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ESCLUSIVO – Dell’Utri e Renato Farina: tutte le telefonate dell’avvocata del boss

Ecco i brogliacci inediti delle telefonate dell’avvocatessa che difese il falso pentito e che lo pagò, per conto di Dell’Utri, perché dichiarasse accuse false ai danni degli altri pentiti. Dell’Utri non volle restituirle il denaro. Lei minaccio di ricattarlo raccontando tutto alla stampa e in soccorso di Dell’Utri intervenne il senatore Renato Farina, che lo aveva già consigliato nelle sue disavventure giudiziarie e che riuscì a far riavere alla De Filippis 30mila euro da un imprenditore suo amico. Ma a lei non bastarono e minacciò di “sputtanare” Dell’Utri con rivelazioni che avrebbero potuto mettere in crisi il governo Berlusconi. Leggi la storia

20 febbraio 2004. Ore 20.02. Alessandra De Filippis racconta a Renato Farina di avere incontrato Dell’Utri il giorno precedente e di avere discusso con lui della sua difesa al processo (il 26 febbraio è il giorno delle sue dichiarazioni spontanee ai magistrati). I due, Dell’Utri e Alessandra De Filippis, si dovranno rivedere (“glielo darai la prossima volta”, dice Farina alla De Filippis). L’avvocatessa racconta anche di avere assistito a una telefonata di Dell’Utri con la moglie di Pino Chiofalo, l’altro finto pentito con cui Dell’Utri si sarebbe accordato per screditare gli altri pentiti veri (un incontro segreto tra i due è stato documentato dagli agenti della DIA). Sua moglie ha patteggiato la pena per lo stesso reato di calunnia imputato a Dell’Utri e Cirfeta. Nonostante la De Filippis sia riuscita ad ottenere il numero di telefono di Dell’Utri rassicura Farina che continuerà ad essere il “tramite” tra lei e il senatore, come lo è già stato per l’incontro del giorno precedente. Il Carlo di cui parla la De Filippis a Farina è Carlo Falcicchio, un praticante la cui sistemazione stava, secondo Oreste, molto a cuore alla De Filippis. Falcicchio riuscì a diventare il consulente del sottosegretario alla Giustizia, Iole Santelli, “ma gratis – ha raccontato lui ai magistrati di Palermo – senza un decreto di nomina da parte del ministro”. Eppure è Dell’Utri, non la Santelli, a essere “contento di come si sta comportando Carlo”.

Renato chiama Alessandra che lo informa dell’incontro avuto giovedì con il Senatore, al quale deve far avere delle carte e far sapere cosa è meglio fare, così si prepara per giovedì prossimo. Gli ha portato in dono un portabigliettini da visita d’argento con incise le iniziali, non essendo arrivato in tempo un tranciasigari per il quale Alessandra aveva precettato il suo gioielliere da prima di Natale. Renato le dice: "glielo darai la prossima volta". Renato ha assistito un sabato a una telefonata del Senatore con la signora Chiofalo. Alessandra dice che lui (Marcello) le ha dato il suo numero , “però comunque il tramite resterai sempre tu”.
Dal tenore di tutta la conversazione, infatti, si comprende che Renato è stato il tramite anche per l’appuntamento del giorno precedente.
Si riporta il seguente brano della intercettazione:

DE FILIPPIS: E abbiamo parlato... va beh anche del mio praticante che sta lì al Ministero con le prospettive di che cosa fare, eventualmente se metterlo in uno studio a Roma eccetera eccetera, perché lui è molto contento di come si sta comportando Carlo.

 
23 febbraio 2004. Ore 10.52. Alessandra De Filippis parla con Carlo Falcicchio.

Alessandra dice a Carlo che Cosimo (cioè Cosimo Cirfeta) è stato appoggiato in un carcere siciliano per le udienze, dove egli non vuole stare. Cosimo ha già fatto rinuncia per l’udienza del 26. Carlo assicura che se viene l’onorevole cercherà di informarsi. Per quanto riguarda l’esame di quello (Dell’Utri), Alessandra crede che sia il caso che faccia solo dichiarazioni spontanee. 


23 febbraio 2004. Ore 17.52. Alessandra De Filippis parla con Carlo Falcicchio.

Carlo informa Alessandra che quello (Formichella) i documenti li vuole lui per consegnarli al Senatore. Alessandra insiste affinché li consegni personalmente perché deve spiegargli delle cose a voce. Carlo risponde che ha capito.


