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 Home page > Tribuna Libera > E’ l’ultimo colpo quello che conta!

E’ l’ultimo colpo quello che conta!

Kinshasa, 30 ottobre 1974, ore 4 del mattino. Tutti gli spettatori aspettano impazienti l'inizio del "Rumble in the Jungle" ("La rissa nella giungla"). Nello "Stade Tata Raphaël", si affrontano il campione del mondo dei pesi massimi, George Foreman e il leggendario Muhammad Alì.

 
Il primo ha 25 anni, è un vero e proprio "armadio" e ha un fisico praticamente perfetto.
E' il grande favorito dell'incontro. Il secondo ha 32 anni, non ha più l'agilità di un tempo e dopo due sconfitte con pugili del calibro di Joe Frazier e Ken Norton, sembra ormai avviato al declino. L'incontro comincia con una certa aggressività di Muhammad Alì, il quale però si rende ben presto conto che non riuscirà a mantenere fisicamente quella mobilità che l'ha reso celebre per tutta la durata dell'incontro.
 
E allora cambia tattica e prende ad incassare un colpo dopo l'altro facendosi scudo con le braccia. Si gioca tutto su quella strategia contando sul fatto che Foreman spremerà così il meglio delle proprie energie. E infatti, già al terzo round questi comincia a mostrare vistosi segni di stanchezza. Alì continua ad incassare fino all'ottavo round....quello decisivo.
 
Con un potente gancio sinistro Alì spiazza il suo avversario facendogli perdere l'equilibrio e poi con un diretto al volto lo stende. Muhammad Alì così riprende meritatamente la corona dei pesi massimi. Ancora oggi questo incontro di pugilato è considerato il più bello che si sia mai svolto ed è stato uno dei dieci eventi sportivi fra i più seguiti di tutti i tempi.
Perché ho voluto raccontare questo episodio?
 
Perché al di là dell'intelligenza e della bravura indiscutibili di Muhammad Alì (sicuramente il più grande pugile di tutti i tempi), l'insegnamento che si può trarre da questo incontro è che puoi anche perdere tutte le sfide, ma ciò che conta è vincere sempre quella decisiva, ossia cogliere quell'unico attimo favorevole che ti consentirà di chiudere definitivamente la partita.
 
Ci sono stati altri casi celebri nel mondo dello sport in cui si è visto questo. Dalla semifinale di Italia '90 tra Italia e Argentina quando Maradona toccò l'unica "palla buona" per passarla a Caniggia che poi andò a segnare la rete della vittoria a Greg Lemond che vinse un Giro di Francia nel 1989 superando per soli otto secondi in classifica la maglia gialla Laurent Fignon nell'ultima gara (a cronometro) di quella edizione.
 
Quindi anche nella vita, mai darsi per vinti, perché potrai perdere spesso, ma l'importante è riuscire a cogliere quell'unico attimo favorevole per portarsi a casa tutta la posta in gioco.

Foto: Rogelio A. Galaviz/Flickr

 
 
Yvan Rettore
Questo articolo è stato pubblicato qui

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