014 l’affluenza fu del 58,7% oggi del 56,7. L’ affluenza da nord a sud è andata via via calando. Si passa da un’ affluenza che supera il 63% nel nord a quella meridionale e delle isole al di sotto del 50%.

Alle politiche dello scarso anno l’affluenza è stata di circa il 73%. Quando si parla di elezioni i numeri per quanto noiosi bisogna darli. Dai dati che ho riportato sostenere che la Lega abbia assorbito gli elettori del M5S è davvero molto difficile. I 7,4 milioni e passa di voti che la Lega guadagna rispetto alle precedenti europee vengono in prevalenza dal PD dell’altro Matteo. Nel 2014 Il PD sfondò a centro assorbendo le liste a sostegno di Monti le quali alle politiche del 2013 avevano totalizzato circa 3,6 milioni di voti. Il consenso della Lega viene in larga dagli elettori del PD, oltre 4 milioni di voti, in subordine da Forza Italia che cede almeno di 1,5 milioni di voti e infine dal M5S che regala alla Lega un altro milione di voti.

La Lega nel nord e in parte del centro è il primo partito . Nel Nord si attesta su percentuali che superano il 40% dei consensi per ridursi scendendo a al 22 – 23% nelle isole e nel Sud. Il M5S nonostante il calo della partecipazione nel sud e nelle isole resta il primo partito con quasi il 30% dei consensi. Nel nord il M5S perde il 50% degli elettori. Il crollo del M5S è da attribuire per larga parte all’astensione il che sta a significare che in Italia c’è un elettorato consistente privo di rappresentanza che sceglie rispetto al tipo di elezioni. Il voto delle Europee fotografa la piazza di Torino pro TAV quando: Lega, PD e Forza Italia scesero in piazza a sostegno dell’opera. Il M5S paga in termini elettorali per fatti esterni e questioni interne. Le ragioni esterne sono le scelte politiche fatte soprattutto negli ultimi mesi e cioè opposizione al TAV, al regionalismo differenziato, alla Flat Tax, sostegno al reddito di cittadinanza percepito dall’opinione pubblica settentrionale come il solito regalo fatto ai meridionali sfaticati e scrocconi.

Le cause interne sono il modello organizzativo inesistente, la mancanza di una chiara cultura politica e la visione d’insieme delle problematiche che interessano il Paese. Come cinque anni fa ancora una volta è la parte più ricca e più sviluppata del Paese che detta le regole e impone le politiche di Governo. Cinque anni fa scelse il PD di Renzi oggi ha scelto la Lega. Il M5S per i settentrionali è apparso troppo meridionale, per i secondi troppo settentrionale. I media mainstream continuano a narrare di un risultato che da per moribondo il M5S e che la contrapposizione sia tra sovranisti ed europeisti. La questione non è proprio in questi termini. La contrapposizione è solo tra elites entrambe neoliberali in economia. Le dichiarazioni di Zingaretti, il quale sicuramente tira un sospiro di sollievo perché e’ riuscito a mantenere all’incirca lo stesso risultato delle ultime elezioni politiche, è surreale. 

Zingaretti ha dichiarato che il sistema politico italiano è tornato ad essere bipolare e che l’alternativa alla Lega cioè alla destra sovranista è rappresentata dal partito di cui è segretario. Il contesto è più complicato di come lo immagina. Oggi la destra sovranista in Italia, rappresentata da Lega e Fratelli d’Italia, ha oltre il 40% degli elettori. Per potersi contrapporre in modo concreto a questo blocco deve essere in grado o di fare un’alleanza con il M5S, cosa difficile perché deve mettere in conto una scissione della sua ala destra o, prendendo a riferimento i raggruppamenti politici presenti nel parlamento UE, un’alleanza con Forza Italia ossia il PPE, +Europa cioè Liberali e favorire nel contempo la scissione del M5S cercando di intercettare quanti più elettori da quell’area politica. 

Il quadro politico che ho descritto dice alcune cose molto semplici: 1) la Lega vince perché rappresenta gli interessi sociali del nord alla ricerca di protezione in Europa, Il PD regge perché ancora una parte degli interessi tosco – padani lo riconoscono come interlocutore, il M5S è in crisi e in molti sperano in una sua estinzione ma non è detto che ciò accada, il Mezzogiorno e le Isole continuano ad essere marginalizzate. Il risultato delle elezioni europee segna, speriamo non in modo irreversibile, la divisione dell’Italia. C’è poco da stare allegri di fronte a elites disposta tutelare e salvaguardare i propri interessi anche a costo di affossare una parte consistente del Paese del quale fa parte. Il M5S e lo stesso PD possono tornare ad avere un ruolo da protagonisti solo se riescono a trovare un punto di incontro su una proposta politica capace di tenere insieme la Società italiana.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.247) 29 maggio 2019 23:00

    Lascito > GRILLO, suo malgrado, ha contagiato e passato il testimone al suo antagonista SALVINI.

    Aldilà dei contenuti, stesse sono la teatralità ostentata e la vibrante comunicativa, oltre alla carica emotiva e la “caducità” tematica.

    Ogni nuovo giorno è una nuova sfida alle ingiustizie e alle avversità.

    Ogni nuovo giorno spuntano i “colpevoli” o “nemici” del bene dei cittadini.


    Trattasi di un mix di qualità magnetiche che Salvini ha “migliorato” se perfino Grillo lo apostrofa con un sardonico "personaggio unicamente virtuale".

    Gli UNICI a restare insensibili e “inossidabili” a tanta fervente invettiva sono gli operatori finanziari e gli investitori (spread, interessi, titoli Borsa).

    Da novello Napoleone, mal che vada, avrà già pensato all’isola “nostrana” in cui ritirarsi. E stavolta, si spera, senza un altro lascito.


    Già ora è bene guardarsi da chi punta al Consenso Surrogato ma non paga il conto …

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