23 febbraio 2004. Ore 21.46. Alessandra De Filippis parla con Carlo Falcicchio.

Alessandra dice a Carlo che l’e-mail (contenente i documenti da consegnare a Dell’Utri) gliela spedirà domani mattina “così non sta molto in circolo... perché poi, quando ti arriva tu la cancelli e io la cancello...”. Carlo e Alessandra dicono che, se hanno trasferito Cosimo in Sicilia per le udienze, è possibile che abbia fatto qualche puttanata, ma non può stravolgere tutto per i suoi capricci: venga all’udienza del 26 e poi rinunci alle altre. Alessandra dice che lui ha tirato gas, quindi... Alessandra dice a Carlo che domani “il fascic...il... le carte le deve dare a lui”, cioè a Dell’Utri.


24 febbraio 2004. Ore 10.12. Alessandra De Filippis parla con Carlo Falcicchio. Il VIP di cui parlano alla fine della conversazione Cosimo Cirfeta.

Carlo assicura che gli è arrivato e l’ha stampato. Ha cominciato a leggerlo:

C. FALCICCHIO: Sono arrivato alla seconda pagina. Sì, il problema adesso è litigare (con Formichella) per vederlo (cioè vedere Dell’Utri).
A. DE FILIPPIS: No, digli che l’intesa è questa, che è una cosa serissima e che tu gli devi dire delle cose perché... cioè tu gli devi dire questo: “Se lui vuole sottoporsi all’esame..” - io gliel’ho già scritto, leggi la seconda pagina - “… ci possiamo mettere d’accordo”.

Carlo continua
a leggere i documenti inviatigli e Alessandra insiste che “queste cose cioè glieli deve dire tu di persona perché poi se lui decide di sottoporsi all’esame, facciamo il solito sistema che facevamo col VIP e con gli altri cioè (incomprensibile per accavallamento di voci)... glieli devi spiegare perché scritte non si capisce, è chiaro che devi parlargli tu...”.


25 febbraio 2004. Ore 17,47. Alessandra De Filippis parla con Nicola Formichella, segretario particolare di Dell’Utri poi promosso anch’egli a parlamentare nel 2008.

Formichella dice ad Alessandra: “Missione compiuta, tutto a posto, si sono parlati, Carlo è stato qui, ha parlato col dottore.”


26 febbraio 2004. Ore 27.56. Alessandra De Filippis parla con Carlo Falcicchio che però le dice che è meglio non parlare per telefono “della conversazione di ieri” con Dell’Utri.

Carlo dice ad Alessandra che quello (Dell’Utri) gli aveva garantito che sarebbe venuto sempre, “perché la conversazione di ieri è stata più fruttuosa di quanto ella possa immaginare... nel senso che... però è meglio non parlare per telefono... poi ci sentiamo”.


26 febbraio 2004. Ore 19.12. Alessandra De Filippis parla con Carlo Falcicchio.

Alessandra dice a Carlo che ha parlato con lui (Dell’Utri) privatamente e gli ha dato “un biglietto di saluti di Cosimo”. Carlo chiede se lui ha detto niente dell’incontro di ieri e la De Filippis risponde che ha parlato del più e del meno perché era tallonato dalla scorta. Ha detto soltanto: “l’avevo sentita questa cosa del carcere, ora com’è andata?” (è un accenno alla questione del trasferimento di Cirfeta). Lui ha detto che “le note sono molto interessanti e appropriate.” Carlo è contento “perché io che ho... cioè so il filo conduttore...quindi...”.
Poi i due parlano delle espressioni usate da Dell’Utri nelle dichiarazioni spontanee e ridono dicendo che si tratta “di cose che hanno già sentite e magari dette”. 


26 aprile 2004. Ore 19.12. Alessandra De Filippis parla con Carlo Falcicchio. Gli ha consegnato una lettera da recapitare a Dell’Utri tramite il suo segretario Formichella. Carlo non vorrebbe nemmeno consegnarla, perché lo ritiene inutile, ma è riuscito a parlare con Falcicchio e a consegnargli la “cosa”. Formichella però si segna “lettera Carlo”, Falcicchio si insospettisce perché non gli aveva mai parlato di una lettera e confessa alla De Filippis il timore che possano avere nascosto una microspia nell’auto. Lei condivide i sospetti.

