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Egitto, la giornata più calda. Dal blackout di internet alle dimissioni di Mubarak

Articolo in aggiornamento

La cronaca della giornata, parte dal fondo.

23.59 - Chiudo il post con il discorso di Mubarak e segnalando due pagine di espedienti utili agli egiziani per aggirare la censura della rete:[1] [2] 
 

23.30 - Mubarak annuncia a reti unificate che non se ne va, ma che domani disfa il governo e ne fa uno nuovo per venire incontro alle esigenze degli egiziani. Una straordinaria dimostrazione di debolezza, non ha mancato di dire che queste proteste accadono grazie alle libertà che lui ha concesso negli anni scorsi. Lui non va da nessuna parte, ha delle responsabilità imposte dal fatto che l'hanno votato (toh...) e intende onorarle, per difendere la maggioranza degli egiziani che ha paura dell'ignoto e di un futuro in mani diverse da quelle di Mubarak. Si può ben dire che la giornata si chiude per lui con una clamorosa sconfitta. Difficile pensare che la protesta, di fronte a una tale dimostrazione di debolezza, rientri nei ranghi offrendo tregua e ossigeno al faraone che annaspa.

23.15 - Mubarak appare ora in televisione senza preavviso

22.00 - Emergono dettagli. Uno molto significativo è che gli egiziani copti (cristiani) si sono organizzati per proteggere le moschee dalla polizia durante la preghiera. Solidarietà senza riserve. Intanto è stato istituita una connessione in dial-up anonimizzato da parte di www.fdn.fr per gli egiziani il numero è +33172890150 login: toto / password: toto. Passando per la linea analogica possono telefonare in Francia e connettersi alla rete. Ha preso quota su Twitter anche #egypt. In conformità al coprifuoco, il principale aeroporto del paese ha chiuso i battenti per 12 ore, niente voli da e per la capitale.

21.00 - Sembra che sia sparita la polizia alle strade ed è sparito anche l'esercito. Telefonata tra Obama e Mubarak, il portavoce statunitense Gibbs nell'annunciarla dice che gli Stati Uniti rivedranno la politica d'aiuti all'Egitto. Intanto sono diversi gli edifici in preda alle fiamme nel centro della capitale.
Momenti di tenerezza in mezzo al caos, una manifestante bacia un poliziotto.

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20.00 - Sulla pagina Facebook del ministro Frattini campeggia ancora una nota intitolata: "Mubarak continui a governare con saggezza". Esordisce con: Speriamo che il presidente Mubarak continui, come ha sempre fatto, a governare il suo paese con saggezza e con lungimiranza" e continua a livello da temino delle medie, chiudendosi con: "Se rifiuteremo di aiutare lo sviluppo dove vivono queste persone queste verranno a casa nostra". Di una povertà impressionante, non solo sul piano formale e lessicale.

19.40 - 80.000 manifestanti sono segnalati a Port Said, parte dei militari visti su al Jazeera apparterrebbero alla Guardia Presidenziale e sarebbero diretti alla sede della TV di stato che pare sia stata presa dai dimostranti. Occupate o distrutte anche la sede del governatore e le stazioni di polizia ad Alessandria, dove l'esercito è nelle strade e sembra dialogare con i dimostranti. Anche la sede principale del NPD (il partito di governo) al Cairo è stata attaccata e saccheggiata. 

19.10 - Il rappresentante della politica estera europea, Catherine Ashton, ha rilasciato una dichiarazione molto dura contro il governo egiziano, invitandolo a cessare le violenze contro chi protesta e a rilasciare le migliaia di egiziani detenuti negli ultimi giorni. Ancora non è chiaro se l'esercito abbia determinato la ritirata della polizia da alcune zone o se sia ancora leale alla dittatura e stia semplicemente coordinandosi con il regime. Per ora girano immagini di folle che applaudono i militari, che si muovono per la città senza interferire con le proteste. Per l'Esercito sarebbe una preziosa occasione per smarcarsi dalla dittatura ed ergersi a guardiano del paese, avendo a modello e ispirazione la posizione dell'esercito in paesi come la Turchia o il Pakistan.

19.00 - L'esercito è per le strade, la protesta non accenna a rispettare il coprifuoco, El Baradei è ufficialmente agli arresti domiciliari. Il conto dei feriti è ormai nella dimensione delle centinaia. Alcune sedi del partito di governo sono state messe a fuoco. Un reporter della BBC è apparso in video ferito e sanguinante. Anche raffiche di armi automatiche contro la folla.

