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Elezioni Europee. Prime considerazioni

Nel paese in cui ad ogni tornata elettorale tutti i partiti ritengono di aver vinto, qualcosa di non previsto si è abbattuto sull’eterno ottimismo del Cavaliere e sul maggior partito di opposizione parlamentare.

Il primo dato degno di nota è il forte astensionismo (-6%) rispetto alle europee del 2004 che ha visto protagonista in negativo la IV circoscrizione (Italia meridionale) e la V circoscrizione (Isole).

Notoriamente gli elettori italiani sono poco propensi a considerare questo tipo di elezioni "europee in senso stretto", ma a causa di una pessima campagna elettorale basata sulle vicende personali del premier, piuttosto che di quelle giudiziarie, il voto si è subito trasformato in politico.

L’AMAREZZA DI RE SILVIO


- A pesare sono state soprattutto le preoccupazioni della Lega per i quesiti referendari del 21 giugno in forza dei quali il partito di Bossi e Calderoli vedono un loro ridimensionamento politico, nel caso in cui la legge elettorale dovesse cambiare, attribuendo il premio che garantirebbe la governabilità,al partito di maggioranza relativo, e non più alla coalizione.


- Non va sottovalutata altresì la crisi della giunta della Regione Sicilia che ha portato ad un forte rimpasto, voluto dal Governatore Lombardo - causata dalle "mancate promesse" del governo centrale circa lo stanziamento dei fondi europei promessi alla Mpa.

Ecco che il voto si è trasformato in politico, ed in questa logica va, a nostro avviso, considerato e analizzato.

I dati nazionali diffusi dal Viminale danno il Pdl al 35,2% - Lega Nord 10,2% - Mpa 2,2% - totale di coalizione al governo 47,6%

Alle politiche del 2008 i risultati sono stati: Pdl 37,4% - Lega Nord 8,3% - Mpa 1,1% - totale di coalizione 46,8%

Il raffronto è abbastanza chiaro: anche se in coalizione i partiti di governo stravincono le elezioni europee, qualcosa al loro interno si è profondamente modificato - ed è proprio questo a suscitare il malumore, oggi, di Silvio Berlusconi.

Il Pdl, che lo stesso premier in campagna elettorale stimava al 40-45% secondo i suoi sondaggi, riceve due sonori "schiaffoni" dai propri alleati, i quali gli rosicchiano 2,2 punti percentuali: quel tanto che basta per mandare il messaggio più significativo al "papi" - "senza di loro non si va da nessuna parte".



Anche gli stessi "colonnelli" dell’ex Alleanza Nazionale non sembrano proprio contenti della campagna elettorale del loro nuovo partito - basato su personalismi tali da infastidire i loro stessi elettori.

Berlusconi però non si perde d’animo e attacca con la solita minestra che sta facendo ingoiare agli italiani da quindici anni: <<I poteri forti non mi fermeranno>>.

Viene da chiedersi a chi si riferisca: alla solita magistratura di sinistra e comunista, oppure ai suoi stessi alleati di governo.

LA SCONFITTA DEL "GIULLARE" FRANCESCHINI


Ma se il "papi" è sconsolato, certamente Franceschini non ride: il Pd continua ad accusare una vera e propria emorragia di consensi, crollando al 26,1%, e perdendo circa sette punti rispetto alle politiche dell’anno scorso.

Il tutto a vantaggio dello scomodo alleato Di Pietro, il quale ha saputo più di tutti, in questi mesi, intercettare il malumore degli elettori tradizionali della sinistra italiana, dimostrando coi fatti di essere la sola vera opposizione parlamentare.

PURA FOLLIA DI IPOCRITI IDEALISTI 

Ancora una volta la "sinistra pura" (Rifondazione Comunista - Sinistra e Libertà) ha dimostrato di sapersi fare del male da sola, non riuscendo a trovare un accordo politico che andasse al di là delle logiche spartitorie di poltrone: a livello nazionale non raggiunge la soglia di sbarramento del 4%, e resta fuori anche dal Parlamento Europeo, oltre che da quello italiano - purtroppo questa sinistra negli ultimi due anni ha dimostrato di far bene una sola cosa: annientarsi.

A far contento il Presidente del Consiglio non bastano neanche i dati che arrivano dalla circoscrizione Sud, dove il Pdl fa una vera e propria incetta di voti (41,93%).

A preoccuparci seriamente invece, sono i dati del Pdl che arrivano dalla Campania, ed in particolare dai capoluoghi di provincia: Napoli 43,1% - Caserta 47,9% - Salerno 43,38% - Benevento 50,1% - Avellino 35,53%.

E’ facile prevedere in base agli scrutini per le europee, che il Pdl conquisterà anche la provincia di Napoli e la quasi totalità dei comuni che sono chiamati a rinnovare le loro amministrazioni: ciò che crea allarme è però con quali uomini si appresta a vincere. Luigi Cesaro.

Commenti all'articolo

  • Di Enrico (---.---.---.53) 8 giugno 2009 18:29

    Faccio notare però che il PD, alle scorse elezioni politiche, aveva inclusi nelle sue liste i radicali, che a questa tornata invece sono corsi da soli, raggiungendo quasi il 3%.

  • Di l’incarcerato (---.---.---.206) 9 giugno 2009 09:53

    In politica, uno più uno non fa sempre due. Può fare anche zero e meno uno.

    Non è detto se una lista consinistra e liberta unita a rifondazione e comunisti italiani sarebbe arrivata al sei per cento. Si sarebbbe riproposta la lista arcobaleno che alle elezioni scorse non era arrivata nemmeno al 3 per cento.

    Stesso discorso con il PD.

    Ma una cosa è certa, queste elezioni ha dimostrato solo un aspetto positivo: che non esiste il bipolarismo. Quindi spero che ci si batta per far ritornare il proporzionale...

    http://incarcerato.blogspot.com/

    • Di Enrico (---.---.---.60) 9 giugno 2009 14:10

      La sinistra arcobaleno pagava la litigiosità e l’ostruzionismo dimostrata dai partiti della sinistra radicale durante il governo Prodi e perdeva voti in seguito al richiamo per il ’voto utile’, elementi non presenti in questa tornata, senza (autolesioniste) separazioni una lista unitaria di Sinistra avrebbe sicuramente raggiunto il 4%.

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