Carlo dice ad Alessandra che gli ha parlato (a Nicola Formichella) e gli ha detto che deve dare una “cosa”. Lui ha risposto che gli farà sapere e si è segnato “lettera Carlo”, ma Carlo si è stupito perché dice di non avere mai parlato di lettera. In conseguenza di ciò i due dubitano che sull’automobile possa essere stata collocata una microspia:
“C. FALCICCHIO: Niente… comunque credo che ci siano dei problemi nella macchina.
A.DE FILIPPIS: Sì, questo lo sapevo pure io”.
Fosse per Carlo, non consegnerebbe la lettera perché lo ritiene “perfettamente inutile”.


27 aprile 2004. Ore 13.00. Alessandra De Filippis parla con Carlo Falcicchio. Lei lamenta la scarsa collaborazione di Dell’Utri nella difesa al processo che lo vede imputato per calunnia insieme a Cirfeta, assistito dalla De Filippis. Falcicchio inizia a mostrare insofferenza verso l’insistenza assillante della De Filippis.

C. FALCICCHIO: ...io … volevo capire perché eri… ti sei arrabbiata con me.

A.DE FILIPPIS: Va beh Carlo, poi ne parliamo… è troppo lungo per parlarne per telefono. (linea disturbata)

C. FALCICCHIO: Eh? Sì Alessandra ma non pensare neanche che…non lo pensare neanche che io possa essere sistemato perché lo so solo io quello che sto passando, gratis da dieci mesi. […]

A.DE FILIPPIS: Non si tratta di quello però tu, capisci bene, tu capisci bene che adesso… se io devo mandare a fare in culo a qualcheduno…. se prima fino a maggio, giugno dell’anno scorso avevo il problema: “Ah, sennò Carlo non me lo fanno più partire”.
 Adesso, scusami, siccome tu stai là ed hai anche margine di movimento e comunque… e comunque persone ne hai conosciute e comunque, voglio dire, in qualche modo ti ho dato l’input o ti ho aiutato a darti l’input per stare un poco più tranquillo. Non ho più da preoccuparmi… di questo ricatto perché finché io mi sono stata a preoccupare per te, a me sta bene.
 Peraltro… peraltro dal momento in cui anche determinate cose, determinate scelte io me le trovo e mi trovo da farle giustamente da sola perché ci ho il giudizio, ci ho il non accettare, ci ho il fatto che comunque per te stando lì… siccome poi la politica è una brutta… maledetta bestia e i tempi si allungano perché si allungano… perché tu lo accetti che i tempi si allungano. Io, scusami, non lo accetto da te che i tempi si allunghino, non lo accetto da Nicola, non lo accetto dal capo di Nicola, non lo accetto da chi mi viene a dire: “Devi aspettare… peraltro… per altri motivi”
 Io non lo accetto. Allora finché c’era da salvaguardare te perché tu stavi culo e camicia con me e siccome ti associavano a me, allora io dovevo stare un attimino attenta, io aspettavo. Adesso, scusami Carlo, nel momento in cui peraltro non ho neanche più la condivisione di niente da parte di nessuno. Ma io perché devo aspettare?
 Scusami, parliamoci chiaro, io mi sono stata tranquilla ed ho evitato di fare la guerra eccetera eccetera. Che cosa ho avuto? ... Cosimo è andato a Pagliarelli… scusami… Cosimo è andato Pagliarelli, quell’altro prima ha cominciato a venire alle udienze, poi ha fatto gli stracazzi suoi, altri problemi che si stanno accumulando. Per avere lo sblocco dei soldi non ti dico e mi hanno sbloccato il conto solo per la metà... Cioè Carlo! Aspettare me lo dici tu a che cazzo è servito! A far stare te tranquillo a Roma…perfetto, perfetto! Ma poi ad un certo punto a me che cosa me ne viene? […]

C. FALCICCHIO Conclusione, tu fai tutte le telefonate che vuoi, smuovi il mondo, fai tutto quello che vuoi… però prima di fare almeno pensaci.

A.DE FILIPPIS Ma io non devo fare telefonate.

C. FALCICCHIO Dico, vuoi andare… il processo di Palermo, ti ho ripetuto un milione di volte …(incomprensibile)… difendere Cosimo …(incomprensibile)… perché se qualcuno ti voleva come altro avvocato ti nominava... se qualcuno il tuo aiuto non lo vuole, non è che glielo devi dare per forza. Io spero che quello mi chiami, gli riferirò la cosa…se mi chiamerà per delucidazioni, io gli dirò le cose che gli devo dire. Dopo di che se dal punto di vista del processo lui vuole essere aiutato da te è un discorso, se non vuole essere aiutato da te. Amen. Fattene una ragione perché evidentemente o è una forza superiore o sua volontà di non essere aiutato da te, però non ti andare a mettere nei casini per forza.