16.10 - Appare l'esercito nelle strade, benvenuto dai manifestanti che considerano l'esercito come contrapposto alla polizia, al Jazeera manda in onda le immagini di un veicolo dell'esercito che si ritira di fronte a una folla festante. Prima dichiarazione di Obama, abbastanza deludente. Salgono a 10 le vittime segnalate.

15.50 - Mentre gli Stati Uniti reiterano l'invito al governo egiziano a non reprimere con la violenza le proteste e a non impedire le comunicazioni e la libertà di stampa, Mubarak brilla per il suo silenzio. Il Ministro degli Esteri Frattini sembra troppo impegnato a combattere il Presidente della Camera Fini, sventolando in parlamento le "carte di Santa Lucia", per occuparsi anche delle rivoluzioni alle porte del nostro paese. Dalle strade d'Egitto giunge intanto un bilancio provvisorio che parla di due morti e decine di feriti tra i manifestanti. 

15.10 - La capitale è paralizzata dalle proteste, gruppi di migliaia di persone occupano parti della città, vengono dispersi con l'uso massiccio dei gas e immediatamente dopo si riuniscono di nuovo. Con il passare delle ore sembra che i manifestanti si stiano specializzando nel neutralizzare i proiettili con il gas o nel rilanciarli alla polizia. Risultano arrestati anche alcuni giornalisti francesi, molti quelli aggrediti insieme a fotografi e operatori video.

15.00 - Primo appello per una manifestazione di solidarietà con il popolo egiziano davanti all'ambasciata egiziana a Roma. L'invito è per domani e i giorni a seguire, ma non sarebbe male che già questa sera gli italiani dessero un segno.

14.50 - Circolano voci relative all'arresto di El-Baradei, Al Jazeera manda in onda una diretta in inglese che si può seguire anche via web, secondo la cronaca la folla ha avuto la meglio in alcune occasioni, forzando i blocchi e rimuovendo le barricate preparate dalla polizia fin da ieri. La leggendaria "apatia" attribuita al carattere degli egiziani sembra decisamente un ricordo. I perentori divieti governativi sono stati del tutto ignorati.

14.20 - Le prime riprese video mostrano folle reattive e decisamente inclini a non lasciarsi impressionare dalle forze dell'ordine. Vodafone, già criticata nei giorniscorsi per aver collaborato con il governo, ha comunicato che tutti i gestori hanno ricevuto l'ordine di sospendere il servizio in diverse zone del paese.

13.00 - Wikileaks pubblica i cablo relativi alle considerazioni americane sulla brutalità dell'apparato repressivo egiziano, sulle torture e la dipendenza dell'apparato giudiziario dal potere politico. Cose ben note agli egiziani che saranno arrestati e alle loro famiglie, ogni arresto rappresenta una disgrazia per parenti e amici e la considerazione potrebbe anche giocare contro il regime qualora il sostegno attivo alla protesta riuscisse a sfondare tra la maggioranza degli egiziani.

11.10 - La polizia ha attaccato e disperso usando bastoni e idranti anche il gruppo che si era radunato attorno ad el-Baradei, i supporter che lo circondavano per proteggerlo sono stati bastonati. El-Baradei in mattinata aveva dato un'intervista chiedendo la destituzione di Mubarak e tutte le manifestazioni di oggi sono dedicate alla cacciata del dittatore. Gli scontri sono cominciati anche nella capitale, le forze del regime hanno sparato sulla folla anche con proiettili di gomma. Difficoltà anche per gli SMS, in alcune zone del paese non si possono usare da ore. Il grafico qui sotto mostra il crollo dell'attività internet da e per l'Egitto nelle ultime ore. graph 11.00 - Chiusa su ordine del govenro una delle principali moschee della capitale, migliaia di poliziotti affiancati da numerosi "irregolari" presidiano le strade della capitale. Secondo il Guardian le televisioni locali hanno dato notizia di scontri già iin corso in altre città del paese. La tattica della polizia sembra quella di attaccare i manifestanti al termine della preghiera e di disperderli subito all'uscita delle moschee.

08.30 - Il regime non ha dormito, questa notte i leader dei Fratelli Musulmani sono stati arrestati. Mubarak è un osso più duro di Bell'Alì.

02.00 - Insieme al manuale della rivolta, spunta anche l'occasione di aiutare gli egiziani (e non solo) offrendo banda al progetto TOR di protezione criptata delle connessioni. Su Twitter con #jan25 qualcosa esce ancora lo stesso.

00.00 - Venerdì in Egitto inizia con la notizia dello spegnimento di internet nella capitale e in altre città egiziane. Sembra che il governo non abbia trovato di meglio per troncare le comunicazioni dei rivoltosi. L'Egitto è praticamente senza Internet. Imbarazzante intervista del rappresentante americano.

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