1 agosto 2004. Ore 16.35. Alessandra De Filippis parla con Carlo Falcicchio, che dice le dice che Cosimo Cirfeta racconta il falso e si inventa le cose “di sana pianta”. La De Filippis, da par suo, conferma che Cirfeta risponde agli ordini di Dell’Utri, che minaccia di “sputtanare” in tv, intimando che protrebbe produrre alla stampa anche prove documentali dei loro intrighi (“e che non pensassero che ho tutto a voce”).

Carlo dice ad Alessandra che hanno capito che Cirfeta ha un’affidabilità pari a zero. Alessandra dice che, se a settembre non si risolvono certe cose, la sistemo io questa cosa, sto parlando del tuo capo tra virgolette. Carlo risponde che a quello là lo deve proprio lasciare stare e che Cosimo riferisce cose abbastanza false e se le inventa di sana pianta. Alessandra risponde che ha acquisito la certezza totale e provata che Cosimo non fa nulla che non gli venga detto o da questo che ti ho appena nominato (il tuo capo) o da qualcun altro. Alessandra minaccia di sputtanarlo in TV e che non pensassero che lei ha tutto a voce.


7 agosto 2004. Ore 15.47. Alessandra De Filippis parla con Michele Oreste. Il giorno prima Dell’Utri, alla sua richiesta di essere risarcita del denaro che ha anticipato per suo conto per onorare l’accordo con Cirfeta, le rispose: “sono costernato”. Lei ha raccontato tutto a Cirfeta, che vuole ricattarlo e le ha consigliato di raccontare tutto alla stampa. “Così faccio cadere il governo veloce veloce”, commenta lei. Oreste le ricorda che è meglio non dire queste cose per telefono, e allora lei dice di stare scherzando.

Cosimo esce in permesso il 14 agosto. Vorrebbe che lei rilasciasse un’intervista dalla Costa Smeralda (dove Alessandra andrà a ferragosto) “così faccio cadere il governo veloce veloce.”. Oreste le dice di non dire queste cose al telefono e Alessandra risponde che sta scherzando. Alessandra si augura (ma non ci crede) che quello (Cosimo) le mandi il giorno 14 i 40.000 che le aveva promessi. Alessandra ha messo in conto l’ipotesi che lui le dica di non seguire più il processo e “allora il problema sarebbe il compare suo (cioè Dell’Utri) e che non se la sbrigherebbe soltanto riprendendosi quello che ha dato.”


7 agosto 2004. Ore 21.33. Alessandra De Filippis parla con Michele Oreste. Renato è Renato “Betulla” Farina, Giancarlo è un imprenditore suo amico che ha versato alla De Filippis un bonifico di 30mila euro. Ai magistrati l’avvocatessa racconta che Pellegrini, magnanimo, aveva voluto aiutarla in un momento di difficoltà e che quei soldi le sarebbero serviti per estinguere i debiti contratti con i fornitori di stupefacenti. Ma in questa telefonata collega il versamento di Pellegrini a Dell’Utri (“quello che era costernato per me ieri”). Pellegrini, che è “ incazzato”, le darà solo “due trance”, ma lei vorrebbe di più.

ALESSANDRA: Vedi che il fatto di quel coglione di Roma, ha scatenato un incidente diplomatico.


ORESTE: Quale coglione di Roma?

ALESSANDRA: Quello che era costernato per me ieri …Giancarlo oggi mi ha chiamato due volte per dirmi che si stava muovendo…
Dice: “ A Renato glielo hai già detto?”
Si.
Dice: “Sta in Francia?”
Dice: “Va bene io ora provo a chiamarlo così vedo se mi può raggiungere”
Dice: “Sennò farò in modo di contattarlo e di dirglielo anche io che cosa è successo”

ORESTE: Incazzato sta!

ALESSANDRA: Molto, non ha gradito per niente.

ORESTE: …che ti ha detto? Che ti viene incontro almeno?

ALESSANDRA: Si, si, si. […]

ORESTE:E va bè Giancarlo ha telefonato per questo fatto?

ALESSANDRA: Si, si.

ORESTE: E ci ha il potere di mandarlo a fare in culo quel pezzo di merda là!

ALESSANDRA: Spero.

ORESTE: Ma l’amico… Giancarlo lo hai sentito calmo, tranquillo però molto deciso con quello, eh.

ALESSANDRA: Molto deciso sì, molto deciso.

ORESTE: …che ti ha detto anche qualche altra cosa… che ti vuole dare di più?

ALESSANDRA: No, no, di più no.

ORESTE: …Quello che gli hai detto tu in pratica!

ALESSANDRA: Che mi darà due trance.

ORESTE: E poi?

ALESSANDRA: E basta.


8 agosto 2004. Ore 10.33. Alessandra De Filippis parla con Michele Oreste. La De Filippis racconta di essere stata lei a proporre al senatore Dell’Utri di anticipare in suo nome la tangente a Cirfeta.

Michele chiede ad Alessandra se fu lui, “ il costernato”, che le chiese di dare “qualcosa per quello stronzo” (Cirfeta). Alessandra dice: “ no, di quella grossa cifra no”. “ Di quella storia lui disse: Quando deve essere... io glieli dò. Me lo dice e io te li dò... Appena e... tu mi avvisi e te li do... ed io glielo dissi che praticamente li anticipavo io”.


8 agosto 2004. Ore 13.41. Alessandra De Filippis parla con Michele Oreste. Lamenta che il senatore non ha voluto restituirle i soldi che lei ha anticipato a Cirfeta, che “si è incazzato nero” e vuole ricattare Dell’Utri: “Digli che adesso racconto tutto”.

Alessandra racconta a Oreste che Cosimo “si è incazzato nero” e che “non solo non c’entra…mi ha ricordato che quando io gli andai a parlare di quel fa… io non me lo ricordavo…lui mi disse: “Non dire niente a Cosimo, appena arrivano, anticipali tu, poi quand’è te li do”. E io poi sono andata due-tre volte e lui non mi ha dato niente…però ufficialmente… risulta a Cosimo che è lui che ha fatto tutto”. “Lui così facendo si sarà pure tutelato, però io ho detto tutto a Cosimo, che si è incazzato e ha detto: "vai da lui e digli che io adesso racconto tutto”.


17 agosto 2004. Ore 14.27. Alessandra De Filippis parla con Cosimo Cirfeta. La De Filippis si vuole vendicare: Dell’Utri “subirà le conseguenze di tutto, ma a livello proprio di sputtanamento proprio a caratteri cubitali”. “A me basta vendicarmi e fare bordello”, dice lei: “Li porto avanti sui giornali e li vedo sfilare tutti, possibilmente con un paio di manette, in qualche posto di massima sicurezza”.

Alessandra dice a Cosimo che “chi sai tu sarà il primo che deve andare sotto per quanto riguarda me. Ancora ti credi che mi sono scordata la risposta! Quello sarà il primo, il primo... che subirà le conseguenze di tutto, ma per forza, cioè per gioco forza, ma a livello proprio di sputtanamento proprio a caratteri cubitali perché non merita nient’altro, è meno di una merda… è meno di una merda... Chi... si crede di essere lui con la sua prosopopea...soltanto perché ci ha i titoli... Ma io sta cosa la supero, a me basta vendicarmi e fare bordello...Basta riavere quello che mi hanno rubato perché come sono andate le cose questi soldi mi sono stati letteralmente rubati. Basta che io riò quello che mi è stato rubato e li metto… praticamente li porto avanti sui giornali e li vedo sfilare tutti, possibilmente con un paio di manette, in qualche… posto di massima sicurezza”.


18 agosto 2004. Ore 17.19. Alessandra De Filippis parla con Carlo Falcicchio. La De Filippis vuole ricattare Dell’Utri: “Tu ti se impegnato a darmi sennò ti sputtano a caratteri cubitali dappertutto”. Se Dell’Utri non paga “vado da chi di dovere e dico le cose stanno accossì, accossì, accossì”.

Alessandra e Carlo parlano di quando sono andati da Dell’Utri a Milano in via Senato. Successivamente Alessandra narra di avere riferito a Cosimo che “siccome certe risposte non mi sono piaciute... Allora per intanto se la cosa va male, io vado da chi di dovere e dico le cose stanno accossì, accossì, accossì. Mo’ accomincia a …(incomprensibile)… che tu ti sei impegnato a darmi sennò io ti sputtano a caratteri cubitali dappertutto e lo posso fare”. Ho detto: “...Non è che la gente, siccome ci ha la posizione, siccome ci ha il titolone può fare che... vuole. Io sto nella merda anche per colpa di queste persone e a me non mi interessa niente. Se per difendermi devo fare il bordello, io a quello il bordello glielo faccio perché lui per me è meno che niente con quella risposta che mi ha dato. Ancora credi che me la sono dimenticata e ancora ti credi che la passerà liscia quella risposta”. “Le sembra normale… le sembra normale…”.


18 settembre 2004. Ore 15.00. Alessandra De Filippis parla con Loredana Rocchi, “persona sentimentalmente legata a Cirfeta” che lo può incontrare perché svolge attività di volontariato presso il carcere in cui il mafioso è recluso. La De Filippis rivolge anche a lei le stesse lamentele e le chiede di impegnarsi a contattare Dell’Utri per suo conto. Lei, che ha la possibilità di contattarlo (nelle sue deposizioni al processo di primo grado per calunnia al marito e al senatore ha raccontato di avere incontrato Dell’Utri nel 1999), dice che sta già provando.

A.DE FILIPPIS ...tu lo sai che io già per il fatto dei famosi 1750 euro, stavo cercando di contattare il mio collega. Capiscimi!

L.ROCCHI Sì, sì.

A.DE FILIPPIS Perché quello aveva detto che comunque a me, me li avrebbe dovuto dare lui e questa è una cosa… e lui sta facendo orecchie da mercante. Ieri ho mandato al segretario un messaggio di fuoco dicendo che il mio cliente ha quasi tentato il suicidio, che praticamente ci sta abbandonando e che è così... io poi l’ho richiamato il segretario e lui mi ha detto: “Ma sai… sta impegnato”... Se tu hai… perché io lo so Loredana che tu forse hai la possibilità di… come dire… farti sentire tu.

L.ROCCHI Sì Alessandra ma tu non sai quante volte sto provando.” […]

A.DE FILIPPIS Magari ci sentiamo in un secondo momento, magari verso le sette e mezza, le otto stasera, okay?”


18 settembre 2004. Ore 18.30. Alessandra De Filippis parla con Loredana Rocchi.

Alessandra narra a Loredana di avere garbatamente, e abbordando l’argomento alla larga, parlato con Dell’Utri della restituzione di “quella sovvenzione”, ricevendo la seguente risposta: “Ma a lei le pare normale parlare per telefono?”.


14 settembre 2004. Ore 00.24. Alessandra De Filippis parla con Michele Oreste. Gli legge la lettera che ha scritto a Dell’Utri con cui vuole accompagnare un libro, Via col vento, in regalo al senatore.

A.DE FILIPPIS: Allora: “Gentilissimo dottore ancora una volta sono rimasta meravigliata dal suo laconico “mi dispiace” quando gli ho riferito le condizioni di Cosimo. Molto simile a quel laconico “sono costernato” quando le ho chiesto di mantenere un impegno che lei aveva assunto senza che nessuno chiedesse niente. E mi ha stupito ancora di più il fatto che appena le ho chiesto di parlarle, è quasi fuggito senza dirmi neanche buonasera.

Non si preoccupi, nessuno le chiederà più di parlarmi. Oggi vedendo quel testimone terrorizzato, ho pensato a tante persone compresa me si stanno dannando l’anima per difendere lei credendo nella sua buona fede e che lei, per tutta risposta, ha abbassato la testa e chiuso gli occhi e poi! Poi è volato via. Ho sbagliato a considerarla come un padre, ho sbagliato ad avere fiducia in lei. Sto male io e sta male Cosimo, lei ci resti pure costernato.

Ritengo che ormai non sia in grado di int.. di nutrire sentimenti più profondi. Ritengo che lei così impegnato a cercare libri antichi ed autori eruditi ed accorti, non abbia mai avuto il tempo di leggere un libro popolare come: “Via col vento”. Mi permetto di regalarglielo, non lo legga tutto se non può, a me basta che legga le righe che ho sottolineato, ne ho sottolineato dieci… (registrazione disturbata)… esattamente quello che la rappresenta meglio di altra definizione quantomeno nei miei confronti.

Non so se lei sia così anche in altri aspetti della vita, non mi interessa.

Per fortuna non seguo la politica, peraltro non credo di sbagliare visto i grandi galantuomini che la politica sforna. Non dimentichi mai che gli ho voluto davvero bene e che ho riposto in lei la mia vita… che la consideravo un uomo come pochi altri. E mi permetto, in ultimo, di consigliarle di farsi difendere meglio di come ha fatto fare finora dato che ormai ha consumato tutto il limite consentito della pena sospesa con le condanne che ha avuto tra Torino e Milano e che ogni altra condanna definitiva le aprirebbe le porte delle patrie galere.

Distinti saluti, Alessandra De Filippis.”

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